Campi di
concentramento in Italia
[Tratto da:
https://www.lager.it/campi_concentramento_italiani.html.]
Non è facile trovare nei
nostri giorni
documentazioni
riguardanti i campi di
detenzione in Italia nel
corso della Seconda
guerra Mondiale gestiti
generalmente dalle
milizie del governo
fascista di Mussolini.
Alcuni storici,
interessati allo studio
di questo periodo
storico italiano,
affermano che si
trovarono ubicati in
quasi tutte le regioni
più di 400 campi di
concentramento e luoghi
di detenzione
nazifascisti.
Ancora oggi è
difficile stabilire con
precisione il numero dei
campi di concentramento
istituiti in Italia nel
corso della seconda
guerra mondiale. Per
poterne fare un elenco
differenziato e il più
possibile aggiornato,
bisogna distinguere i
vari periodi in cui i
campi vennero istituiti.
Furono istituiti
anche campi di
concentramento per
l'internamento civile,
ed erano sottoposti alla
giurisdizione del
Ministero dell'Interno,
che, per garantire
l'applicazione delle
disposizioni prevista
per l'internamento,
aveva nominato cinque
"Ispettori Generali di
Pubblica sicurezza".
Dei "futuri
campi", segnalati nelle
relazioni degli
Ispettori, ne furono
istituiti, nel 1940,
circa 40. I campi erano
dislocati nelle province
centro meridionali e
avevano le seguenti
caratteristiche:
Dobbiamo
precisare che la realtà
vissuta nei campi di
detenzione italiani, era
ben differente da quella
dei campi di
concentramento nazisti.
I lager italiani erano
si, luoghi di
internamento, ma
non vigeva il terrore
dello sterminio
sistematico come nei
lager polacchi. La vita
al suo interno,
era abbastanza dignitosa
e le punizioni non
facevano parte della
quotidianità, e in certi
periodi l'alimentazione
era piuttosto
sufficiente.
Solo nei campi
gestiti dalle milizie
naziste come, Fossoli di
Carpi, Bolzano gries e
la Risiera di San Sabba
le condizioni di vita
erano peggiori,
sempre lontane dalle
realtà dai campi di
Dachau, Buchenwald
e altri.
Nella Risiera di San
Sabba esisteva un forno
crematorio e celle di
punizione.
Nei campi di
concentramento e nei
luoghi di detenzione
fascisti non esistevano
strumenti di tortura e
di morte.
Cos'è il confino?
lo sanno davvero in
pochi.
Il CONFINO era un
provvedimento di
pubblica sicurezza
consistente nell'obbligo
di dimorare in un comune
della repubblica
italiana diverso dalla
residenza del confinato
o in una colonia
agricola, per un periodo
da uno a cinque anni,
con l'obbligo del lavoro
e con l'osservanza delle
prescrizioni stabilite
dalla legge e
dall'autorità
competente. Nel codice
penale Zanardelli, il
confino era considerato
una pena, mentre la
legislazione vigente,
abolendolo come tale,
l'ha mutato in misura di
prevenzione contro le
persone socialmente
pericolose, cioè, gli
ammoniti che perseverino
nella loro condotta
contraria all'ordine
pubblico, e le persone
diffidate, ovvero quelle
che siano tenute in
particolare cattiva
reputazione quali
sospetti autori di
azioni delittuose.
Durante il fascismo, il
confino fu quasi
esclusivamente applicato
alle persone ritenute
svolgenti attività
contraria alla politica
del regime. L'istituto
del confino è stato
profondamente mutato,
con la legge 27 dicembre
1956, n. 1423, al fine
di dargli una disciplina
coerente con la
Costituzione.
-
Agnone (Isernia),
dove erano internati
stranieri maschi di
varie nazionalità.
Istituito nell'ex
convento S.
Bernardino, aveva
una capienza di 190
posti ed era diretto
dal Commissario
Giuseppe Cecere e
dalla direttrice
Amalia Vacalucci;
-
Alatri (Frosinone),
Campo do
concentramento -
vedi Le Fraschette;
-
Alberobello (Bari),
campo di
concentramento;
-
Anghiari Renicci
(Arezzo), campo di
concentramento;
-
Ariano Irpino
(Avellino), dove
erano internati
italiani maschi: era
istituito nelle case
antisismiche e nel
villino Mazza, aveva
una capienza di 130
posti ed era diretto
dal Commissario Vito
Pirozzi;
-
Arona (Novara),
campo di
concentramento;
-
Bagno a Ripoli
(Firenze), dove
erano internati
sudditi nemici
maschi. Istituito
nella villa la Selva
e nella villa La
Colombaia, aveva una
capienza di 200
posti ed era diretto
dal Commissario
Pasquale De Pasquale
e da Marianna Conti;
-
Boiano (Campobasso),
vi era internata una
famiglia di zingari.
Istituito nell'ex
manifattura dei
tabacchi, aveva una
capienza di 250
posti ed era diretto
dal Commissario
Mario Contardi;
-
Borgomanero
(Novara), campo di
concentramento;
-
Borgo San Dalmazzo
(Cuneo), in questo
campo erano
internati ebrei
italiani e
stranieri. La
struttura fu aperta
nel settembre del
1943.
-
Busseto (Parma),
campo di
concentramento per
sottoufficiale e
ufficiali ex
esercito jugoslavo;
-
Cairo Montenotte
(Savona), campo di
concentramento;
-
Campagna (Salerno),
dove erano
internati,
prevalentemente,
ebrei maschi di
varie nazionalità.
Istituito nell'ex
caserma S.
Bartolomeo e nell'ex
caserma Concezione,
aveva una capienza
di 650 posti ed era
diretto dal
Commissario Eugeni
De Paoli[12].
-
Oltre ai campi di
concentramento e
luoghi di detenzione
di nuova istituzione
vennero utilizzate
le colonie di
confino di Lipari,
Ponza, Ventotene,
Ustica, S. Domino
(Tremiti), Nuoro,
Pisticci e Castel
del Guido, dove vi
si internarono, in
prevalenza, gli
italiani ritenuti
più pericolosi.
-
Tra la fine del 1940
e il 1943 alcuni
campi di
concentramento in
funzione vennero
chiusi, come il
campo di Gioia del
Colle, di Boiano
(Campobasso) e
quello di Chieti.
Altri campi vennero
istituiti come il
campo di
Sassoferrato
(Ancona), Renicci di
Anghiari (Arezzo),
Fraschette d'Alatri
(Frosinone), Farfa
Sabina (Rieti),
Petriolo (Macerata).
-
Oltre ai campi
citati poc'anzi,
dal 1941, vennero
istituiti dei campi
di concentramento
anche dalle autorità
militari. Erano
dislocati, sia nelle
zone di occupazione,
Jugoslavia, Albania
e nelle isole
Greche, che in
territorio italiano.
Anche alcuni dei
campi, che
all'inizio erano di
giurisdizione del
Ministero
dell'Interno, nel
corso della guerra,
passarono sotto la
dipendenza dello
"Stato Maggiore
dell'Esercito
Ufficio prigionieri
di guerra".
-
Casacalenda
(Campobasso), dove
erano internate
delle donne.
Istituito in un
palazzo dei coniugi
Corradino - Di
Blasio, aveva una
capienza di 160
posti ed era diretto
dal Commissario
Giuseppe Martone e
dalla direttrice
Ezia Calogero;
-
Casalbordino,
fabbricato di
proprietà del sig.
Germano Sanese, con
350 posti
-
Caserme Rosse
(Bologna), era un
lager di transito
ubicato in via
corticella 147,
composto da sei
edifici a forma di
U. Gli
internati, a
migliaia, tra
militari di ogni
arma, sorvegliati
dalla milizia
nazista erano in
attesa della
deportazione in un
campo di
concentramento o di
sterminio. Il
bombardamento aereo
alleato del 12
ottobre 1944. Cinque
dei sei imponenti
fabbricati a forma
di U, le palazzine
comando, altri
fabbricati minori,
sotto il peso
distruttivo di 750
ordigni da 100
libbre sganciati
durante l'attacco
aereo del 47° Bomb
Wing dell'Air Force
americana che
avvenne dalle ore 12
alle ore 14, come si
è appreso
dall'apertura
avvenuta qualche
anno fa degli
archivi dei servizi
segreti americani
riguardo i
bombardamenti aerei
della seconda guerra
mondiale, furono
rasi al suolo.
-
Casoli (Chieti),
campo di
concentramento;
-
Castel di Guido
(Roma), campo di
concentramento e
centro di lavoro;
-
Castell'Arquato
(Piacenza), campo di
concentramento;
-
Castello Sereni
(Umbria), campo di
concentramento;
-
Castanevica
(Gorizia), campo di
concentramento;
-
Ceprano (Frosinone),
campo di
concentramento;
-
Chiesanuova
(Padova), campo di
concentramento;
-
Chieti, Campo
di concentramento
nell'asilo infantile
"Principessa di
Piemonte" di
proprietà del comune
con 30 posti;
-
Città S.Angelo
(Pescara) dal giugno
1940 all' 8
settembre 1943; qui
erano internati
civili Yugoslavi;
-
Civitella della
Chiana (Arezzo) dal
luglio 1940 al
giugno 1944: dove
erano internati
sudditi nemici
maschi,
inglesi deportati
dalla Libia,
istituito nella
villa Oliveto, aveva
una capienza di 200
posti ed era diretto
dal Commissario
Amedeo Mascio
ufficiale di
pubblica sicurezza;
-
Civitella del Tronto
(Teramo), campo di
concentramento nella
città fortezza di
Civitella del
Tronto, Teramo
(Abruzzo) dal
settembre 1940 al
maggio 1944; qui
erano internati
civili greci,
"sudditi nemici"
britannici, belga,
cinesi, aveva
una capienza di 200
posti ed era diretto
da Mario Gagliardi
funzionario di
pubblica sicurezza;
-
Colfiorito
(Perugia), era
predisposto ma non
ancora attivo.
Istituito in
capannoni, aveva una
capienza di 200
posti ed era diretto
dal Commissario
Vincenzo La Torre;
-
Corropoli (Teramo),
campo di
concentramento nella
Badia Celestina;
-
Cortemaggiore (tra
Piacenza e Cremona),
campo di
concentramento e
centro di lavoro;
-
Crocetta
Castelfrentano
(Chieti), campo di
concentramento;
-
Fabriano (Ancona),
dove vi erano
internati italiani
maschi, istituito
nello stabilimento
Sisla e nel collegio
Gentile, aveva una
capienza di 100
posti ed era diretto
da Commissario
Paride Castellini;
-
Ferramonti di Tarsia
(Cosenza), dove
erano internati
prevalentemente
ebrei, ed era
l'unico predisposto,
fin dall'inizio, ad
accogliere nuclei
familiari. Costruito
in capannoni, dalla
ditta Parrini
Eugenio, provvisto
di recinzione e
sottoposto ad una
sorveglianza
particolare, aveva
una capienza di
1.500 posti ed era
diretto dal
Commissario Paolo
Salvatore;
-
Fossacesia (Chieti),
fabbricato con 100
posti;
-
Francavilla al Mare
(Chieti),
palazzina con 100
posti di proprietà
del Cav. Giuseppe
Gallo;
-
Gioia del Colle
(Bari), dove erano
internati ebrei
italiani maschi.
Istituito nell'ex
molino pastificio
Pagano, aveva una
capienza di 240
posti ed era diretto
dal Commissario E.
Santini;
-
Gonars, (Udine), Il
campo di
concentramento venne
istituito già nel
dicembre del 1941,
costituito da tre
settori, circondato
da filo spinato,
controllato dai
carabinieri e da
circa 600 soldati
con 36 ufficiali. Ai
lati nord e sud del
vasto spazio
recintato da due
torri alte sei
metri, armate con
mitragliatrici
puntate verso il
campo, con
riflettori che di
notte illuminavano a
intervalli di pochi
minuti il campo e il
circondario. Tutto
intorno una
"cintura" larga due
metri, in cui le
sentinelle avevano
l'ordine di sparare
senza preavviso a
tutti quelli che la
oltrepassavano. Il
25 febbraio 1943 ci
sono a Gonars 5.343
internati di cui
1.643 bambini. Ci
sono intere famiglie
provenienti da
Lubiana o dai campi
di Arbe (Rab) o di
Monigo (Treviso);
due terzi croati e
un terzo sloveni;
-
Isernia, vi erano
internati maschi di
varie nazionalità;
istituito nell'ex
convento delle suore
Benedettine detto
"Antico Distretto",
aveva una capienza
di 190 posti ed era
diretto dal
Commissario Guido
Renzoni;
-
Isola del Gran Sasso
(Teramo), Basilica
di S.Gabriele;
-
Istonio, fabbricato
di proprietà
dell?Avv. Oreste
Ricci con 300 posti;
-
Isonto Marina
(Vasto), campo di
concentramento per
gli italiani
"pericolosi";
-
Lama dei Peligni
(Chieti), campo di
smistamento di Lama
dei Peligni,
fabbricato di
proprietà del Bamco
di Napoli con 100
posti;
-
Lamciano (Chieti),
campo di
concentramento
femminile;
-
Le "Fraschette" di
Alatri (Frosinone),
Il campo delle
"Fraschette" venne
progettato
nell'aprile del 1941
per ospitare 7.000
prigionieri di
guerra, ma, dato il
problema impellente
degli sfollati, il
Ministero degli
Interni decise
presto di destinarlo
a questo uso. Alla
fine prevalse un
terzo uso: campo di
internamento per
migliaia di slavi
che venivano
deportati per
rappresaglia contro
l'attività
partigiana. La
gestione
dell'internamento,
però, fu affidata
non alla Direzione
Generale della
Pubblica Sicurezza,
bensì
all'Ispettorato
Generale per i
servizi di guerra.
Ciò consentiva al
governo di
risparmiare il
versamento del
sussidio di Lire
6,50 al giorno per
ogni internato. Al
campo, dunque, fu la
fame più nera.
All'interno del
campo, si mangiava
solo, da parte degli
slavi, la brodaglia
preparata dai
militari. Diversa
era invece la
situazione per i non
numerosi internati
anglo-maltesi che
venivano assistiti
dalla Croce Rossa
svizzera. Erano gli
slavi, insomma, ad
essere condannati
all'inferno.
Nell'estate del1943
gli internati
salirono fino ad un
numero massimo di
4.500 persone. Dopo
l'8 settembre 1943,
il venir meno della
vigilanza consentiva
a molti internati di
fuggire, e, nel
novembre dello
stesso anno, le SS
tedesche imposero al
governo di Salò il
trasferimento degli
ultimi rimasti, in
numero di 1.300, al
campo di Fossoli,
presso Carpi.
-
Lipari (Messina),
campo di
concentramento;
-
Montalbano
(Firenze), era
predisposto ma non
ancora attivo.
Istituito nel
castello di
Montalbano, località
Sant'Andrea a
Rovezzano aveva una
capienza di 60
posti;
-
Manfredonia
(Foggia), campo di
concentramento, dove
erano internati
maschi di varie
nazionalità,
Istituito nel nuovo
macello comunale,
aveva una capienza
di 300 posti ed era
diretto dal
Commissario Guido
Celentano. Il campo
fu aperto nel giugno
del 1940 e chiuso
nel 1943 dove tornò
ad essere ol macello
originario. Per
adeguarlo a campo di
concentramento si
fecero alcuni
lavori; stanze,
fogne, cucina
e di conseguenza
recintato perchè dà
sulla strada.
Ancora oggi lo si
può vedere;
-
Miglianico (Chieti),
fabbricato con 120
posti;
-
Monterchiarugolo
(Parma), dove erano
internati sudditi
nemici maschi.
Istituito nel
castello medioevale
del dr. Marchi,
aveva una capienza
di 200 posti ed era
diretto dal
Commissario Socrate
Addario;
-
Monterforte Irpino
(Avellino), dove vi
erano internati
italiani maschi, era
istituito nell'ex
orfanotrofio
Loffredo, aveva una
capienza di 100
posti ed era
sottoposto alla
giurisdizione del
podestà del luogo;
-
Nereto (Teramo),
campo di
concentramento
-
Notaresco (Teramo),
campo di
concentramento
-
Pisticci (Matera),
campo di
concentramento;
-
Pollenza (Macerata),
dove erano internate
delle donne.
Istituito nella
villa Lauri in
località S. Lucia,
aveva una capienza
di 110 posti ed era
diretto dal
Commissario Nicola
Martinez e da Fedora
Largarini;
-
Ponza (Latina),
campo di
concentramento;
-
Potriolo (Macerata),
campo di
concentramento;
-
Sassoferrato
(Ancona), campo di
concentramento per
internati politici
ubicato nel Convento
di Santa Croce, di
proprietà dei Monaci
Eremiti Camaldolesi.
Aperto nel febbraio
1943 fino a ottobre
dello stesso anno.
Nelle vicinanze si
trovavano,
inoltre, anche i
campi di Treia e
Fabriano;
-
Scipione di
Salsomaggiore
(Parma), era
predisposto ma non
ancora attivo.
Istituito nel
castello in fraz.
Scipione, aveva una
capienza di 200
posti ed era diretto
dal Commissario
Tiberio Pasqualoni.
Per la custodia del
campo c'era una
postazione fissa di
carabinieri con a
capo il direttore
Podestà sig.
Francesco Mastri;
-
Solofra (Avellino),
dove erano internate
prostitute
straniere. Istituito
in un edificio
dell'abitato, aveva
una capienza di 50
posti ed era diretto
da Giuditta Festa;
-
Tolentimo
(Macerata), campo di
concentramento;
-
Tortoreto (Teramo),
campo di
concentramento;
-
Tossicia (Teramo),
campo di
concentramento;
-
Treia (Macerata),
dove erano internate
delle donne.
Istituito nella
villa La Quiete
detta della Spada,
aveva una capienza
di 100 posti ed era
diretto dal
Commissario Carmine
Ferrigno e da Luisa
Marchesini;
-
Tremiti (Foggia),
campo di
concentramento;
-
Tollo (Chieti), il
campo per i
comunisti Jugoslavi,
era un fabbricato
con 250 posti;
-
Urbisaglia
(Macerata), dove
erano internati
ebrei maschi,
italiani e di varie
nazionalità.
Istituito
nell'Abbadia di
Fiastra, aveva una
capienza di 200
posti ed era diretto
dal Commissario
Paolo Spetia;
-
Ustica (Palermo),
campo di
concentramento;
-
Ventotene (Latina),
campo di
concentramento;
-
Vinchiaturo
(Campobasso), dove
erano internate
delle donne,
istituito in locali
di proprietà
privata, aveva una
capienza di 60 posti
ed era diretto dal
podestà del luogo;
-
Visco (Udine), il
lager sorgeva nella
Caserma Borgo Piave
- oggi caserma Sbaiz
- nei pressi del
paese di Visco, che
si trova fra
Palmanova e Gradisca
d'Isonzo, a sud di
Udine.
-
Vò Vecchio (Padova),
Villa
Contarini-Venier.
La seicentesca villa
è un'imponente
residenza veneziana,
a pianta quadrata
che si innalza su
tre piani oltre
quello terreno. Nel
XIX secolo fu
costruito un corpo
aggettante con la
scala monumentale
che mette in
comunicazione i vari
piani. Era un
campo di
concentramento
fascista per ebrei
delle zone limitrofe
e si reputa che sia
stato aperto nel
dicembre del 1943.
La direzione del
campo era affidata
ad un fascista di un
paese vicino,
mentre le suore
curavano la cucina.
Agli inizi degli
Anni 50, la villa
diventa di proprietà
del comune. Il
complesso
monumentale è
visitabile solo
dall'esterno perchè
è in stato di
abbandono. Ci sono
alcuni progetti per
la sua
ristrutturazione.
-
Campi di
concentramento di
Tortoreto Stazione
(Alba Adriatica) e
Tortoreto Alto
Dopo l'armistizio,
mentre i campi istituiti
nell'Italia meridionale
vennero chiusi o
liberati dagli Alleati,
quelli che si trovavano
nell'Italia
centrosettentrionale
continuarono a
funzionare sotto
l'occupazione tedesca e
secondo le nuove norme
della Repubblica Sociale
Italiana. Inoltre, verso
la fine del 1943 e i
primi mesi del 1944,
vennero istituiti i
campi di:
-
S. Martino di
Rosignano Monferrato
(Alessandria), con
una capienza di 40
posti, per donne
straniere, diretto
dal Commissario
Prefettizio Giovanni
Zanello;
-
Pian di Coreglia,
comune di Orero
(Genova), con una
capienza di 300
posti, per donne,
venne diretto da un
aiutante della
Guardia Nazionale
Repubblicana;
-
Roccatederighi
(Roccastrada
Grosseto), con una
capienza di 110
posti, per ebrei
italiani e
stranieri, venne
diretto dal Sig.
Gaetano Rizziello;
-
Vallecrosia
(Imperia), con una
capienza di 150
posti, campo misto,
venne diretto dal
Vice Commissario
Aggiunto Curci;
-
Mantova (periferia),
con una capienza di
70 posti, per ebrei,
venne diretto dal
Ragioniere della
Prefettura
Martiradone;
-
Cortemaggiore
(Piacenza), con 500
posti, venne diretto
dal Capitano della
Guardi nazionale
Repubblicana Albino
Pastorelli;
-
"Istituto Morello",
Spotano (Savona),
aveva una capienza
di circa 50 posti,
per croati e
italiani, il 30
aprile 1944 venne
dismesso e gli
internati trasferiti
nel campo di Cairo
Montenotte;
-
Cairo Montenotte,
Celle Ligure
(Savona), istituito
nella "Colonia
Bergamasca", era già
attivo dal febbraio
1943, aveva una
capienza di 400
posti, per croati e
italiani, venne
diretto da un
Tenente della
Guardia Nazionale
Repubblicana;
-
Teramo (caserma
Mezzacapo), con una
capienza di 300
posti, per italiani,
venne diretto dal
Commissario Aggiunto
di P.S. della
Guardia Nazionale
Repubblicana
Filiberto Di
Raffaele.
Nel dicembre
1943, in attuazione
dell'ordinanza di
polizia n. 5, le
questure si attivarono
per rintracciare gli
ebrei. Una volta
arrestati, in attesa di
trasferirli nei campi di
"raccolta", vennero
rinchiusi, oltre che
nelle locali carceri e
in alcuni dei campi
precedentemente citati,
in quelli provinciali
di:
-
Aosta, caserma
Mottina;
-
Asti, seminario
locale;
-
Bagni di Lucca
(Lucca);
-
Calvari di Chiavari
(Genova),
-
Ferrara, locali del
Tempio Israelitico
-
Forlì, albergo
Commercio in corso
Diaz;
-
Senigallia (Ancona),
colonia Marina Unes;
-
Mantova, Casa di
Riposo Israelitica;
-
Terme di Monticelli
(Parma);
-
Perugia, Istituto
Magistrale;
-
Reggio Emilia
(provincia), Casa
Sinigaglia prima, e
poi a Villa
Corinaldi, e
successivamente a
Villa Levi di
Coviolo;
-
Sondrio, edificio in
via Nazario Sauro;
-
Vercelli, cascina
Ara Vecchia e
successivamente
nella casa di Riposo
Vittorio Emanuele
III;
-
Verona, edificio in
via Pallone;
-
Piani di Tonezza
(Vicenza), Colonia
Umberto I.
A questi bisogna
aggiungere i quattro
campi, considerate vere
e proprie "anticamere
dello sterminio", dove,
prima di essere
deportati nei lager
tedeschi, vennero
"raccolti" la maggior
parte degli ebrei
precedentemente
catturati.
-
Il campo di Borgo
San Dalmazzo
(Cuneo), attivo dal
18 settembre 1943,
venne chiuso
temporaneamente, per
l'evacuazione dei
prigionieri verso il
campo di Drancy
(Francia) il 21
novembre 1943 e
successivamente
riattivato fino a
febbraio 1944. Era
stato istituito
nella locale caserma
degli alpini e venne
utilizzato come
campo di raccolta e
transito
(Polizei-Haftlager).
-
Il campo di
concentramento di
Fossoli di Carpi
(Modena), da campo
per prigionieri di
guerra, nel dicembre
1943, diverrà il
centro di raccolta e
di transito per la
deportazione
(Polizei - und
Durchgangslager) più
grande d'Italia, dal
quale partiranno la
maggioranza dei
convogli diretti ai
campi di sterminio
nazisti. Istituito a
cinque chilometri da
Carpi, venne
direttamente
amministrato dai
tedeschi. Chiuso nei
primi giorni
dell'agosto 1944
dopo la deportazione
degli ultimi ebrei
presenti e
l'evacuazione dei
prigionieri politici
verso Bolzano.
-
Il campo di
Bolzano-Gries,
allestito in delle
autorimesse
riadattate sulla
strada per Merano,
venne attivato dopo
la chiusura di
Fossoli, nell'agosto
del 1944, e funzionò
come il precedente
da Polizei - und
Durchgangslager fino
alla fine
dell'aprile 1945.
-
Il campo di
concentramento di
San Sabba (Trieste)
venne istituito in
un vecchio
stabilimento per la
lavorazione del riso
nel 1944,
inizialmente
utilizzato come
campo di detenzione
per i partigiani,
diverrà un centro di
raccolta e
smistamento per gli
ebrei
(Polizei-Haftlager).
Sarà l'unico campo
di concentramento in
Italia quasi simile
ai lager tedeschi,
dove gli internati
verranno torturati,
uccisi, in una
rudimentale camera a
gas, e cremati nel
forno crematorio
istituito nel
cortile interno del
campo. Verrà
liberato dai
partigiani jugoslavi
il 30 aprile del
1945.
Oltre a questi
campi, che dipendevano
dal Ministero
dell'interno, vennero
utilizzati per internare
i civili anche alcuni
campi per prigionieri di
guerra, che dipendevano
dalle autorità militari,
come quelli di
Servigliano (Ascoli
Piceno), Sforzacosta
(Macerata) e quelli di
Fossoli di Carpi
(Modena,) e la Risiera
di San Sabba a Trieste[.
Dopo l'8 settembre
del 1943 l'Italia è
divisa in due. Una parte
sotto il controllo della
neonata Repubblica
Sociale Italiana
(R.S.I.) e delle forze
naziste e l'altra libera
sotto la monarchia
italiana con le truppe
alleate e le forze
partigiane.Quasi nulla
era l'autonomia della
RSI rispetto alla
Germania la quale
amministrava
direttamente alcune
province, quelle
rientranti nella zona di
Operazione delle Prealpi
(province di Trento,
Bolzano e Belluno) e
quelle comprese nella
zona di operazione
Litorale Adriatico
(province di Udine,
Gorizia, Trieste, Fiume,
Pola e la nuova
provincia di Lubiana).
Inoltre, il Terzo Reich
impose che il nuovo
Governo doveva risiedere
non a Roma, che si era
dichiarata Città aperta,
ma nella zona attorno al
lago di Garda, da qui il
nome di Repubblica di
Salò. Come già
accennato, tutti i campi
di internamento che si
trovavano al di sotto
della linea gotica
furono liberati, quelli
a nord della linea
stessa rimasero e furono
gestiti sia dalla RSI
che dai nazisti. I nuovi
campi che vennero
istituiti in particolare
lo furono per il
concentramento degli
ebrei: di fatto
l'internamento degli
ebrei venne finalizzato
alla deportazione nei
lager tedeschi. Con
l'ordinanza del 30
novembre 1943, n. 5, il
Ministro degli Interni
Buffarini Guidi, dispose
l'arresto e la
concentrazione in
apposti campi
provinciali degli ebrei
stranieri ed italiani.
Un mese dopo, nel
dicembre del 1943, con
l'istituzione del campo
di Fossoli (vicino
Carpi) si creava un
unico centro nazionale
di transito per gli
ebrei destinati ai campi
di sterminio tedeschi.
Per avere
ulteriori informazioni
leggere il libro:
I lager in Italia. La
memoria sepolta nei
duecento luoghi di
deportazione fascisti
di Galluccio Fabio edito
dalla Nonluoghi Libere
Edizioni.
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