Veduta delle saline di S. Lucia (coll.
Italico Stener) |
La forza curativa delle saline
di
© Alberto Pucer
[Tratto da:
El sal de Piran, a cura di Almerigo Apollonio, Boris Bertoni,
Daniela Milotti Bertoni, Ondina Lusa, e Fulvia Zudic, Edizione IL TRILLO
(Pirano, 2000), p. 78-83.]
Il clima favorevole e le molte attrattive della nostra
regione costiera, da Punta Grossa al Dragogna, con il suo suggestivo
retroterra collinoso, furono nel passato le ricchezze naturali che
determinarono l'inizio e lo sviluppo del turismo in quest'area, di cui
Portorose era il centro. Vi contribuirono anche l'ottima posizione al riparo
dai venti, il clima mite, le vicine saline (fanghi, acqua madre) e
naturalmente il mare, che già da tempo attirava i turisti, sia nostrani che
stranieri.
(Biblioteca del MM di Pirano) |
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Portorose era nota come centro di cura sin dal XIII secolo. Già in quel
periodo, infatti, i benedettini del monastero di S. Lorenzo curavano la
scrofolosi, le malattie reumatiche e l'idropisia con l'acqua marina e
l'acqua madre.
Si sa inoltre che nel XVI secolo i reumatici erano curati con i fanghi
delle saline e l'acqua di mare concentrata (acqua madre).
Furono certamente i salinai a scoprire per primi le proprietà curative di
quest'ultima. La notizia si diffuse ben presto nelle zone circostanti -
cominciarono quindi ad arrivare, dapprima singolarmente e poi in maniera
organizzata, i primi ammalati. Furono questi gli inizi del turismo.
Nel 1879 il medico piranese Giovanni Lugnani cominciò a curare
sperimentalmente nelle saline le malattie reumatiche, prescrivendo l'acqua
madre a quelli che allora si potevano ancora considerare pazienti
''selvaggi".
Nel 1885 si registrarono le prime guarigioni: i dolori che il medico
chirurgo Cirillo Salvetti di Mantova accusava per via di reumatismi al
ginocchio e al gomito destro scomparvero dopo il terzo bagno. Dopo il quinto
trattamento ed il massaggio con il fango riacquistò la mobilità degli arti
(23 giugno 1885). Augusto Apollonio di Umago non avvertiva più dolori e
guarì completamente dopo la quarta applicazione (20 agosto 1885). I
reumatici erano curati nella casa di cura situata presso la fabbrica di
prodotti chimici del Consorzio del sale di Pirano che si trovava dietro
all'odierno albergo Palace. Per quanto riguarda il 3 885 non sono
documentate solo le guarigioni ma si parla già delle prime gite organizzate
e della ristrutturazione di locali a scopi turistici.
Nel 1890 fu costituita una società per azioni formata da
un gruppo di banchieri ed intellettuali di Pirano con lo scopo di fondare ed
erigere una casa di cura ed uno stabilimento balneare. L'idea di costruire
una stazione termale nella zona di Fisine, dove sorgeva la piccola fabbrica
di prodotti chimici, aveva preso corpo dalla lunga esperienza acquisita in
anni di successi nella cura di diverse malattie reumatiche con l'acqua
madre. L'invidiabile posizione geografica, la salubrità dell'aria, le
comodità che offriva e le buone vie di comunicazione fecero di questa
località il luogo di cura e di villeggiatura preferito di numerosi turisti nostrani e di altri paesi. Gli splendidi
dintorni e l'ottima posizione fecero nascere spontaneamente l'idea di
affiancare alla casa di cura anche uno stabilimento balneare.
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Progeto per l'ampliamento dei bagni di
acqua madre e di spiaggia presso Pirano (da un opuscolo a stampa,
Trieste, 1890) (coll. B. e E. Bertoni) |
La società per azioni acquistò ad un ottimo prezzo dalle saline piranesi
il terreno ed i fabbricati. Nel 1891 il suo progetto era già stato
realizzato. In quest'anno si decise pure la costruzione di un nuovo albergo
con 80 stanze, 120 posti letto, la sala da pranzo e il ristorante, la sala
di lettura, il casinò, ecc. (il predecessore dell'attuale albergo Palace). Dal 1908-1912 la
nuova stazione di cura con stabilimento balneare cominciò a operare sotto il
nome di Portorose.
Ai nuovi pazienti si aggiunsero quelli che erano curati con l'acqua madre
ed i fanghi delle saline di S.Lucia e Sicciole. I primi ospiti, per la
maggior parte pazienti, arrivarono a Portorose dalle località più disparate:
dalle città istriane, dalla Dalmazia, Trieste, dalle regioni austriache
dell'interno, dall'Italia.
La società per azioni locale si trasformò ben presto in una società a
maggioranza tedesca denominata "Società per la costruzione e
l'amministrazione degli alberghi delle case di cura e degli stabilimenti
balneari a Portorose".
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Copertina di un opuscolo sul Sanatorio Pupini
(Biblioteca del MM di Pirano) |
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Panorama delle saline (coll. Slobodan Simić) |
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Cartolina spedita nel 1898 (coll. Italico Stener) |
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Durante il governo austriaco molto fu fatto per incrementare il turismo.
Oltre agli impianti già menzionati non dobbiamo dimenticare che uno dei
primi edifici a carattere turistico-curativo fu la Villa Pupini. In ogni
caso ebbe molta più importanza per una maggiore affermazione di Portorose e
un più rapido sviluppo del turismo la ricostruzione dell'albergo Palace
negli anni 1908-1912. Sul retro ospitava cabine per i bagni di fango - le
tenne, collegate all'albergo da un corridoio coperto. Accanto all'albergo fu
costruita una grande piscina con acqua di mare (acqua madre). In quel
periodo il Palace era l'albergo più grande e famoso di tutto l'Adriatico
orientale.
Fino alla prima guerra mondiale il turismo a Portorose e nei dintorni
conobbe un notevole sviluppo che raggiunse l'apice nel 1913, quindi proprio
alla vigilia del conflitto. Fino a quella data il numero dei turisti che
giungevano a Portorose sia per motivi di salute che in villeggiatura crebbe
costantemente. Nel 1913 si registrò la presenza di circa 7250 ospiti. Quelli
nostra-ni provenivano dal Litorale, dalla Carniola, dalla Dalmazia, dalla
Croazia, gli stranieri invece dalle località più disparate: dall'Austria (Vienna
soprattutto), dalla Boemia, dalla Moravia, dalla Galizia, dall'Ungheria,
dalla Germania, dalla Russia, dall'Italia, dalla Francia, dall'Egitto,
dall'America, dalla Turchia e dall'Inghilterra. Per il 1914 si contava
sull'arrivo di almeno 8000 ospiti. Era stato preparato un intenso programma
di divertimenti e manifestazioni culturali e sportive.
Purtroppo lo scoppio della guerra troncò tutte le iniziative in vista
della nuova stagione turistica.
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Pubblicità dell'acqua bromo-salso-iodica e dei sali bromo-iodici (da un
opuscolo reperibile nella Biblioteca del MM di Pirano) |
Dopo la guerra molte cose cambiarono. L'impero austro-ungarico, che aveva
dato la sua impronta a Portorose e in genere a tutto il turismo lungo la costa slovena, in Istria e a Trieste, venne sostituito dall'Italia nel
governo di queste terre. All'epoca l'Italia non era interessata allo
sviluppo del turismo in queste zone, ed infatti, non fece investimenti per
la regolazione comunale di Portorose: non esisteva un sistema di
canalizzazione, non c'erano parchi pubblici, la rete idrica ed elettrica
erano completamente trascurate.
La direzione generale della sanità del Ministero degli Interni di Roma
permise la vendita di acqua madre in bottiglie da un litro determinando una
flessione degli ospiti a Portorose, degradando tutto il suo sistema di
ospitalità.
La direzione della casa di cura di Portorose cercò tuttavia di attirare
in vari modi il maggior numero possibile di turisti, non lesinando il denaro
per la pubblicità.
Si può affermare che il vero sviluppo del turismo si registrò a partire
dal 1960. Nel 1970 cominciarono i lavori per l'albergo Metropol, conclusi
nel 1972. L'insediamento turistico di Bernardino venne iniziato nel 1976.
Nel 1983 si ebbe a Portorose l'inaugurazione del "Castello", un'area
riproducente lo stile di un mercato medievale. Tra gli ultimi impianti va
segnalata la costruzione, nel 1985, delle nuove terme.
"Oggi alle Terme di Portorose vengono impiegati cinque elementi naturali
particolari: l'Acqua madre, il fango, l'acqua marina, l'acqua termominerale
e il clima. Con questi agenti vengono curate soprattutto le malattie della
pelle, delle vie respiratorie, affezioni ginecologiche croniche, disturbi
reumatici e artriti. Questi prodotti naturali vengono usati con efficacia
anche nella cosmesi" (dal catalogo "Thalas-sotherapia Hoteli Palace" Terme
Palace Portorose, giugno 1998).
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Uno dei tanti impieghi del fango delle saline (coll.
Hoteli Palace Portorose) |
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