I castellieri sono abitati posti su alture e circondati da cinte di difesa,
alle volte imponenti, con muri fino a sei metri di larghezza e a otto di
altezza. Essi cominciano a apparire nell'Istria e nelle isole immediatamente
a sud con l'età del bronzo e rappresentano l'assestamento e il
consolidamento di una tecnica caratteristica, forse non estranea alla
civiltà delle tombe a tumulo dell'Europa centrale.
Le sepolture sono presso gli abitati: nella prima fase, cassette di pietra,
nelle quali i morti erano deposti in posizione rannicchiata seduta. Esse poi
venivano ricoperte da un tumulo. Alla continuità della tecnica non
corrisponde nella storia dei castellieri continuità culturale assoluta. E
difatti solo nella seconda fase si afferma nei castellieri il rito funebre
della incinerazione che, più a occidente, si era precedentemente imposto
nella civiltà delle terramare. Ma il nuovo rito non si è sovrapposto,
distruggendo, con la sua nuova visione della vita. Si è limitato ad
introdurre le urne, e queste, che contenevano le ceneri, hanno continuato a
essere custodite a loro volta nelle cassette di pietra tradizionali.
Il secondo strato della civiltà dei castellieri si distingue anche per una
maggiore apertura di orizzonti. Mentre nel primo i confronti più ovvi
avvengono al livello di elementi propri della civiltà terramaricola, nel
secondo non si hanno soltanto i legami con la finitima civiltà atestina ma
anche, dalla parte opposta, con quella centro-europea di
Hallstatt.
La civiltà dei campi d'urne, che ne è l'antefatto, ha agito così sul
territorio giulio in una forma indiretta, quasi accerchiando le tradizioni
ancora inumatrici risalenti alla civiltà precedente nella stessa area
dell'Europa centrale, e cioè quella di Unevtice.
Tra i castellieri più antichi si annovera quello di Montursino presso
Dignano d'Istria. Quello degli
Elleri
presso Muggia appartiene invece alla civiltà del Ferro arcaica e mostra
collegamenti generici non solo con il filone terramaricolo e poi con quello
atestino, ma anche con la civiltà subappenninica dell'Italia centrale.
Questo castelliere continua ad essere utilizzato fino in età romana. È
interessante notare come, scendendo nel tempo, tale attività di rapporti e
traffici venga mantenuta dalle genti dei castellieri: nel IV secolo a. C. la
ceramica di Gnathia, creazione della Magna Grecia, arriva fino nell'Istria.
Più intrinsecamente interessanti sono le necropoli di Nesazio e di
Pizzughi, degli inizi della seconda fase dei castellieri in Istria, per la
bella documentazione che offrono dell'assimilazione del nuovo rito
incineratore entro schemi arcaici, con l'interramento, nel grande sepolcro
tradizionale, della cassetta litica contenente l'urna con le ceneri al posto
del cadavere.
Altri castellieri importanti sono quelli di Monrupino e di Zolla
immediatamente a nord di Trieste.
Tracce caratteristiche di un ampliamento progressivo mostrano i castellieri
di monte Gioia presso Prosecco, posti su due cime vicine, ma contornati da
una cinta esterna comune. Resti di intonaco di capanne mostra infine il
castelliere di San Polo presso Monfalcone.
Trovamenti in grotta sono stati segnalati più sopra: forse le grotte
servivano da rifugi occasionali oppure venivano frequentate per scopi
cultuali. Tumuli non organizzati in castellieri sono quelli di Contovello e
di monte Lanaro, che si inseriscono però completamente nella civiltà
classica dei castellieri.
Invece a Cattinara si è trovato un abitato, privo di cinta di difesa,
gravitante verso i modelli contemporanei della civiltà atestina.