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Scymnus of Chios
(Scimno di Chio)
Italiano
[Source: https://en.wikipedia.org/wiki/Scymnus.]
Scymnus of Chios (Greek:
Σκύμνος ὁ
Xῖος;
fl. c. 185 B.C.) was a Greek geographer.
It was thought that he was the author of the Periodos to Nicomedes, a
work on geography written in Classical Greek. It is an account of the world
(περιήγησις
periegesis) in 'comic' iambic trimeters which is dedicated to a King
Nicomedes of Bithynia. This is either Nicomedes II Epiphanes who reigned from
149 BC for an unknown number of years or his son, Nicomedes III Euergetes.
First published at Augsburg in 1600, it described the northern coasts of the
Mediterranean and the shores of the Black Sea. Because it was found together
with the Epitomes of Marcianus of Heraclea it was first published under
Marcianus' name. Because this was clearly a mistake Lucas Holstenius and Isaac
Vossius were the first to attribute it to Scymnus of Chios because he was cited
more than once by late grammarians as the author of a Periegesis. It
continued to pass under his name until 1846 when Augustus Meineke, in
republishing the extant fragments, showed clearly that there were no grounds for
ascribing them to that Scymnus. The real work of Scymnus of Chios appears to
have been in prose and the few statements cited from him have no resemblance to
the Periodos to Nicomedes. Since then, work has been attributed to
Pseudo-Scymnus.
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[Scimno di Chio
English
Tratto da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Scimno_di_Chio.]
Scimno, o Scymnus, da Chio (in greco antico
Σκύμνος ὁ
Xῖος, traslitterato in
Skýmnos ho Chîos; fl. ca. 185 a.C. – ...), è stato un
geografo greco antico.
Scimno fu l'autore di una periegesi in prosa, la "Circumnavigazione della
Terra";
dedicata a un non identificato re Nicomede. È un'opera in verso giambico,
che descrive le coste della Spagna, della Liguria, del Ponto Eusino, annotando
varie colonie greche, dando informazioni anche su Umbri, Celti, Liburni, e altri
popoli. Un'anonima composizione periegesica, pubblicata per la prima volta in
Augsburg nel 1600, inizialmente attribuita a Marciano di Eraclea, fu per
lungo tempo considerata l'opera perduta di Scimno.
Nel 1846, Augustus Meineke ipotizzò invece trattarsi di un altro autore, che
chiamò Pseudo-Scimno (Pseudo-Scymnus), come ancora oggi viene anche
chiamato. Tale nome identifica alle volte direttamente lo scritto, e non tanto
l'autore. In tal caso il re in questione potrebbe essere Nicomede IV di Bitinia,
della prima metà del I secolo a.C. Un'altra teoria è che l'autore sia stato
Pausania di Damasco, geografo dell'ultimo quarto del II secolo a.C., al quale ci
si riferisce appunto come Pseudo-Scimno.
- Bibliography:
- Habicht, Christian 1985, Pausanias' Guide to Ancient Greece (Berkeley),
p. 9
- A. Diller, The Tradition of the Minor Greek Geographers (1952).
- Edward H. Bunbury, History of Ancient Geography (1879).
[Tratto da:
https://www.treccani.it/enciclopedia/scimno-di-chio_%28Enciclopedia-Italiana%29/]
Scimno (Σκύμνος, Scymnus) di Chio.
- Geografo, autore di una Periegesi in prosa in parecchi libri, vissuto tra il
sec. III e il II a. C. La periegesi è andata perduta, e se ne conservano solo
scarsi frammenti soprattutto negli scolî di Apollonio Rodio. Era probabilmente
divisa in due parti, l'una concernente l'Europa, l'altra l'Asia (in cui era
compresa la Libia), ciascuna con numerazione di libri propria. Conteneva, oltre
alle indicazioni geografiche, notizie varie su luoghi di culto, leggende e fatti
storici: fra le fonti, Erodoto, Eforo, Teopompo, Pitea ed Eratostene.
È stata attribuita a questo S. dagli eruditi secenteschi L. Holstein e I.
Voss la periegesi in trimetri giambici pubblicata da D. Hoeschel nel 1600 da un
codice Palatino (oggi Vaticano 142) del sec. XV e da un apografo (del Casaubon)
del cod. Parigino 443 Suppl. del sec. XII. Questa attribuzione, come quella del
Hoeschel a Marciano di Eraclea, è dimostrata falsa dal testo medesimo, che
dedicato a un re Nicomede di Bitinia e presupponendo la conoscenza della prima
redazione della cronaca di Apollodoro di Atene (pubblicata circa il 140 a. C.),
nonché la fine del regno di Pergamo (133), si rivela scritta tra il 130 e il 115
circa a. C. e perciò dedicata più precisamente a Nicomede II. L'autore, ignoto,
sembra provenire dall'Asia Minore. La periegesi non ci è pervenuta integra:
contiene solo una parte della descrizione di Europa, ma è ulteriormente
allargata dall'anonimo prosastico Periplo del Ponto Eussino, che ne deriva. Nel
proemio sono indicate dall'autore stesso le fonti. Ma Eratostene, che pure vi
viene indicato, ha assai poca importanza per la struttura generale dell'opera,
che ignora le scoperte di Pitea da lui utilizzate; mentre gran parte del
materiale, in cui abbondano riferimenti storici, soprattutto sulle fondazioni di
città, deriva da Eforo. La forma letteraria, in cui si conferma il passaggio del
trimetro a verso didattico, deriva da Apollodoro.
I testi in
- C. Müller, Geographi graeci minores, I, Parigi 1855;
- cfr. anche per la bibl. anteriore, H. Berger, Gesch. di
wissentschaftl. Erdkunde der Griechen, 2ª ed., Lipsia 1903;
- Fr. Gisinger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 661
segg.;
- L. Pareti, Quando fu composta la periegesi del Pseudo-Scimno,
in Saggi di storia antica e di archeologia offerti a G. Beloch,
Roma 1910, p. 1330 segg. (cfr. del med. Atti della R. Accad. scienze di
Torino, XLV [1910], p. 3 segg.).
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Created: Tuesday, March 31, 2009. Last Updated:
Friday, April 23, 2021
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