[Tratto da © La Voce del Popolo, 24 settembre 2003.]
ROVIGNO - Da sette anni archeologi croati, tedeschi e sloveni lavorano agli
scavi di Moncodogno, un sito di grande importanza storica e di immenso interesse
per i ricercatori, che risale all'età del bronzo e si trova nelle vicinanze di
Rovigno, circa cinque chilometri a est della città, a un chilometro a nord est
dalla locali di Cocaletto.
A suo tempo qui, a 81,2 metri di quota, esisteva un potente abitato
fortificato, simile a una città del periodo tra il 1800 e il 1200 a. C. Una
fortificazione di tipo compatto, di forma ovale, della grandezza di 260 per 160
metri, situata su una superficie spianata artificialmente sull’altipiano di
Moncodogno, nella quale vivevano circa mille abitanti. Ad occidente è sistemata
la zona bassa della “città alta” mentre il territorio della “città bassa” segue
il percorso del bastione. All’esterno delle mura invece sono state riscontrate
alcune costruzioni di riferimento a un ambiente suburbano creatosi intorno a una
fossa carsica che con tutta probabilità fu all’epoca anche luogo di culto.Quanto
al nome, si ritiene che derivi etimologicamente dalla denominazione dialettale
italiano veneta di Monte Codogno (dal latino scientifico Cydonia oblonga) ovvero
monte così chiamato perché si presume vi crescessero un tempo meli cotogni.
Gli scavi effettuati finora nella zona rivelano una chiara stratificazione
sociale, dove per costruire si estraeva il materiale dalla stessa collina sulla
quale si erigeva l’abitato.
Le campagne di ricerca vengono finanziate in massima parte dalla Società
tedesca per la conservazione dei monumenti archeologici di Berlino e coordinati
in collaborazione con gli Istituti archeologici nazionali croato e sloveno e
agli scavi e alla conservazione dei reperti partecipano studenti provenienti da
tutta Europa. Finora ogni anno è stato contrassegnato da qualche importante
scoperta. Dopo che nel sito erano già venuti alla luce strutture architettoniche
molto ben conservate e numerosi utensili e reperti che erano necessari agli
abitanti di questa fortezza nella vita di ogni giorno, nonché resti di ossa
umane, di recente è stata scoperta anche la tomba di una giovane donna.
Il castelliere di Moncodogno risulta uno dei più vasti insediamenti di questo
tipo ritrovati in Istria, che per la sua particolare locazione fa pensare a un
importante punto di comunicazione e di collegamento fra il Mediterraneo e
l’Europa centrale al tempo dell’Era del Bronzo. Fino ad oggi si è cercato di
portare a termine la ricostruzione di tutti gli elementi della parte meridionale
del sito archeologico in modo da poter rendere visibile la costruzione anche
dalla strada. Nel corso dei prossimi due anni dovrebbero venir ricostruite le
mura e un’altra parte dell’acropoli. Sta di fatto che il sito risulta essere un
complesso di eccezionale interesse perché lo stato dei reperti venuti alla luce
offre la possibilità di ricostruire eccellentemente le parti architettoniche
dell’antico insediamento il che, proprio per questo particolare, lo rende unico
in Istria. Per questo motivo il Ministero per la cultura ha inserito l’anno
scorso la zona catastale di Moncodogno nell’elenco delle zone sotto tutela e il
territorio è stato iscritto nel Registro dei beni culturali nazionali. Ora
Moncodogno potrebbe diventare parte del patrimonio culturale europeo.
Quest'anno il sito archeologico, che per la sua specificità e importanza è di
particolare interesse per gli studiosi di tutto il mondo, ha ottenuto infatti
anche un riconoscimento da parte dell'Unione Europea. Infatti per i risultati
dei lavori di ricerca e di scavo finora effettuati, è stato giudicato
dall'Associazione non governativa “Europa Nostra”, una delle località più
interessanti tra le circa trecento candidate iniziali proposte, e la Commissione
giudicatrice, presieduta da Sir J. Wynford Evans, ha deciso di premiare
Moncodogno come uno dei siti di ricerca archeologica di maggior rilievo in
Europa. Da rilevare che per la prima volta nel concorso sono stati inclusi anche
paesi al di fuori dei confini dell'Unione Europea.
Lo scavo di Moncodogno è stato inserito nella lista dei concorrenti su
segnalazione di Nada Duić-Kowalsky, rappresentante dell’organizzazione “Croatia
Nostra”. La Croazia aveva ancora in concorrenza, oltre a Moncodogno, la Cappella
di San Giovanni di Traù e il paese di Konavlje.
La cerimonia di conferimento di tale riconoscimento – un diploma - è avvenuta
lo scorso fine settimana proprio sul sito archeologico in cui sono in corso gli
scavi. Erano presenti all’evento anche i rappresentanti delle autorità
cittadine. Per la Città di Rovigno il presidente del Consiglio cittadino Davorin
Flego e il membro della Giunta esecutiva, Milan Mihovilović e per il Museo
Archeologico dell'Istria con sede a Pola, istituzione che è praticamente l’ente
responsabile degli scavi, era presente la stessa direttrice del museo Kristina
Mihovilović nonché il direttore dell'Università Libera di Berlino, Bernhard
Hansel, cui va buona parte dei meriti delle ricerche anche perché è grazie ai
contributi finanziari di questa Università che a Moncodogno le ricerche
continuano.
Oltre alla cerimonia della consegna del diploma, sul sito è stato collocato
anche a dimora un medaglione di pietra con scolpita la dicitura "Europa Nostra
2002". Le squadre di archeologi delle quali fanno parte anche numerosi studenti
croati e stranieri, continueranno gli scavi a Moncodogno ancora per qualche
giorno. Poi le attività cesseranno per riprendere la prossima estate.
Servizio di Eleonora Brezovecki