FASANA - RINVENUTO UN SECONDO FORNO IN CENTROCITTÀ

Il cuore dell'arte ceramica

Ricerca archeologica a rilento per mancanza di prove

FASANA - Nella località rivierasca il sottosuolo sta regalando grandi soddisfazioni alla scienza archeologica, che ormai la considera uno tra i centri più importanti di arte ceramica dell’Istria e dell’Adriatico in genere. Seguendo la traccia di quanto annotato dal celebre archeologo e conservatore Anton Gnirs all’inizio del Novecento – e cioè che a Fasana c’erano questi “resti di un forno per ceramica” a metà percorso, circa, dell’odierna via dei Martiri del fascismo – due giovani ricercatori del Museo Archeologico Istriano hanno approfittato dei lavori di restauro del centro storico (in corso dal 2006) per spolverare le fondamenta di questa struttura ignota della quale non sono state ancora accertate né le dimensioni né le altre proprietà architettoniche. Davor Bulić e Aleksandra Pajić del MAI hanno infatti confermato che in proposito c’è carenza di documentazione autentica. In mancanza di carte, fotografie, studi e dati scientifici, la ricerca prosegue a rilento. Tutto quello che si sa per certo è che nel 1909 a Fasana era stata scoperchiata l’antica pavimentazione del borgo ai fini della costruzione della rete idrica e che all’epoca avevano fatto capolino questi resti di un ipotetico forno romano risalente forse al II secolo. Ad ogni modo, a quel tempo si era fatta poca attenzione al valore del ritrovamento e infatti gli ingegneri hanno fatto tranquillamente passare le tubature attraverso le fondamenta della struttura. Che ora versa in uno stato poco attraente.

Dove c'è l'olio ci sono le anfore

Stando ad Aleksandra Pajić, dai resti di ceramica rinvenuti si può dedurre che la fabbricazione era riservata alle anfore del tipo “Dresel 6B” note come “fasanesi” e usate per il trasporto e l’esportazione di olio d’oliva di produzione dell’area dignanese, olio destinato al consumo in Italia, Germania, Pannonia. L’idea che ispira la ricerca è quella secondo cui il forno e la produzione di anfore potrebbero essere stati di proprietà di Gaio Lucanio Basso. Mancano però le prove, essendo questa fase delle indagini ancora relegata alla sfera delle ipotesi: al momento non è stato trovato alcun timbro sui frammenti di ceramica rinvenuti. Ipotizzabile è però che il forno sia appartenuto alla tipologia 2B ovvero al gruppo dei cosiddetti forni di Cervera, dalla località in cui nel 1976 venne rinvenuto il “capostipite”. In Istria ve ne sono stati ritrovati finora quattro di questa stessa tipologia. Quanto a Fasana, quello di via dei Martiri del fascismo è il secondo forno di ceramica scoperto nella cittadina dall’avvio dei lavori di sondaggio del sottosuolo nel 2006 (il primo è “spuntato” dietro la Chiesa parrocchiale di Cosma e Damiano). Potrebbe anche darsi che non siano gli unici, ha concluso la direttrice del Museo, Kristina Džin, trattandosi all’epoca di un’area prevalentemente agricola, dedita alla coltivazione dell’olivo e della vite e quindi orientata alla produzione di olio e di vino. In prossimità doveva quindi per forza esserci un’industria dell’imballaggio che sfornasse, alla lettera, contenitori (anfore) per il trasporto della merce. Tanto meglio se in prossimità ci fosse un porto (quello di Fasana, per l’appunto) e meglio ancora se la periferia (Valbandon) fosse ricca di materia prima (l’argilla) e possedesse una sorgente idrica facilmente accessibile (la fonte d’acqua dolce nel porticciolo di Valbandon).

Il futuro scopre il passato

Tornando all’opera capitale di ricostruzione del centro storico a Fasana, il sindaco Dušanka Šuran ha ribadito che dal 2006 in qua sono stati eseguiti lavori per un ammontare di nove milioni di kune. Si ricorderà che l’opera include la sostituzione della rete idrica, fognaria ed elettrica, ma anche la posa della rete del gas che Fasana non ha mai avuto, e poi anche il rifacimento del lastricato di pietra su modello di quanto avviato precedentemente nel centro storico di Rovigno. Con i lavori all’infrastruttura comunale si proseguirà non appena i ricercatori dei MAI completeranno questa seconda tappa del sondaggio del sottosuolo. In teoria, si potrebbe completare l’opera tra un anno o due, investendoci altri tre o quattro milioni dal bilancio comunale. Imprevisti permettendo. (dd)

Tratto da:

  • © La Voce del Popolo, 23 ottobre - http://edit.hr/lavoce/2008/081023/cpolese.htm

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Created: Thursday, October 23, 2008; Last updated, Saturday, December 03, 2022
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