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Hütterodt (von) poi
Hütterott (de) - questa ricca e nobile famiglia di industriali e
commercianti triestini di origine tedesca fece la sua comparsa a Rovigno nel
1890, con il barone Johann Georg Ritter von Hütterodt, in seguito
italianizzato in Giovanni Giorgio. Tale famiglia divenne proprietaria
dell'isola di Sant'Andrea, del prospiciente scoglio di Mas'ceîn,
oltre che di gran parte dell'odierno parco di Punta Corrente, Monte Mulini e
Scaraba. Grazie a loro venne migliorata la vegetazione dell'isola di
Sant'Andrea e di Punta Corrente e venne restaurato il campanile del convento
di Sant'Andrea. Gli Hütterott erano inoltre proprietari delle isole di S.
Giovanni, Sturago ed Asino, (scùio dei Samèri).In seguito la grafia
del cognome venne semplificato in Hütterott ed il "von" tedesco venne
sostituito dal "de" nobiliare italiano divenendo de Hütterott. Per i
rovignesi il cognome rimaneva comunque impronunciabile, e pertanto veniva
regolarmente storpiato in Chitarot o Chitaro. Ci sono rimasti
vari stemmi appartenenti a questa famiglia per lo più dipinti nei ritratti
di famiglia, che trafugati dai "partigiani" rispuntarono dopo varie
peripezie ed adesso fanno bella mostra nel Museo Civico di Rovigno, oltre
che su di una vetrata soprastante l'entrata del convento di Sant'Andrea e
sulla tomba di famiglia.
Ispiro - Bruno, nato a
Rovigno il 20 marzo 1920, detto Ciugi. Giocò fin da piccolo come
attaccante in varie formazioni calcistiche rovignesi, dai Salesiani ai
Diavoli Neri, facendosi notare ben presto per le sue doti calcistiche,
soprattutto nel gioco di testa in cui eccelleva. Fu il primo giocatore
di Rovigno richiesto da una squadra di un'altra città: l'Ampelea di
Isola d'Istria. Da questa squadra, in seguito spiccò il volo, per
militare in squadre di primo rango, come il Genoa, la Lazio e da ultimo
nella Triestina che allora giocava in serie A ed era una dei più forti
club del campionato. Fu anche centrattacco della Nazionale giovanile
italiana e riserva in quella maggiore. Col Genova nella stagione 1941-42
segnò ben 17 reti segnalandosi all'attenzione generale. La guerra bloccò
in parte la sua travolgente ascesa, ma continuò in seguito ad essere un
protagonista nel campionato 1947-48 con le maglie dei rosso alabardati
che vide la Triestina di Nereo Rocco, Striuli, Blason, Zorzin, Giannini,
Sessa, Radio, Rossetti, Pison, Trevisan, Begni e del Nostro concludere
il campionato seconda al solo grande Torino. Fu inoltre protagonista con
la maglia della Triestina di una sensazionale cinquina al Padova, nel
risultato storico di 9 a 0 nel campionato 1948-1949. Complessivamente
giocò 87 partite in serie A, tra Genoa, Lazio e Triestina. Bruno è
recentemente scomparso all'età di 72 anni lasciando in tutti i rovignesi
e negli appassionati di calcio un notevole rimpianto.
Ive - Zuanne Ive da
Spalato, 1567. (Caenazzo).Zuanne da Spalato, detto Ive. 1537 in Cesaria
Burla. Il nome illirico Ive, italiano Giovanni, si convertì in cognome
di questa famiglia ignorato il primitivo (Angelini). Dal censimento del
1° ottobre '45 risultavano a Rovigno 23 famiglie.
Labignan - Giacomo da
Montona, 1806.
Lanchi - Marco di
Bortolo da Pordenon, 1747.
Lanzetta - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Lanzi - Marco Lanzi o
Lanzoni qm. Angelo da Pordenon, 1698.Famiglia presto estinta di cui
disponiamo però dello stemma: arma d'oro, con leone rampante, d'argento,
tenente una bandiera appuntita (o lancia), scudo ovale. Da Antonio
Angelini sappiamo che nel 1840 furono appesi nella sagrestia di
Sant'Eufemia quattro quadri appartenenti alla suddetta famiglia Lanzi
acquistati dal Comune dagli eredi Manzoni.
Latin - Zuanne da
Foscolin, 1701.
Lattanzio - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Lauretti - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Leggeri - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Levi - Emilio di Isacco
e Geltrude Modena, di chiare origine ebree, nato a Rovigno il 16 ottobre
1825, studente di filosofia, accorse alla difesa della Repubblica di
Venezia proclamata dal Manin, ove dal 6 marzo 1849 combattè dapprima
inquadrato nel battaglione Brenta e Bacchiglione e poi con la 2°
centuria dei Veliti Italiani.
Lipanni - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti due famiglie.
Lippian - Matteo da
Barbana, 1819.
Lisi - nel censimento
del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Locatelli - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 3 famiglie.
Longo - Domenico qm.
Piero da Segna, 1473. Nel censimento del primo ottobre '45 risultavano
25 famiglie.
Lorenzetto -
Gianantonio Giurizza qm. Lorenzetto da Brivoni donde il cognome alla
discendenza, 1558. Così il Caenazzo, l'Angelini riporta che molto
probabilmente all'inizio erano della stessa famiglia dei Giuricin, in
quanto Giure detto Giuriza o Giurizin, ed infine Giuricin, venne da
Brivoni l'anno 1481. Nella chiesetta, allora qualificata "suburbana" di
S. Antonio del Ponte fatta erigere nel 1654 da un Domenico Lorenzetto ed
abbattuta poi nel 1933, esisteva uno stemma, ora irreperibile, ma come
al solito riportato dal Natorre, in cui in uno scudo ovale vi era una
croce in capo, al centro una stella con otto raggi ed in basso una
mezzaluna. ai lati nello scudo vi erano le iniziali D.L.Q.L.: Domenico
Lorenzetto Quondam Lorenzo. Nel censimento del 1° ottobre '45 erano
presenti 5 famiglie.
Lucardi - famiglia a
Rovigno dal 1758, estinta nel 1802.
Lucaz - Stefano
d'Albona, 1809.
Macchi - Antonio,
(1897-1981). Seguendo la tradizione famigliare fu buon pittore
autodidatta, anche se apprese i rudimenti del disegno e della pittura ai
corsi serali tenuti sia da Clemente Colpi che da Giuseppe Bino. Dal 1924
al 1932 fu a Cuba dove decorò le vetrate a piombo del Campidoglio e
dell'Ospedale della Maternità all'Avana, affrescando inoltre chiese e
ville signorili. Ritornato a Rovigno nel '32 la sua opera fu assai
richiesta in tutta l'Istria. Tra le altre ricordo:
- 1941: decora la chiesa di S.
Francesco a Rovigno;
- 1946: affresca il duomo di
Orsera;
- 1948: affresca la chiesa di
Raccotole;
- 1949: affresca la chiesa di
Barbana;
- 1951: restaura parte delle
tele del duomo di Rovigno;
- 1963: restaura 50 ritratti
di rovignesi illustri della collezione del Museo Civico di Rovigno;
inoltre svariati sono i suoi quadri, molti dei quali aventi Rovigno come
soggetto preferito. Nel censimento del 1° ottobre '45 era presente una
famiglia.
Machic - Piero calafà,
1747.
Macini - nel censimento
del 1° ottobre '45 era presente 1 famiglia.
Maderez - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Maier - nel censimento
del 1° ottobre '45 era presente 1 famiglia.
Malevaz o Mielivaz
- Biaggio d'Albona, 1816.
Maltese - Salvatore,
nato a Catanzaro il 5 ottobre 1899, residente a Rovigno, con la moglie
Angela Barzelogna, in via Sanvincenti 1, allora Sotto i Volti al civico
numero 9, venne prelevato dai titini nel '45 e fatto "scomparire".
Malusà - Zuanne qm.
Domenico, 1425.Antica famiglia rovignese che, pur non appartenendo al
Corpo dei Cittadini, detenevano una propria arma, od emblema di
mestiere, raffigurando una pala od altro strumento consimile. L'epigrafe
scolpita sull'architrave del portone al numero 262 dell'attuale via
Sanvincenti recita così:
IO DOMENEGO Q. NICOLO MALUSA’
DETO VENIER 1622.
Dal censimento del 1° ottobre
'45 risultavano ben 68 famiglie con questo tipico cognome istriano. Nel
resto dell'Istria vivevano, poco prima dell'esodo, 25 famiglie Malusà a
Dignano, 3 a Cherso, 1 a Valle, 1 a Orsera, 1 a Parenzo, 1 a
Sanvincenti, 1 a Barbana, 1 a Capodistria e 1 a Pirano. E' evidente
quindi che l'origine e la diffusione di questo cognome nasce a Rovigno.
Etim.: questo cognome deriva dal nome spregiativo dato nel medioevo in
Istria ad un figlio non desiderato: maluzà, mal usato, e quindi
mal impiegato od anche di allevato male, viziato, malavvezzo. E'
evidente che il cognome, come molti altri deriva da un soprannome.
Mandich - Michiel da
Castua, 1801.
Manincor (de) -
famiglia presente a Rovigno dalla prima meta del'800.Provenienti
probabilmente da Trieste o dal trentino (erano nobili di Trento nel
secolo XIV). Il ramo di Rovigno fu riconosciuto Nobile del S.R.I. il 1°
ottobre 1866 nella persona di Silvio Antonio qm. Giovanni Luigi. Nel
1886 Luigi de Manincor è uno dei quattro consiglieri provinciali
dell'I.R. Tribunale Circolare di Rovigno. Avevano uno stemma bipartito,
che presentava nel 1° partito un braccio recante nella mano un cuore,
posto tra due stelle. Nel 2° partito un leone rampante con la coda alta
e biforcuta.
Manzin - nel censimento
del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Manzoni - Giovanni di
Annibale d'Albona, 1803.
Marangòn - Zuanne qm.
Antonio, 1450 (Caenazzo). Zuanne Marangon n. 1450 ob. 1486, e Giacomo
1445 q. Ant.o 1425, e Pasqualin 1400, vivo 1450. Sembra famiglia
indigena, per l'Angelini. Scolpito su di una architrave vi è uno stemma
o insegna di mestiere recante una squadra da falegname dentro uno scudo,
con ai lati la seguente epigrafe:
F.M. // Q.I. 1619
Ovvero Francesco Marangon
Quondam Iseppo. Nel censimento del 1° ottobre '45 erano presenti ancora
12 famiglie.
Maraspin - Antonio qm.
Gabriel, 1451, secondo il can. Caenazzo. Per l'Angelini invece:
"Francesco 1450. Antonio 1454 e Paolo 1471 q. Gabriele Maraspin, morto
1450.Sembra famiglia indigena". Sullo stipite di sinistra del portone al
n. 573 in Contrada Madonna della Pietà, o Via dell'Oratorio al n.ro 7,
vi è scolpito uno stemma che, con dei simboli a mo' di rebus, reca il
nome di tale famiglia. Infatti vi è effigiata un'incudine ove si màra
il ferro, cioè lo si lavora, su cui è posta verticalmente un perno o
spinotto ovvero spina, in rovignese speîn. Sopra lo stemma vi
sono incise le iniziali: M. M. Secondo il censimento del 1° ottobre '45
erano presenti ancora 3 famiglie.
Marenzi o Marenze
- Nazario da Capodistria, 1733.
Maressi - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 3 famiglie.
Marin o Marinii
- Canciano qm. Piero dal Friul, 1739.
Marocco - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti due famiglie.
Marovich - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti due famiglie.
Marusich - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie. In rovignese il
cognome diventa Maroûsici.
Masato o Masatto
- P.n Angelo da Piran, 1599 in Elena Bronzin di Bortolo 1599. ob. 1649,
10 settembre. (Angelini).Famiglia estintasi nel 1887, non prima di avere
dato a Rovigno dei valenti capitani di mare, canonici, orefici, un
dottore in medicina ecc. ecc. Questa famiglia, con il cap. Giacomo qm.
Pietro fu associata al Consiglio dei Nobili di Parenzo, con la ducale
del 23 ottobre 1713, confermata dal Doge Giovanni Corner il 17 marzo
1714.In tale pergamena vi era raffigurato anche lo stemma di famiglia
recante nello scudo una pecora appoggiata col fianco dritto ad un
albero. All'entrata laterale del Duomo di Sant'Eufemia vi è una lapide
con la seguente epigrafe:
D.O.M. ZVANNE MASATTO QN.
PIERO E SUOI EREDI - 1772.
Masella - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Masserotto poi
Massarotto - Bortolo qm. Michiel da Codero del Friul, detto
Masserotto, 1564. Nel censimento del 1° ottobre '45 figurano 48 famiglie
Masserotto o Massarotto.
Mastella - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Matesich - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Matica - Giuseppe da
Gimino, 1864.
Matossovich - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 4 famiglie.
Mattessich - Biasio da
Pisin, 1800.
Matticchio - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 5 famiglie.
Mattias - Mattio
Mattarandi qm. Andrea detto Mattias, 1420.
Medelin - Antonio qm.
Martin detto Galiozzo da Medolin, 1460. (Caenazzo). Antonio da Medelin,
calzolajo, detto Galiazzo, q. Martin, detto anche da Sissan, e Piero q.
Ant.o 1458. La provenienza da Medelin formo il cognome in preferenza
dell'agnome Galiazzo, e dell'altro di provenienza da Sissan (Angelini).
Nel censimento del 1° ottobre '45 vi era ancora una famiglia.
Mengotti - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 3 famiglie.
Menis - Leonardo da
Artegna, 1840. Nel censimento del 1° ottobre '45 era presente una
famiglia.
Messan - Leonardo qm.
Mattio, 1681.
Micalichi o Micalich
- Gregorio da Lindar, 1708. Famiglia estinta nel 1834.
Micca - nel censimento
del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Michelini - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Michieli - Antonio da
Carnia, 1794.
Miculian - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 4 famiglie.
Migliava - Giuseppe,
deportato dai titini.
Migotti - Iseppo qm.
Piero, botter da Venezia, 1698.
Milanchi - Nicolò da
Parenzo, 1734. Diventato in seguito uno dei soprannomi della famiglia
Rocco (Milànci).
Milanese - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia;
Milewski - Conte
Ignazio Karol de Korvin, nacque il 27 aprile 1846 nell'avito castello di
Jakuny, in Polonia. A causa del suo temperamento bizzarro e focoso,
aveva minacciato col revolver il Governatore di Vilna, venendo bandito
per 5 anni dalla Lituania. Nei suoi viaggi intorno al mondo ebbe modo di
stringere amicizia con l'Arciduca Carlo Stefano del ramo Asburgo-Lorena,
che aveva incontrato in Egitto, tanto da far da padrino ala figlia
dell'arciduca. Fu proprio dall'arciduca che il conte acquistò per la
notevole somma di 560.000 corone austriache l'isola di Santa Caterina
prospiciente Rovigno, transazione che venne regolarizzata nel 1905, ed è
dal 21 aprile di tale anno che il conte fa la sua comparsa a Rovigno. Il
conte Karol era assai ricco, potendo contare su vasti possedimenti
terrieri in Lituania, oltre a miniere di sale e carbone nella regione
del Caucaso, e ad un notevole patrimonio depositato in varie banche e
che secondo un giornale viennese si aggirava intorno ai 60 milioni di
Rubli. Fu quindi grazie a lui che l'isola di S. Caterina, venne
trasformata radicalmente assumendo l'aspetto che tuttoggi, bene o male,
conserva ancora. Una delle sue prime iniziative, una volta divenuto
proprietario dell'isola, fu infatti quella di noleggiare due grosse navi
da carico ed un rimorchiatore per il trasporto sull'isola di terra
prelevata da Orsera e dai dintorni di Rovigno facendo poi impiantare una
lussureggiante pineta e le più svariate qualità della vegetazione
mediterranea e non. Qualche anno più tardi completò la sua opera di
trasformazione facendo edificare due palazzi di bella architettura. Il
più grande dei quali, sito proprio al centro dell'isola, fu un vero e
proprio casinò, in cui l'alta società e la ricca nobiltà austriaca
ingannava il tempo col gioco d'azzardo. Inoltre, forse per scoraggiare
la gioventù rovignese dal fare i bagni nella sua proprietà privata, fece
costruire a sue spese uno stabilimento balneare nel tratto di costa tra
la Villa Klein e quella del prof. Clemente Colpi, in seguito conosciuto
dai rovignesi col nome di Bagni Nuvi o anche di Bagno Romano.
Lo stabilimento però rimase incompiuto per lo scoppio della 1° Guerra
Mondiale, così come altri suoi progetti che come quelli del Barone de
Hütterott avevano lo scopo di far diventare Rovigno una stazione
balneare di primaria importanza da far concorrenza ad Abbazia. Il 29
aprile 1927, non avendo figli propri adottò il Sig. Stanislao Felice de
Lipkowski di Enrico. A Rovigno divenne proverbiale la sua ricchezza, tra
l'altro il conte aveva acquistato nel 1905, al prezzo alloro esoso di
200 mila corone uno stupendo yacht, tanto da diventare nell'immaginario
rovignese una sorta di Paperon de' Paperoni. Morì il 15 ottobre 1926
nell'ospedale provinciale di Pola, venendo però sepolto a Rovigno nel
cimitero delle Làste. Tra l'altro dal suo necrologio apprendiamo
che il conte fu anche Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Ordine
di Malta. Sul suo sepolcro nel cimitero di Rovigno accanto all'epigrafe:
IGNAZIO CARLO CONTE DI KORWIN
MILEWSKI
27-IV-1846 16-X-1926
vi è il seguente stemma
recante "nel punto destro del punto d'onore, un uccello portante un
anello nel becco; nel punto destro dell'ombelico una lettera omega;
nella parte sinistra un cavaliere in armatura, con braccia alzate e
brando ( a mo' di croce); sopra il capo, un cimiero con corona, il tutto
cimato da una lettere omega".
Milli - nel censimento
del 1° ottobre '45 erano presenti 7 famiglie.
Millia o Miglia
- Francesco qm. Mattio da Valle, 1495. Nel censimento del 1° ottobre '45
erano presenti 12 famiglie Miglia e 1 Millia.
Millich - nel
censimento del 1° ottobre '45 era presente una famiglia Millich
probabile slavizzazione del cognome Millichi, dato che il censimento fu
effettuato dalle truppe jugoslave di occupazione.
Millichi - Francesco
Miluth d'Albona detto Millichi e Morlacuzzo, 1512.
Millotich - Antonio da
Gallignana, 1795;
Milossa - famiglia
antica e cospicua, venuta a Rovigno col cav. Giorgio Milossa da Portole.
Lo stemma di famiglia presenta uno scudo diviso orizzontalmente da una
fascia rossa: il campo di sopra è azzurro con tre globi bianchi, quello
sottostante bianco, reca l'effigie di un monte d'ossa con tre ossa poste
in verticale. Il capitano Mattio, per le benemerenze ottenute verso il
dominio veneto, fu decorato con ducale del 16 luglio 1570 dei titoli di
Conte e Cavaliere dell'Etella per sé e discendenti; titoli che furono
confermati con ducale Lodovico Manin il 22 aprile 1789, con l'iscrizione
al Libro d'Oro ed i privilegi che ciò comportava nel dominio veneto al
cav. Giorgio ed ai figlio Gio. Andrea a Matteo. Il suddetto signor
Giorgio Milossa da Portole si era accasato a Rovigno sposando la signora
Elena Fabris, e come narra il nostro cronista Antonio Angelini fu:
"ferito proditoriamente di schioppettata li 24 ap.e 1833 da un suo
servo, e precisamente dal boaro nel mentre egli stava per partire dalla
propria casa in Villa per Rovigno, morì dopo cinque giorni, e
trasportato in Città, fu sepolto il 30 detto con lutto generale,
perch'era per le sue affabili maniere da tutti amato. Sua moglie, che
teneramente lo amava, fu tanto accorata pel tragico fine e la perdita
immatura del diletto marito, che prima dell'anno morì essa pure,
lasciando un unico figliuoletto. L'omicida fu sul fatto arrestato,
incarcerato: ma morì prima che il processo fosse compito, e non si seppe
mai il motivo del suo misfatto". Lasciò la maggior parte delle sue
sostanze, 50.000 fiorini, alla Congregazione di Carità di Rovigno, oltre
ad esser stato tra i fondatori dell'asilo infantile di Rovigno, il
secondo in ordine di tempo, dopo quello di Capodistria. I Milossa
avevano fatto edificare nel 1700 un grazioso palazzo sito nello slargo
di via Carrera detto Pian de Miluòsa. In tale palazzo, restaurato
nel 1985 con un contributo di 300 milioni elargiti d al Governo
italiano, ha sede la Comunità degli Italiani
Milotti - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Mingotti o Mengotti
- Piero, 1728.
Minio - Marco qm. Donà
da Buran, 1600.
Mismas - Zuanne qm.
Nicolò, 1510 (Caenazzo). Invece dai dati del Costantini rivisti
dall'Angelini: "Tomas 1505 ob. 1540 e Zuanne 1510 ob. 1575, e Zorzi 1515
q. Nicolò q. Zuanne Mismas, calzolajo, ob. 1550. Sembra famiglia
indigena". Sullo stipite di sinistra della casa, ora al n.ro 2 di via
Grisia, vi è uno stemma ovale recante uno strumento a punta,
probabilmente un attrezzo del calzolaio e sotto, racchiusa in un
cartiglio, l'epigrafe:
ASTOLFO MISMAS FECE FAR
MDLXXXV.
Nel censimento del 1° ottobre
'45 erano presenti ancora 5 famiglie;
Mitton - Angelo da
Valle, 1870; nel censimento del 1° ottobre ‘45 era presente una
famiglia.
Modonese - Francesco,
1820.
Mogrovich - Simon da
Castua, 1722.
Monfalcòn - Francesco
da Parenzo, 1730.
Montella - nel
censimento del 1° ottobre ‘45 era presente una famiglia.
Morel - nel censimento
del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Moro - Ambrogio da
Ovaro, 1858.
Morone - nel censimento
del 1° ottobre '45 era presente una famiglia.
Morrana - nel
censimento del 1° ottobre '45 erano presenti 2 famiglie.
Moscarda - Mattio
fabbro da Dignan, 1503. Nel censimento del 1° ottobre '45 era presente
una famiglia.
Moscardo - nel
censimento 1° ottobre '45 era presente una famiglia Moscardo, probabile
errore di trascrizione per Moscarda;
Moschetti - Giacomo,
1764. Nel censimento del 1° ottobre ’45 erano presenti 4 famiglie.
Mussolicchio - Matteo,
1802.
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Gianclaudio de Angelini
Created: Friday, Saturday,
December 11, 1999; Last updated:
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