IL LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO VIENE IN SOCCORSO DEL PATRIMONIO CIMITERIALE DI COSALA

Un primo importante intervento di recupero delle tombe abbandonate

Da un informale approccio, un incontro praticamente sul piano privato, tra cultori della storia fiumana ed esponenti del Libero Comune di Fiume in Esilio, è scaturito proprio di recente ed è in via di concretizzazione, un articolato piano di recupero del patrimonio cimiteriale in abbandono. Un segnale forte, un passo importante, un’iniziativa lungamente caldeggiata dalla comunità fiumana di lingua italiana da sempre molto sensibile alle sorti del cimitero monumentale di Cosala ma purtroppo impotente in ordine a possibili interventi. Anni fa si era anche sperato che l’IRCI di Trieste, che tanto ha fatto per i camposanti dell’Istria, intervenisse concretamente in soccorso anche di quello fiumano ma purtroppo questo tipo di aspettativa è andata delusa. Per contro, nell’iniziativa del Libero Comune di Fiume in Esilio ravvisiamo chiari principi di solidarietà culturale e reciproco impegno civile sulla via dell’approfondimento dei legami che già uniscono saldamente gli “andati” e i “rimasti”. Il piano di ripristino delle antiche tombe potrebbe concretizzarsi già a gennaio-febbraio dell’anno prossimo per quando è prevista l’assunzione da parte del Libero Comune di Fiume in Esilio della disponibilità dei fondi erogati dalla Legge 296/06 dello Stato italiano destinati all’attività culturale delle associazioni dell’esodo.

Tutto il complesso cimiteriale di Cosala proclamato sotto tutela

Senza voler peccare di protervia, è stato proprio e solo il nostro giornale, raccogliendo il giusto sdegno della popolazione autoctona fiumana, a dar largo spazio a ogni scempio prodotto nella necropoli di Cosala, ha denunciato scandali e macchinazioni, transizioni di proprietà regolari e illecite, ha seguito passo passo i rari restauri dei monumenti cimiteriali. La situazione è cambiata in meglio da un paio d’anni a questa parte per effetto della proclamazione di tutto il complesso cimiteriale sotto tutela. Prima di allora soltanto una parte dei monumenti funebri sottostava alla tutela dello Stato. Un parte purtroppo è andata perduta; il progetto di sanamento della necropoli del 1973 e la deleteria delibera cimiteriale di triste memoria sull’espropriazione delle tombe abbandonate, che i fiumani battezzarono delle “crocette rosse”, hanno contribuito al deturpamento e alla cancellazione in misura notevole di cippi, lapidi, cappelle, mausolei, tombe che i fiumani eressero nel tempo a imperitura memoria dei propri cari. Le attuali disposizioni di legge hanno prodotto una più forte presa di coscienza da parte dei conservatori dei beni culturali e della stessa direzione dei cimiteri “Kozala” fornendo loro gli strumenti atti a un maggior controllo e intervento contro gli inadempienti. In primis, anche in caso di vendita di una tomba e i privati spesso ricorrono a questa possibilità, viene fatto obbligo ai nuovi proprietari del rispetto del nome originario del sepolcro e, secondariamente, delle regole architettoniche onde non incorrere oltre a deturpazioni impossibili.

Interno del mausoleo Gorup: l'estremo addio del marito, attorniato dagli otto orfani, alla moglie morta. Alle spalle del gruppo, a sottolneare la mestizia del momento, anche i sole scompare in mare La tomba di Leopoldo de Adamich, figlio del benemerito Andra, in cui reposano anche le spoglie di sua moglie e dei lore sei figli

I primi interventi riguardano quattro tombe di notabili fiumani

In questo primo elenco di tombe da salvare dall’erosione del tempo e dall’incuria dell’uomo il Libero Comune di Fiume in Esilio ne ha individuate quattro per le quali il Ministero alla cultura della Repubblica di Croazia ha già concesso il benestare che ne permetterà il restauro. Sono quelle del chirurgo Antonio Grossich, dell’architetto Ugo Pagan, del figlio di Andrea de Adamich, Leopoldo e di Giovanni de Ciotta. Sono nomi di illustri fiumani che firmano la crescita, la notorietà, la potenza della città e non per niente i loro sepolcri sono ubicati sul costone nord del cimitero, quello riservato ai cittadini più in vista o più ricchi. La tomba del dott. Antonio Grossich non ha pretese monumentali, una bella croce sormonta e veglia sul sepolcro. Il celebre chirurgo, primario all’Ospedale di Fiume del Reparto di chirurgia e ostetricia, è l’inventore della tintuta di iodio alla quale si deve la salvezza di migliaia di vite umane, invenzione che ebbe riconoscimento ufficiale mondiale al Congresso internazionale di medicina di Vienna del 1909. È un’ampia tomba in sasso; sulla lastra tombale, erosa dal tempo, una semplice scritta: “Senatore Antonio Grossich, patriota e scienziato, (1849-1926)”.

Subito di fianco a questa c’è il sepolcro di Ugo Pagan (1856-1927) anche questo grande ma senza sfarzi. Architetto e costruttore, opera a Fiume negli anni Novanta del XIX secolo. A lui si deve tra l’altro la Caserma Honvéd in Scoglietto cioè il palazzo dell’odierna Università popolare, il complesso di edifici in mattone a vista nella zona dei Mercati cittadini e la cappella Leard nel cimitero di Cosala. Di Andrea de Adamich non ci sono dati sul luogo di sepoltura; la tomba del figlio Leopoldo è una lastra in sasso bianco sormontata da una croce ma il tutto versa in uno stato pietoso. La lastra è rotta in più punti, semiaffonda nella terra, croce e basamento sono ricoperti da uno spesso strato di muschio, le iscrizioni sono illeggibili. Gli epitaffi accennano con tutta probabilità alla storia della famiglia; in questa tomba sono infatti sepolti, oltre a Leopoldo, sua moglie e i loro sei bambini. A due passi dalla tomba de Adamich si eleva il monumento a Giovanni de Ciotta dello scultore Giacomo Albertini, originariamente in marmo bianco, con l’effige in bassorilievo del defunto ad opera di Urbano Bottasso (1868-1917). Di lui è pure l’effige di Antonietta Gozzano. Purtroppo l’iscrizione è corrosa dal tempo. Questo monumento funebre ha soprattutto bisogno di una buona ripulitura e del ripristino dell’epitaffio. Siamo nell’ area della cripta dei F.lli Branchetta a suo tempo ripulita alla bell’e meglio per l’intervento della Facoltà di Medicina insediatasi nell’ ex Ricovero Branchetta. Sul portoncino sono ancora visibili i resti di una corona di fiori che una mano sconosciuta ha deposto “riconoscente per la generosità dei F.lli Branchetta”.

Il monumento funebre alla memoria dello storico Giovanni Kobler La mastodontica ultima dimora della famiglia Celligoi stretta nella morsa del muschio

Numerosi gli esempi di tombe da salvare

A questo primo intervento voluto dal Libero Comune di Fiume in Esilio dovrebbero seguirne altri. Nella lista stesa dall’associazione degli esuli fiumani di interventi di priorità figurano la cripta Gigante con la lapide alla memoria di Riccardo Gigante, primo cittadino di Fiume dal 1930 al 1934; il sepolcro Chiopris con il suo prezioso bassorilievo in rame, quelli dei vari Blasich, Mayerhofer, Cosulich, la cappella Jugo completamente in sfacelo. All’interno di quest’ultima un albero cresciuto rigoglioso negli anni ha praticamente sfasciato il monumento, le lapidi delle nicchie sono crollate da tempo, l’immondizia regna sovrana. Fortemente danneggiato anche il monumento sepolcrale Majländer, la tomba Grattoni. Potremmo allungare la lista con i nomi di Mario Schittar, il popolare Zuane dela Marsecia, poeta fiumano, il mausoleo Ploech, le cappelle Vio, Battagliarini, un’altro pregevole monumento semidemolito, in stato di deplorevole abbandono. La tomba Celligoi in cemento armato, è anch’essa ricoperta da uno spesso strato di muschio rigoglioso e distruttivo. Sono state prese in considerazione una ventina di tombe. Da parte nostra ci permettiamo di avanzare alcuni altri esempi di tombe da salvare: in primo luogo quella dei Steffula, il più bell’esempio in stile Liberty del cimitero di Cosala, opera di Ivan Rendić e dello scultore triestino Giovanni Mayer. Il dalmata Rendić , di cui restano pregevoli opere anche nel cimitero di Sant’Anna a Trieste, ha realizzato pure il sepolcro di Giovanni Fumi, che andrebbe recuperato. Fumi, è un pittore veneziano, stabilitosi a Fiume, dove ha lasciato diverse opere tra pale d’altare e affreschi soprattutto nell’ex hotel Europa.

La tomba di Ugo Pagan, l'architetto ideatore della Caserma Honvéd in Scoglietto

I monumenti cimiteriali restaurati di recente

Il patrimonio artistico, storico e architettonico del cimitero di Cosala ha un valore inestimabile. Le necessità d’intervento cozzano purtroppo contro la scarsità di mezzi disponibili. Tra quelli cui si è proceduto negli ultimissimi anni ricorderemo la monumentale tomba dello storico fiumano Giovanni Kobler salvata dopo anni di peccaminosa trascuratezza e la cappella Gorup che risplende in tutta la sua maestosità. Opera di Ivan Rendić, quest’ultima è un prezioso esempio di architettura funeraria dell’eclettismo di fine Ottocento; l’”Addio” in marmo bianco che l’artista dalmata, formatosi alla scuola veristica del Duprè di Toscana, ha scolpito mirabilmente risalta vivido e suggestivo sotto ai mosaici d’oro. Anni fa era stata restaurata la tomba Manasteriotti, unico e raro esemplare di architettura pseudoegizia. L’istituto alle belle arti e la città sono addivenuti ad un accordo per cui annualmente la municipalità garantisce qualcosa come 300 mila kune dalla rendita dei vani d’affari per interventi di ristrutturazione delle antiche tombe abbandonate. È poca cosa a fronte delle necessità ma resta comunque un atto che fa ben sperare in un domani in cui al recupero del patrimonio cimiteriale sarà riservata l’attenzione che si merita.

Servizio di Rosi Gasparini

Tratto da:

  • La Voce del Popolo, 13 dicembre 2008 - http://edit.hr/lavoce/2008/081213/speciale.htm

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Created: Saturday, December 13, 2008; Last updated: Sunday, October 30, 2022
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