Roberto Duiz & Renato Sarti.
La vita xe un Bidòn: Storia di Angelo Cecchelin Comico
Triestino, Baldini & Castoldi (Milano, 1995), 202 pages.
Dalla
Felix Austria di Cecco Beppe all'Italietta di De Gasperi e di
Togliatti:
è lunga e tumultuosa la vita e la
carriera teatrale di Angelo Cecchelin, triestino di
Cittavecchia ("fora Citavecia no respiro") che per
decenni calca i palcoscenici dei varietà della sua città
e di tutta Italia. "Linguazza" che va dritto
all'obiettivo e colpisce - con sarcasmo bruciante come
una frustata, con vitalità che niente spegne o riduce,
con ironia ignara di ogni riverenza e timore - i potenti
di turno.
In questo libro viene ricostruito,
con appassionato rigore, l'incredibile curriculum di
Cecchelin: si dispiega tra la Trieste asburgica e quella
che, dopo la prima guerra mondiale, diventa italiana.
Prosegue durante il ventennio fascista quando -
primattore e capocomico di compagnie teatrali come la
"Triestinissima" salutate in tutta Italia da notevole
successo - conosce gli applausi del pubblico e
l'ostilità del regime. La censura fascista saluta le
comparse in scena di Cecchelin con ottantasei diffide,
tre arresti, due processi, tre anni di vigilanza
speciale, tre sospensioni dell'attività delle sue
compagnie.
Ma "Linguazza" non si lascia
fermare. Nel bel mezzo dei trionfi mussoliniani e mentre
il regime, a Trieste, distrugge, a colpi di ruspa la sua
amatissima Cittavecchia, portando all'estinzione il
mondo popolare delle osterie che hanno fatto da
vivacissimo sfondo a tutta la sua esistenza, i caffè
frequentati da James Joyce e da Saba, da Cergoly e da
Biagio Marin, Cecchelin mette in scena PNF.
Non 'Partito Nazionale Fascista' ma 'Povero Nostro
Franz': un omaggio ai tempi passati e alla rispettosa
convivenza, a dispetto di ogni nazionalismo.
Ma i tempi giocano contro la
tolleranza e l'ironia. Arriva la guerra. E, per
Cecchelin, un'ennesima condanna per l'offesa al Duce,
commentata entusiasticamente dai giornali del regime:
"Il teatro di prosa si è liberato di un figlio degenere,
la musica si è purificata di una nota fessa, l'umorismo
si è sgravato di un feto".
L'occupazione tedesca di Trieste
(alla Risiera di San Sabba viene allestito un campo di
sterminio nazista) segna pagine tragiche di un conflitto
che non conosce pietà. Quindi giunge la Liberazione,
avvelenata dal dolorosissimo calvario dei "quaranta
giorni" durante i quali - in attesa dello stanziamento
degli Alleati -Trieste è occupata dalle truppe di Tito e
colpita quindi da spietate rese dei conti, da
selvaggi"infoibamenti".
Trieste - amministrata dagli
Alleati fino al 1954 - è un avamposto della "guerra
fredda". Dolorosamente diversa da quello scenario,
popolare e frizzante, che Cecchelin ha tanto amato. [Da:
https://www.bol.it/libri/vita-xe-bidon.-Storia-Angelo/Roberto-Duiz-Renato-Sarti/ea978888598991/]