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August 18, 1946 Vergarola Tragedy -
News Articles: Il Piccolo di Trieste
20 agosto 2001
Cerimonia di commemorazione, presenti il vicesindaco e un rappresentante
degli esuli, a 55 anni dalla tragedia che favorì l’esodo
Ricordata le vittime della strage di Vergarolla
POLA - Sabato
scorso la città dell’Arena ha commemorato le vittime innocenti della
sciagura di Vergarolla del 18 agosto 1946.
Il vicesindaco italiano
Tullio Persi e il presidente della Comunità degli Italiani Mario Lonzar
hanno deposto corone di fiori ai piedi del cippo che ricorda il tragico
avvenimento, e alla cerimonia sono intervenuti anche Teodoro Ronzitti
del Libero comune di Pola in esilio e Zlatko Mihevc a nome del comando
croato del settore marittimo dell'Alto Adriatico. Una consuetudine,
quella della commemorazione congiunta fra esuli e «rimasti» che si
perpetua da un po’ di anni a questa parte.
Ma ripercorriamo i fatti.
In quell'afoso 18 agosto di 55 anni fà 28 mine - in tutto 9 tonnellate
di tritolo - saltarono in aria nei pressi della pineta di Vergarolla, ad
una decina di metri dalla spiaggia pubblica, provocando una vera e
propria strage fra i bagnanti, che fino a quel momento stavano
trascorrendo una tranquilla giornata di mare e di relax.
Molti di loro si erano
dati appuntamento per assistere alle gare di nuoto per la coppa
«Scarioli». Il bilancio dello scoppio non poteva essere più tragico:
settanta morti e un centinaio di feriti. Intere famiglie furono spazzate
via dalla deflagrazione delle mine di profondità di fabbricazione
tedesca o francese lasciate incustodite dopo la fine del secondo
conflitto mondiale.
Nonostante siano passati
molti anni da quella funesta giornata di metà agosto, la tragedia di
Vergarolla è tuttora avvolta da numerosi interrogativi, in quanto
nessuno ha mai fornito una spiegazione precisa di quello che avvenne
esattamente.
Non si può scartare
l'ipotesi dell'incidente dovuto alla mancata custodia degli ordigni,
così come non si può negare uno scellerato piano terroristico per
costringere tanti polesani ad abbandonare la città e a partire esuli
verso l'Italia, come del resto avvenne.
Un dato è certo: dopo i
tragici fatti di Vergarolla, Pola perse gran parte della sua anima, un
vuoto che a 55 anni di distanza non è stato ancora colmato.
i.b. |
19 agosto
2002
POLA Ricordata
la tragedia di 56 anni fa che causò 70 morti
Strage di Vergarolla, la memoria e i dubbi
POLA - Ieri mattina nella città dell’Arena sono
state ricordate le vittime della tragedia di Vergarolla, una delle pagine più
tristi della plurimillenaria storia della città.
Alle 14.10 di domenica 18 agosto 1946, 28 mine
,per poco meno di 10 tonnellate di tritolo, esplosero vicino alla pineta di
Vergarolla, a pochi metri dalla spiaggia. Fu una vera e propria strage tra i
bagnanti molti dei quali erano accorsi per assistere alle gare di nuoto per la
coppa «Scarioni»: una settantina i morti, oltre un centinaio di feriti. A 56
anni di quell'evento, che fece perdere a Pola gran parte della sua anima, non è
stata ancora data una precisa risposta all'inquietante interrogativo: fu un
incidente causato dalla mancata custodia degli ordigni oppure un atto
terroristico ben architettato con precise finalità politiche?
Stando a qualcuno gli ordigni, residuati bellici,
erano stati disinnescati da artificieri italiani e reinnescati di nascosto da
militari jugoslavi che avevano eluso la sorveglianza delle truppe britanniche di
occupazione. Poi lo scoppio, nel momento di maggior affollamento di popolazione
sulla spiaggia, con un messaggio molto chiaro: o la valigia o la tomba.
Lo ripetiamo, è solo una delle due ipotesi.
Ma ritorniamo alla commemorazione di ieri mattina.
Alle 9 nel Duomo il parroco don Desiderio Staver ha celebrato la messa di
suffragio alla memoria delle vittime. Chiesa gremita di polesi e di esuli,
accorsi anche perchè la messa domenicale è ormai l'unica funzione in lingua
italiana in città, come se i proclami di bilinguismo, multiculturalità etc. non
riguardassero il clero. Poi, tutti dinanzi al cippo alla memoria di Vergarolla,
nel parco adiacente al Duomo, sul quale il vice sindaco italiano Tullio Persi e
il presidente dell'assemblea della Comunita' degli Italiani Silvio Forza, hanno
deposto una corona di fiori. Tra i convenuti Livio Dorigo, presidente del
Circolo di cultura istroveneta «Istria».
p.r. |
20 agosto
2002
POLA
Cerimonia di commemorazione, presenti il vicesindaco e un rappresentante
degli esuli, a 55 anni dalla tragedia che favorì l’esodo
Ricordate le vittime della strage di Vergarolla
POLA - Sabato scorso la città dell’Arena ha
commemorato le vittime innocenti della sciagura di Vergarolla del 18 agosto
1946.
Il vicesindaco italiano Tullio Persi e il
presidente della Comunità degli Italiani Mario Lonzar hanno deposto corone di
fiori ai piedi del cippo che ricorda il tragico avvenimento, e alla cerimonia
sono intervenuti anche Teodoro Ronzitti del Libero comune di Pola in esilio e
Zlatko Mihevc a nome del comando croato del settore marittimo dell'Alto
Adriatico. Una consuetudine, quella della commemorazione congiunta fra esuli e
«rimasti» che si perpetua da un po’ di anni a questa parte.
Ma ripercorriamo i fatti. In quell'afoso 18 agosto
di 55 anni fà 28 mine - in tutto 9 tonnellate di tritolo - saltarono in aria nei
pressi della pineta di Vergarolla, ad una decina di metri dalla spiaggia
pubblica, provocando una vera e propria strage fra i bagnanti, che fino a quel
momento stavano trascorrendo una tranquilla giornata di mare e di relax.
Molti di loro si erano dati appuntamento per
assistere alle gare di nuoto per la coppa «Scarioli». Il bilancio dello scoppio
non poteva essere più tragico: settanta morti e un centinaio di feriti. Intere
famiglie furono spazzate via dalla deflagrazione delle mine di profondità di
fabbricazione tedesca o francese lasciate incustodite dopo la fine del secondo
conflitto mondiale.
Nonostante siano passati molti anni da quella
funesta giornata di metà agosto, la tragedia di Vergarolla è tuttora avvolta da
numerosi interrogativi, in quanto nessuno ha mai fornito una spiegazione precisa
di quello che avvenne esattamente.
Non si può scartare l'ipotesi dell'incidente
dovuto alla mancata custodia degli ordigni, così come non si può negare uno
scellerato piano terroristico per costringere tanti polesani ad abbandonare la
città e a partire esuli verso l'Italia, come del resto avvenne.
Un dato è certo: dopo i tragici
fatti di Vergarolla, Pola perse gran parte della sua anima, un vuoto che
a 55 anni di distanza non è stato ancora colmato.
i.b. |
18 agosto 2005
Oggi la cerimonia a Pola
con la partecipazione di esuli e rimasti
Ricordo della strage di
Vergarolla
POLA Oggi vengono ricordate le vittime
della tragedia di Vergarolla, avvenuta esattamente 59 anni fa
sull'omonima spiaggia. Nello scoppio di alcune mine residue della
seconda guerra mondiale morirono un centinaio di polesani che
stavano trascorrendo una domenica al mare. L'episodio non ancora
chiarito (secondo le autorità dell'epoca si trattò di un incidente,
secondo altri invece di un vero atto terroristico per distruggere
l'anima italiana della città) segnò l'inizio dell'abbandono della
città dell’arena della maggioranza dei suoi abitanti, che la
lasciarono l’anno successivo, il 1947, quando le grandi potenze
decisero che sarebbe stata attribuita all’Italia, mentre dal
dopoguerra era sottoposta ad amministrazione anglo-americana come
Trieste. Il luttuoso anniversario viene ricordato con la posa sul
monumento in piazza San Tommaso (e sarebbe ora, detto per inciso,
che qualcuno finalmente correggesse la scritta Vergarola aggiungendo
una elle) di corone di fiori da parte dei rappresentanti del Comune,
della Comunità degli italiani e degli esuli polesani che si
presentano sempre numerosi all'appuntamento. La cerimonia sarà
preceduta alle ore 11 dalla messa in lingua italiana che sarà
officiata nel Duomo adiacente da don Desiderio Staver, con la
partecipazione della corale dell’associazione culturale «Lino
Mariani» che fa parte della Comunità degli italiani. Farà seguito un
incontro conviviale tra esuli e rimasti, sempre nella sede del
sodalizio del connazionali.
p.r. |
19 agosto 2005
Si terrà l’anno prossimo a
Pola con studiosi dei due Paesi per chiarire la tragedia di 59 anni
fa
Vergarolla: un convegno
per sapere la verità
CELEBRAZIONE POLA Ricordata ieri la
tragedia di Vergarolla avvenuta il 18 agosto di 59 anni fa, quando
nello scoppio di alcune mine (per la precisione 9 tonnellate di
esplosivo contenuti in residuati di guerra sparsi lungo la spiaggia)
morirono 80, forse un centinaio di polesani che stavano trascorrendo
una domenica al mare. Molti si erano dati appuntamenti a Vergarolla
per assistere alla regata remiera per la celebrazione dei 100 anni
di fondazione della società «Pietas Julia». Fu un'ecatombe con
brandelli di corpi umani e sangue dappertutto. A distanza di 59 anni
rimane senza risposta l'interrogativo: fu un incidente oppure un
attentato contro gli abitanti di Pola per costringerli ad andare
via? Proprio nel tentativo di arrivare alla verità alla prossima
celebrazione quella del 60.mo, si terra' a Pola un convegno di
storici, ricercatori e testimoni ancora in vita. Un anno fa,
l'allora sindaco Luciano Delbianco aveva parlato apertamente di
sabotatori e di un atto dinamitardo non casuale. Ma ritorniamo alla
cerimonia di ieri. Dinanzi al cippo che ricorda la strage sul quale
sono state deposte corone di fiori, il sindaco del Libero comune di
Pola in esilio generale Silvio Mazzaroli ha dichiarato che questi
incontri sono sempre più spontanei e semplici e rafforzano il senso
di comunità tra i Polesani. «È tempo di voltare pagina – ha aggiunto
– ma senza dimenticare». Poi il presidente del Circolo Istria Livio
Dorigo ha sottolineato che le commemorazioni delle vittime innocenti
di Vergarolla sono importanti perchè intese a ritrovare l'orgoglio
della città e la vocazione per un suo futuro migliore. Il vice
sindaco italiano di Pola Diego Buttignoni ha ricordato che quella di
Vergarolla è stata «la tragedia più grande nel dopoguerra in città».
Tra i presenti alla commemorazione, il console generale d'Italia a
Fiume Roberto Pietrosanto, il deputato italiano al parlamento croato
Furio Radin e Stelio Spadaro della segretario dei Ds di Trieste. La
cerimonia è stata preceduta dalla messa di suffragio per i morti
celebrata dal parroco del Duomo don Desiderio Staver.
p.r. |
17
agosto 2006
STORIA
Le responsabilità di quella «maledetta domenica» non sono mai state
chiarite, ma l’effetto è assolutamente chiaro
Vergarolla, la strage che scatenò l’Esodo
Il 18
agosto 1946 l’esplosione di una trentina di mine provocò una sessantina
di morti a Pola
IL
RICORDO 60 ANNI DOPO
STRAGE DI VERGAROLLA COSI’ POLA SI ARRESE
di Raoul Pupo
Pola, 18 agosto 1946, ore 14. La giornata
è piena di sole e piena di gente è la spiaggia di Vergarolla. Come in
tutte le città delle sponde adriatiche, nel giorno festivo i polesani
sciamano al mare per nuotare, prendere il sole, pranzare nella pineta.
Inoltre, quella domenica la società nautica «Pietas Julia» ha
organizzato una gara natatoria che attira un gran pubblico. Non è solo
un evento sportivo, è una manifestazione patriottica, che cade in un
momento particolarmente convulso della vita cittadina, ancora sottoposta
ad amministrazione militare alleata.
Segue dalla prima
I mesi precedenti hanno visto lo scontro
aperto tra i sostenitori del mantenimento della sovranità italiana e
quelli, sempre meno numerosi, dell'annessione alla Jugoslavia di Tito.
Ai primi di maggio in città si è diffuso
un certo ottimismo sull'esito della conferenza di pace di Parigi, ma
subito dopo è arrivata la mazzata: Pola andrà alla Jugoslavia.
È un trauma che scuote la città: messe da
parte le divisioni che pur esistevano un anno prima, al momento della
breve ma cruenta occupazione dal parte delle truppe di Tito, la
popolazione si era nel frattempo ricompattata nel rifiuto della
soluzione jugoslava, e quel rifiuto prende ora una dimensione disperata.
Il 25 giugno la camera del lavoro ha proclamato uno sciopero generale
cui si è accompagnata la serrata di commercianti e industriali; il 12
luglio è cominciata la raccolta delle dichiarazioni dei cittadini che
intendono lasciare Pola nel caso della sua cessione alla Jugoslavia, e
il risultato è stato che su 31.700 polesani, 28.050 hanno scelto
l'esilio. Ma anche quest'ultima dimostrazione della volontà
plebiscitaria dei polesani di rimanere in Italia non ha il minimo
effetto sulle decisioni della conferenza di pace, e nell'estate del 1946
l'esodo sta cominciando a diventare una prospettiva concreta, anche se
non ancora immediata.
Alle 14.10 di quella domenica maledetta
però, proprio mentre sulla spiaggia sta arrivando un barcone di gitanti,
scoppia l'inferno. Sul mare - racconta una testimone - si snoda
improvvisamente un rotolo di fuoco; dalla città - ricorda un altro
sopravvissuto - si vede levarsi sulla riva una colonna di fumo che
sembra il fungo atomico visto in fotografia sui giornali delle truppe
inglesi.
Una trentina di mine di profondità,
residuati della guerra da poco passata, accatastate sull'arenile, è
esplosa improvvisamente tra la folla. Il risultato è quello cui -
purtroppo - le immagini di cui siamo stati bombardati in questi anni di
terrorismo ci hanno quasi abituato: sangue ovunque, corpi smembrati,
vittime di ogni età, episodi strazianti, famiglie decimate o distrutte.
Una sessantina sono i morti, più di un
centinaio i feriti, ma tutta la città ha subito una ferita dalla quale
non si riprenderà più. Ha scritto un autrice istriana, Nelida Milani:
«Lo scoppio fece abbassare il volume alla città. A quel punto si operò
lo scollamento decisivo, inevitabile. L'impalpabile nevrosi della
catastrofe vicina era già diffusa nell'aria e fra la gente. Lì, a quel
funerale, dilagò il senso dell'ineluttabile e della sua accettazione, lì
ci furono scene drammatiche, scelte di fuga da un luogo di morte.
L'esodo a quel punto si fece visibile, massiccio, collettivo. Vergarolla
aveva modificato radicalmente le sorti della città».
Le responsabilità della strage non sono
mai state chiarite. A Pola, nessuno credette alla disgrazia. Già
all'epoca si fece notare che delle mine disinnescate difficilmente
possono esplodere da sole e i sospetti degli italiani si appuntarono in
una sola direzione, quella della Jugoslavia. Indizi, si credette di
trovarne molti, ma prove nessuna.
L'indagine ufficiale esperita dalle
autorità britannica fu inconcludente: la possibilità di uno scoppio
accidentale venne esclusa, ma ipotesi alternative non vennero formulate.
A sessant'anni di distanza, siamo ancora
a quel punto, ma se la ricerca delle colpe è possibile che rimanga senza
esito, l'effetto della strage è assolutamente chiaro. Già intimoriti
dall'esperienza delle foibe, consapevoli del fossato che si era aperto
in città con i sostenitori della causa jugoslava - destinati a diventare
i quadri del futuro regime - gli italiani lessero nella tragedia di
Vergarolla non solo un segno del destino, ma anche un messaggio politico
ben preciso: restare non si poteva, per salvarsi - cioè per conservare
la vita, gli affetti, la propria identità - altra possibilità non c'era,
se non partire.
Raoul Pupo |
18 agosto 2006
Il
programma delle cerimonie
Vergarolla,
60 anni dopo: oggi l’omaggio al cippo e una messa in Duomo a ricordo della
strage
POLA Saranno ricordate quest’oggi le vittime
dell'esplosione di Vergarolla avvenuta il 18 agosto di 60 anni or sono. Il
programma prevede alle 9.45 la posa di una corona di fiori sul cippo di via
Kandler e alle 10.15 la partenza in motonave dal molo Fiume verso Vergarolla
dove saranno lanciate in mare altre corone. Alle 11.30, nel Duomo, si
svolgerà la Messa di suffragio con il coro misto della società «Lino
Mariani»; alle 12.45, alla Comunità degli Italiani, conferenza del professor
Fulvio Salimbeni di Trieste sul «Pensiero europeista di Giuseppe Mazzini e
la sua influenza sulla società polese». In serata, alle 20, all'estivo della
Comunità sarà la volta del tradizionale appuntamento «Ritrovarsi in agosto»
con il trio Italian Stile, la Lino Mariani e Vesna Nezic Ruzic. |
19
agosto 2006
Cerimonie
in ricordo dell’esplosione che diede il via all’esodo. Mazzaroli:
«Riconciliazione del sentimento»
Vergarolla, ferita ancora aperta
A
sessant’anni dalla strage un appello alla pace e alla fratellanza
POLA È stata commemorata ieri la tragedia di
Vergarolla, avvenuta il 18 agosto di 60 anni or sono quando lo scoppio di
alcune mine (nove tonnellate di esplosivo contenute in residuati bellici
sparsi lungo l’arenile) provocò la morte di una sessantina di polesani. Un
centinaio, invece, i feriti alcuni dei quali morirono nei giorni successivi.
Una strage che aveva coinvolto persone impegnate a vivere una domenica al
mare. In quel tragico giorno, infatti, molti si erano dati appuntamenti a
Vergarolla per assistere alla regata remiera per i cento anni della società
«Pietas Julia». E forte, tra i polesani, era il desiderio di ritrovarsi dopo
gli anni oscuri della guerra. Fu invece un'ecatombe con brandelli di corpi
umani e sangue dappertutto.
Oggi cresce la convinzione che non si
trattasse di un incidente casuale ma di un sanguinoso atto intimidatorio
verso gli italiani della città per costringerli ad andarsene. Il che,
purtroppo, ebbe come conseguenza la riduzione al lumicino dell'italianità di
Pola.
Ieri, davanti al cippo di piazza San Tommaso
che ricorda le vittime, ha parlato il presidente del Circolo di cultura
istroveneta Istria di Trieste, Livio Dorigo. «Il mio auspicio è che,
attraverso un senso di pietà che sgorga genuino dal cuore, venga invocato un
sentimento di pace che ci affratelli tutti». E di riconciliazione ha parlato
anche il generale Silvio Mazzaroli, presidente del Libero Comune di Pola in
esilio. «Non della riconciliazione degli interessi ma di quella del
sentimento» le sue parole seguito dal vicesindaco Fabrizio Radin, a nome
anche della Comunità degli italiani.
Poi la sessantina di polesani esuli, rimasti
alla commemorazione, ha raggiunto in motonave il mare di Vergarolla per
gettare in acqua una corona di fiori. Successivamente, nel Duomo, è stata
officiata una messa con la partecipazione della corale della «Lino Mariani».
Infine, i convenuti si sono recati alla Comunità degli italiani per la
conferenza del professor Fulvio Salimbeni di Trieste sul «Pensiero
europeista di Mazzini e sulla sua influenza sulla società polese».
p.r. |
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Created: Saturday, August 18, 2001; Last updated: Friday April 09, 2021
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