Pietro Kandler
«L'uomo di scienza non scende tutto
nella tomba: vive nelle opere sue».

[Tratto da: Archivio Veneto, Tomo III - Parte I. Tipografia del Commercio di Marco Visentini (Venezia, 1872), p. 186-208.]

Nacque ai 23 Maggio 1804, morì al 18 Gennaio 1872.

La sua vita fu una serie continua di ricerche, di studi, di meditazioni sull' Istria, considerata dall' epoche più remote fino ai dì nostri. Nè soltanto sull' Istria propriamente detta, ma su tutta la regione che dalla cerchia delle Alpi Giulie scende al mare Adriatico. Quindi si occupò, e con particolare amore, della sua città natale Trieste, come si occupò della Carsia (Carso) che le si atterga, e della zona marittima che si stende fino e compresa Aquileia.

In sullo scorcio del secolo passato l' illustre Gian Rinaldo Carli di Capodistria colla sua eruditissima opera — Delle antichità italiche — e con altre minori, ma non meno dotte, pubblicazioni, aveva già richiamato l' attenzione degl' italiani sui grandi monumenti e sull' importanza storica dell' Istria.

Nel terzo decennio di questo secolo l' istriano canonico Pietro Stancovich di Barbana, superando con ostinata perseveranza penosissime difficoltà, raccolse in tre volumi le notizie biografiche di ben quattrocento settanta otto istriani che nel corso dei secoli si sono distinti nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, nella milizia, nella magistratura, negli ordini ecclesiastici... mentre il giureconsulto D.r Domenico de Rossetti, mirabile esempio d'illuminato e operoso amor patrio, illustrava la storia e la legislazione, e propugnava le franchigie e i diritti politici della sua ben amata Trieste.

Ma Pietro Kandler sull' ala dei nuovi tempi superò tutti e tre, per ciò che si attiene agli studi storiografici, nella vastità del concetto e nell' acume critico non solo, ma nella pertinacia dei propositi, e nell' entusiasmo per la nativa contrada. — Egli dedicò ingegno, opera, lumi, lucri, tutto sè stesso al nobilissimo fine di porre in luce il passato di Trieste e dell' Istria, persuaso che a questo si [187] possano attingere sapientissime norme per il presente, e buoni auspici per l' avvenire.

A lui giovane arrise certamente l' idea di dettare la storia di tutta quella regione, ma inoltratosi nelle ricerche e invogliatosi dei particolari, gli soverchiò la materia e incontrò difficoltà che credette in ultimo di non poter superare. Ai molti che gliene fecero pressa, fra' quali al sottoscritto, che onorò per lunghi anni di particolar confidenza, rispose asseverantemente non essere ancora maturo il tempo per iscrivere la storia vera dell' Istria, non esser egli chiamato a scriverla. —

«La storia dell'Istria, soggiungeva poi, è scritta veramente sopra il suo suolo dal monte al mare; ma è libro di ardua lettura, perchè molte pagine furono cancellate o falsate, e alcune strappate perfino. A far rivivere gli antichi segni attraverso le superfetazioni e le sgorbiature della barbarie, della prepotenza, dell'ignoranza, a supplire adeguatamente le pagine strappate, fa d'uopo di lungo studio e di molta arte, fa d' uopo frugare ancora il suolo, gli archivi, le carte private, ammassare fatti, notizie, documenti in provincia e fuori di provincia, vagliarli, ordinarli».

Ma se non dettò la storia ordinata di tutta la regione istriana, ben dettò la storia della sua Trieste, il cui manoscritto di tre grossi volumi, premiato in un patrio concorso, poi acquistato da quel Comune, non tarderà, è a sperarsi, di vedere la luce. — Oltre a ciò in numerose e svariatissime dissertazioni, memorie, corrispondenze, ha trattato le grandi e le piccole questioni che alla storia di tutta la provincia si riferiscono, e lasciò nei suoi scritti editi ed inediti un ricco e raro complesso di materiali per la topografia, l'archeografia, la etnografia; per la conoscenza delle condizioni civili e politiche, del gius pubblico e privato, della chiesa, dei costumi, dell'arte, dell'economia ecc. di quella interessante regione italo-veneta. È giusto quindi che l' Archivio si occupi con amore di un sì dotto e benemerito raccoglitore di patrie e nazionali memorie.

Da commemorazioni pubblicate or ora a Trieste ed in Istria, fra le quali meritano particolare menzione per copia ed esattezza di notizie i Cenni biografici di Gaetano J. Merlato esciti in elegante edizione del Lloyd, risulta che la famiglia Kandler (Chandler), originaria della Scozia, si stabili a Trieste al principio del secolo XVII. Il padre di lui, Paolo, è stato pittore scenografico distinto, la madre Giovanna Cerutti di Capodistria, figlia di colto medico. Avuta la prima istituzione [188] leteraria a Capodistria, incominciò il corso della legge a Padova, lo prosegui a Vienna e lo compì a Pavia dove prese la laurea. — Fin dai più giovani anni manifestò cuor generoso, ingegno pronto, memoria tenace, amore grande allo studio, stragrande allo studio delle cose patrie. — Delle lingue si occupò quanto occorre a chi voglia esercitarsi con profitto nell' arringo delle lettere e delle scienze. Non meno dell' italiano scrisse correntemente il latino e il tedesco, s' addentrò nel greco, e conobbe e parlò altri idiomi moderni. Ma cogli anni crebbe in lui soprattutto lo spirito d' osservazione che si trasformò poi in irresistibile tendenza all'indagine. Nel campo della storia patria si propose talvolta i più ardui problemi, e le difficoltà, lungi dallo scoraggiarlo, gli aggiungevano lena, tanto che insistendo ne trionfava.

A Vienna le ore che gli rimanevano libere le dedicava a ricerche diplomatiche nella biblioteca imperiale, d' onde trasse appunti e documenti preziosi. Le ferie autunnali impiegò solitamente in viaggi pedestri che a lui non erano divagamento ma nuovo studio, applicazione cioè di studi fatti o preparazione a studi che aveva in mente di fare. — Così a più riprese viaggiò l' Ungheria, la Croazia, la Slavonia: così percorse la Stiria e la bassa Austria, e così, compiuti appena gli studi, visitò la Lombardia, la regione dei laghi fino alla Svizzera, il Trentino ed il Veneto. L'Istria poi, la Carsia, il Goriziano, l'Alpe Giulia, e tutta la zona marittima da Aquileia intorno fino a Fiume, le corse e ricorre ripetutamente ed in tutti i sensi, tanto che nessun Istriano conobbe meglio di lui la propria terra.

Studiò i testi antichi sopra il terreno: purgò sapientemente qualcuno, (la Tavola Teodosiana ad esempio), da errori troppo ripetuti di amanuensi o di stampatori, e la ispezione dei luoghi, fatta alla luce del sole, gli valse ben più di molti commenti che puzzano di lucerna. — In grazia di coteste peregrinazioni, combinate collo studio ben ponderato di Strabone, di Livio, di Plinio, degli Itinerari, dei Gramatici, dell' Anonimo Ravennate, e d'altrettali autori, ei potè più tardi disegnare con mirabile precisione sopra carte moderne molte parti del mondo romano, la Venezia, l'Istria, la Liburnia, la Giapidia, la Dalmazia, la Pannonia, le Dacie ecc., e gli agri colonici di tutta Italia, lavori preziosi tuttora inediti, e tanto degni di vedere la luce; come potè conformare la carta plastica di tutta l' Istria.

Pochi avrebbero potuto vantarsi d' un colpo d'occhio così sicuro per istabilire le visuali e giudicare le altezze , le distanze, le posizioni, le condizioni, le attitudini dei terreni: coli' esercizio continuo [189] aveva acquistato quasi a dire un sesto senso. — E in fatti a lui su tenuissimi indizi rivelavansi traccio di strade e di limiti d' agri, avanzi di mura, di castellari, di acquedotti, di putei, di tombe, là dove altri meno esercitati, se anche instruiţi, nulla scorgevano. Questa sua speciale attitudine, frutto del lungo studio e del grande amore, gli procurò non poche volte l'epiteto di visionario, ma i fatti poi in cento casi gli hanno dato ragione (1). D' ogni nuova scoperta grandemente si rallegrava e ne dava parte agli amici, e se ne faceva scala a scoperte ulteriori, tanto che d' una in altra riesci a conclusioni che dapprima parvero ardite e perfino strane, ma che più tardi furono accettate dai dotti, e divennero patrimonio prezioso per il paese.

Sebbene nella vastità dei suoi studi abbracciasse tutti i periodi della storia, e risalisse ai miti, e ultimamente anche ai tempi detti preistorici, tutta volta si fermò con particolare predilezione sull' epoca romana, che incominciò per l' Istria nel 178 avanti Pera volgare, e riesci a far toccare con mano che la impronta lasciata da, quel grande popolo in Istria trionfò dei secoli, della barbarie, dello stranierume, e visse e vive tuttora non solo nei monumenti e nei ruderi, ma quasi a dire nel suolo e nelP aere di quella interessante contrada, vive e vivrà più che mai nelP indole, nei costumi, nel sangue di quegli abitanti.

Se non che a seguire passo passo lo svolgimento dei suoi studi, che è a dire della sua vita, occorrerebbe uno spazio ben maggiore di quello che non sia consentito dalla natura di questa pubblicazione. B perciò, lasciando ai periodici delle provincie da lui particolarmente illustrate l' onorevole compito di parlarne più distesamente, ci affrettiamo a dire degli offici pubblici da lui sostenuti.

[190] Compiuti gli studi e ritornato in Trieste nel 1826, s'allogò subito presso l' avvocato D.r Domenico de Rossetti, del quale divenne presto confidente ed amico, e collaboratore assiduo nelle ricerche e pubblicazioni patrie.—Nel 1830, passò al Fisco dove stette dieci anni, e dove tra vecchi documenti, investiture, statuti, diplomi, trovò pure utile e abbondante alimento ai suoi studi. —  l' anno 1840, entrò nel Magistrato politico-economico in qualità di Assessore. — Nel 1843, nominato avvocato, aprì proprio studio. — Nel 1844, fu chiamato dal Comune, in successione al Rossetti già morto, all' ufficio di Procurator civico, ufficio che tenne fino al 1870. — Dai 1845 al 1854 formò parte con breve interruzione del Consiglio della città.— Fu oltre a ciò Conservatore delle antichità pel Litorale ( Istria, Trieste, Gorizia), Consigliere di Governo, e ultimamente membro del Tribunale dell' Impero.

In tutte le cariche, in tutti gli uffici, in tutte le consultazioni comunali e governative, private e pubbliche si mostrò, innanzi tutto, devoto alla legge, alla giustizia, ai diritti storici della sua Trieste; si mostrò costantemente inclinato al bene e inspirato a principi sostanzialmente liberali. E come cittadino e come ufficiale del Comune fu promotore di utili istituzioni: s'interessò particolarmente per l' ingrandimento della Cattedrale di s. Giusto, per l' imboscamento del Carso, per le scuole agrarie, e per la fondazione del Museo di antichità e dell' Archivio diplomatico.

Non mancarongli, come è facile a credersi, distinzioni ed onori nello Stato e fuori, da parte di Municipi, di Governi, di Corpi accademici (anche l' Istituto Veneto lo volle suo Corrispondente), come non mancarongli visite, lettere, doni, dediche di personaggi dotti ed illustri. Tutto questo dava piacere all' animo suo e lo compensava di qualche amarezza, ma contento di parlarne in circolo d'amici, non ebbe mai la debolezza di farsene un vanto.

Fu spesso consultato da nazionali e stranieri sulle cose dell' Istria per le quali era divenuto una vera autorità. Al qual proposito importa notare com'egli fosse più che generoso, prodigo del suo sapere con tutti. Amò particolarmente i giovani, che invitava spesso a conversazioni private, e talvolta a vere serate letterarie, insieme a' più provetti, in sua casa. Allora parlava con vena abbondante e con mirabile evidenza del passato dell'Istria, e mostrava i suoi lavori, e diceva le vie tenute e da tenersi per riescire allo scuoprimento delle verità, nascoste ma non perdute fino a che dagli effetti si possa risalire alle cause, e dall' ugna si conosca il leone. Diceva il fatto e il da farsi, [191] ammirava il passato, e, uscendo dalla cerchia della città e della provincia, si rallegrava del presente, sperava neli' avvenire, e cercava in tatti i modi di accendere in quanti più poteva l'amore agli studi di storia patria, perchè la conoscenza e il rispetto della storia, ei diceva, è la vera e indispensabile base del buon governo nel comune, nella provincia e nello stato.

A qualcuno parve intollerante di contraddizioni in argomenti di storia patria o domestica. Si esagerò. — Le opinioni di lui erano vere convinzioni risultate da lunghi e coscienziosi studi: è ben naturale adunque che non vi rinunziasse per far piacere al primo arrivato: ma lungi dal pretendere all'infallibilità, accettava la discussione e aveva fede nella perfettibilità e nel progresso. Lo prova il fatto che quante volte riprodusse qualche suo scritto, lo riprodusse con modificazioni ed aggiunte, e che gli esemplari dei propri lavori che tenne presso di sè, sono tutti impinguati di postille, di note, di varianti, di aggiunte, dalle quali emerge ch' ei fece conto opportuno delle osservazioni giuste e ben ragionate: nè una volta sola distrusse e rifece, mutata base per nuove scoperte, l' opera propria.

Nella sua carriera di Causidico, in città come Trieste di grandi affari e di vasti commerci, non gli mancarono occasioni di lauti guadagni, ma egli non seppe e non volle approfittarne. Dominato dall' idea di illustrare la città e la provincia native, dimenticò sè stesso c quasi a dir la famiglia. Quanto guadagnò come Giureconsulto e Causidico, tutto spese in libri, in oggetti di studio, in stampe, in gite o viaggi a scopo di studio: visse modestamente, morì povero.

Morì povero, ma lasciò morendo una così ricca eredità di affetti da fare invidia a molti che la società pone tra i fortunati.

Il Municipio di Trieste gli fece a spese pubbliche uno splendido funerale, reso piu solenne ancora dalla presenza di tutte le Autorità comunali e governative non solo, ma da un grande concorso di cittadini d' ogni ordine, e dall'intervento dei Delegati della Giunta provinciale e dei Municipi dell' Istria, nonché di Delegati delle città di Gorizia, di Fiume, di Udine, di molte Società private e di Corpi accademici. Lo stesso Municipio di Trieste gli decretò un busto in marmo: d' altro busto e d'iscrizioni onorarie si tratta in Istria, la cui Rappresentanza assegnò pensione vitalizia alla vedova, mentre si aperse pubblica soscrizione per l' acquisto e la stampa dei manoscritti che all' Istria particolarmente si riferiscono. (2)

[192] A complemento di questi rapidi cenni sull'uomo e sullo scienziato ci proveremo registrare qui sotto, secondo l'ordine dei tempi, le opere sue, senza pretendere però di darne, che non sarebbe facile oggi, la serie completa.

Opere Pubblicate

1826. — Histria Andreae Rapidi. — È un poemetto latino in esametri, scritto intorno la metà del secolo XVI dal Rapicio Giureconsulto poi Vescovo di Trieste. Essendo essenzialmente descrittivo ha interesse particolare per l'Istria , ma sebbene fosse stato stampato a Vienna nel 1556 e 1561, e ristampato a Francfort ed a Lipsia nel 1730, era allora passato in dimenticanza. Perciò il giovane Kandler ripescatolo nella biblioteca imperiale lo ripubblicò a Pavia coi tipi Bizzoni, 1826. L'avo di lui dott. Matteo Cerutti lo tradusse in italiano, in versi sciolti, e lo stampò subito (1826) a Trieste, tip. Weis.— Recentemente se ne fecero nuove stampe sopra altri testi, e nuova poetica traduzione in Istria.

1829. — Annotazioni al testo di una lettera scritta dal dott. Domenico de Rossetti al ch. dott. Giovanni Labus, sopra un frammento lapidario del duumviro L. Apisio.
         — Il duomo di Trieste, con appendice delle sue iscrizioni, e tavola di piante, alzati, spaccati e accessori.
         — Indicazione per scoperte archeologiche.
         — Carnia, Histria, Japydia, Libumia, Dalmatia et Illiria propria antequam a Romanis debellarentur. Tavola che serve di illustrazione ad una assai erudita dissertazione del dott. Joel Kohen.

Questi quattro lavori sono stampati nel primo volume dell' Archeagrafo triestino [the last writing is not there!], raccolta di opuscoli e notizie per Trieste e per l'Istria. — (Trieste, Marenig, 1829). Il duomo di Trieste è stato stampato anche separatamente con indice alfabetico dei nomi che si riscontrano nelle iscrizioni.

[193] Con questi quattro brevi lavori Pietro Kandler a 25 anni mostrò apertamente la sua attitudine agli studi di archeologia e storia patria, e la sua volontà di dedicarvisi.

1830. — Introduzione alle Corografie dell' Istria di Flavio Biondo, di Pietro Coppo, di Gio. Battista Goineo, di F. Leandro Alberti, di Lodovico Vergerio, di Luca da Linda. Nell' Archeografo triestino vol. II (Trieste, 1830).

1839. — Carta delle provincie venete secondo la divisione romana (Vienna, Artaria, 1839).

È l' unica pubblicazione accertata come sua, sebbene anonima, dal 1830 al 1840, periodo durante il quale fu addetto al Fisco. — Però è assai probabile che abbia somministrato articoli di storia, di costumi, di viaggi ecc. a giornali italiani e tedeschi, di Trieste e di fuori.

1842. — Memorie di un viaggio pittorico nel Litorale austriaco, edite da A. Selb e A. Tischbein, con testo italiano e tedesco (Trieste, 1842). È un grande Album di vedute e costumi della città e della provincia, (Trieste ed Istria), composto di 40 litografie, illustrate da altrettanti articoli succosi e brillanti, ai quali sono premessi — Cenni itorici del Litorale e prefazione. Lavoro esclusivo del Kandler è il testo italiano.

Nel 1843-45 —  se ne fece in Trieste stessa una seconda edizione.

1842, 1843. — Esplorazione di antichità nella città ed agro triestino. Nell' Osservatore triestino del 1842 - n.ri 773, 776, 781, 797, 798, 800; del 1843-n.ri 888 — 893, 898, 903, 911, 930.

1843. — Apertura del Museo di antichità in Trieste (Trieste, Papsch, 1843).

1843. — Rendiconto sommario sugli scavi di antichità e sul Museo di Trieste, di P. Kandler e G. Sforzi. — Questi scritti buttati già alla buona giovano a dimostrare non solo la dotta perizia, ma la operosità patriotica dell' autore.

1843. — Atti istriani editi a cura della Direzione del Museo di antichità tergestine. — Volume I - Statuti di Pola - codice italiano del 1640 (Tergeste, tip. Weis, 1843).

1846. — Statuti municipali della città di Parenzo in Istria. Vol. II, dei detti Atti Istriani ecc. (Tergeste, tip. del Lloyd, 1846).

1849. — Gli Statuti antichi di Trieste con prefazione storica e indice (Trieste, 1849).

1850. — Statuti di Buje (Trieste, 1850).

1851. — Statuti municipali di Rovigno (Trieste, Lloyd, 1851. [194]

1851. — Statuti municipali della città di Cittanova in Istria, col sommario di tutte le leggi, decreti, terminazioni, consegli e ordini ecc. (Trieste, 1851).

1844. — Gite di Giusto Traiber, ossia le quattro Traiberiane. Nell' Osservatore triestino del 1844 n.ri 18, 25, 69, 72 e 73. Sono lettere serio - facete d' argomento patrio. — L' autore assunse il nome di un legatore di libri per poter dire ridendo più liberamente la verità.

1844. — Guida al forastiero nella città di Trieste ( Trieste, Lloyd, 1844).

1845. — Cenni al forastiero che visita Pola, coi dialoghi sulle antichità di Pola di D. Piva, (Trieste, Papsch, 1845).

1845. — Cenni al forastiero che visita Parenzo (Trieste, Papsch, 1845).

1845. — Cenni al forastiero che visita Cittanova. Nell'Osservatore triestino del 1845 n.ri 112, 127 e 128. Non sono queste le solite Guide fatte a scopo di lucro, in fretta, con pezzi tolti qui e là, ma sono lavori come si dice di getto, pensati, e pieni di vera scienza storica e archeologica.

1851. — Notizie storiche di Trieste e Guida per la città, raccolte da Giovannina Bandelli triestina. Un vol. in 16.to di pag. 328, (Trieste, Lloyd, 1851). Se ne fece una 2.d ediz. nel 1860. Le notizie storiche sono il più diligente e dotto compendio di storia triestina che sia stato pubblicato finora. Il vero ed unico autore è P. Kandler, che ha voluto quasi per ischerzo coprirsi con due nomi cari, il nome della figlia e il cognome della moglie sue.

1858. — Tre giorni a Trieste. — Altra Guida storica, artistica, economica della città e dei contorni di Trieste, adorna d'incisioni, scritta in quattro lingue, nella quale è toccato brevemente di quanto può giovare alla piena conoscenza di Trieste antica e contemporanea. Autori P. Kandler, S. Formiggini, P. Revoltella, e G. B. Scrinzi (Trieste, Lloyd, 1858). Anche questa contiene cenni storici, cenni di storia ecclesiastica, e molti altri quanto brevi, altrettanto bene elaborati articoli del nostro autore.

1846-1852. — Istria. — Periodico settimanale in 4.to grande. — Annate sette costituenti sette volumi di pagine complessive 2067, in doppia colonna, con 20 tavole o disegni intercalati, e molti documenti diplomatici aggiunti e non numerati.

Dal detto periodico era esclusa la sola politica: del resto trovava posto qualunque scritto potesse giovare alla conoscenza delle [195] condizioni passate o presenti di Trieste, dell' Istria, e dei paesi ad esse strettamente collegati, come sono la Carsia, il Goriziano, l'Alpe Giulia e Aquileia. — All' appello dell' autore il paese aveva corrisposto, ma, come accade anche altrove, non nelle proporzioni, collo slancio e coli' assidua perseveranza eh' egli avrebbe desiderato. Nullostante sostenne il giornale in modo che è risultato un vero magazzino di materiali per la storia della provincia di cui porta il nome. Per darne una idea soggiungiamo i titoli sotto i quali l' autore aggruppò nell' indice finale i moltissimi e svariatissimi articoli ch'esso contiene, oltre la metà dei quali, firmati o no, sono suoi.

  • CHIESA. — Geografia ecclesiastica.— Rito.—Storia ecclesiastica. Istituzioni ecclesiastiche. —Monumenti ed edifici sacri. — Santi.
  • PROVINCIA. — Geografia antica — del medio tempo — moderna. — Geografia vecchia. — Cose naturali. — Idrografia. — Qualificazione dei terreni. — Popolazione. — Lingue. — Igiene pubblica.
  • AMMINISTRAZIONE. — Sistema organico. — Amministrazione pubblica e dei comuni. — Economia dei comuni. — Legislazione cibile — criminale. — Perticazione e censimento. — Condizioni amministrative durante il governo veneto. — Istituzioni pubbliche — di pietà — di educazione — di sicurezza. — Architettura di città antiche e moderne. — Acquedotti. —Economia rurale.—Commercio.
  • LETTERE. — Poesie popolari. — Biografie e memorie. — Testi di storie. — Genealogie e serie di Rettori. — Materiali storici. — Narrazioni. — Letteratura. — Antichità. — Numismatica e sfragistica. — Inscrizioni romane. — Inscrizioni del medio tempo e del moderno. — Inscrizioni recentissime.—Inscrizioni cristiane antiche.

Ma questi titoli generali non danno ancora che una idea molto imperfetta della quantità, varietà, novità, ed importanza degli argomenti trattati: nè serve poi dire della perfetta pratica delle cose locali e della dottrina con cui sono trattati. — E tutto questo lavoro fu da lui solo guidato, sebbene avesse avuto delle interessanti comunicazioni e corrispondenze da parte di egregi coraprovinoiali.

Ora la collezione dell' Istria è divenuta rarissima e se ne fanno frequenti ricerche specialmente dalla Germania.

1847 — 186. — Codice diplomatico istriano.

È una collezione di 1305, documenti o diplomi, tratti da ottime fonti, ridotti a lezione sincera, stampati nitidamente ( Trieste, Lloyd), sopra fogli staccati e non numerati: questo per lasciar adito ad aggiunte perpetue, e perchè lo studioso possa ordinarli o [196] aggrupparli secondo le sue vedute. — In testa a ciascun diploma è segnata la data, quindi il contenuto in un breve regesto italiano, poi la fonte: seguono il testo quasi in tutti latino, il nome della persona che lo comunicò, e i commenti, in italiano. Questi sono per lo più brevi senza essere oscuri, lavoro da vero maestro. In essi ad ogni passo si manifesta l' archeologo, lo storico, il giurisperito, e quasi si direbbe il padrone di casa. Nessuno in fatti avrebbe potuto parlare con più sicurezza delle cose istriane e triestine per tutto il lungo periodo dai diplomi abbracciato, che è dall' anno 50 dell' era cristiana, fino al 1524.

Nel R. Archivio generale veneto se ne conserva un esemplare, ordinato cronologicamente in tre grossi volumi e corredato di un indice geografico manoscritto compilato dagli Ufficiali dell'Archivio stesso. Ma esso è un corpo di documenti di tale interesse e importanza, specialmente per l' Istria e per Trieste, da meritare che i comprovinciali ne compongano un indice metodico, combinato per epoche, fonti, paesi, persone e materie. Allora il Codice, pochissimo conosciuto finora, potendo agevolmente essere consultato, diverrebbe veramente popolare fra gli studiosi, e quindi sommamente utile agli studi storiografici di tutta quella regione.

1847. — Memorie storiche o vicende delle chiese Tergestina, Emoniense (di Cittanova) e Petenate (di Pedena), colla serie dei rispettivi vescovi. —Della dominazione temporale dei vescovi di Trieste nel medio tempo. — Atti dei santi martiri tergestini. — Litanie della chiesa tergestina ecc. Edizione di lusso con piante di chiese, impronte e rilievi di suggelli antichi, facsimile di Enea Silvio Piccolomini vescovo di Trieste poi Papa Pio II ecc., data in luce pel fausto ingresso di Mons. ili. e rev. Bartolomeo Legat ecc. nella sua chiesa di Trieste (Trieste, Papsch, 1847 ).

1848. — Documenti per giungere alla conoscenza delle condizioni legali del Municipio ed Emporio di Trieste del D.r P. Kandler procuratore civico (Trieste, Llyod, 1848).

1855. — Indicazioni per riconoscere le cose storiche del Litorale. Contengono: — Annali del Litorale sacri e profani. — Serie dei reggitori della città e provincie, cioè dei patriarchi, — vescovi, — arcidiaconi, — decani, —a rcipreti — prepositi — abbati — inquisitori — correttori o presidi — maestri dei militi — governatori — duchi, conti, podestà, capitani, signori, vicari, giurisdicenti, oltre le serie dei pontefici, imperatorie re. — Altezze dei monti, colli, acque, città, [197] borgate, ville. — Prospetti di popolazione. — Superficie e stima censuaria.— Ripartizioni veneta, napoleonica, austriaca. — Indicazioni geografiche del tempo antico e medio. — Gli agri romani di Trieste, Egida (Capodistria), Pirano, Parenzo, Pola. — Il marchesato d'Istria nei tempi da Carlomagno a Rodolfo d' Àbsburgo. — I possessi dei vescovi, delle badie, dei gran baroni, dei templari, dei marchesi, dei conti di Pola — i feudi dei conti d'Istria, le signorie ecc. La geografia ecclesiastica nel tempo antico, medio e moderno. — Il medagliere, — gli stemmi blasonici, — la metrologia, — piante di basiliche, battisteri antichi, chiese,... e si chiude con un corpo di 680, iscrizioni romane seguite da un indice metodico che mette prontamente in evidenza il contenuto e V importanza delle iscrizioni stesse.

L' enumerazione delle parti componenti questo libro, che l'autore intitolò modestamente Manoscritto ad uso del Conservatore, dispensa da qualunque commento ed elogio. Chi ha pratica di tali lavori capisce facilmente che sotto una apparenza modesta, questo genere di libri domanda molta abnegazione e anni di costante lavoro: fatti come seppe farli il Kandler sono un grande servigio reso agli studiosi e al paese.

1858. — Aggiunte alle iscrizioni romane dell' Istria. Sono 192 iscrizioni aggiunte alle 680 qui sopra indicate, frutto queste e quelle o di sua diretta diligenza, o dell' amore ch' ei seppe inspirare nei concittadini e comprovinciali per le cose patrie. — Quasi presso ciascuna iscrizione è indicato il luogo ove esiste od ha esistito, la fonte onde è tratta, e la persona che la comunicò.

1858. — Pertica agri colonici Polensium. — Agro colonico di Pola.
             Forma urbis Polae. — Pianta della città di Pola.
             Il foro di Pola.
             Il foro di Marte di Parenzo.

            Sono quattro tavole che si potrebbero dire parlanti, accompagnate da breve testo.

            Pertica agri colonici Patavinorum. — Tavola autografata colla data dei 4 Ottobre 1858, e la firma.

1858. — Storia del Consiglio dei patrizi di Trieste , dall' anno 1382, all' anno 1809, con documenti (Trieste, 1858). È una interessantissima monografia nella quale le minute particolarità e i molti documenti inseriti per esteso o a frazioni nel testo nulla tolgono alla scorrevolezza della esposizione, ma anzi donandole varietà la rende [198] più viva, tanto che tutto il libro (di 194 pag. fitte in 8.to gr.) ha l' amenità di un romanzo o di un dramma: eppure è storia!

1861 — 62. — Raccolta delle leggi, ordinanze e regolamenti speciali di Trieste pubblicata, per ordine della presidenza del Consiglio, dal Procuratore civico ( Trieste, Lloyd, 1861 e 62, in 4.to).

L'autore la intitolò Collezione Conti, perchè uscita sotto gli auspici del podestà Stefano Conti, cessato il quale la pubblicazione rimase sospesa colla puntata 43."

È una raccolta preziosa per chi voglia studiare le condizioni di quel comune.

1863. — Inscrizione romana del secolo IV dell' era comune, tratta da vecchi ruderi in Veglia — spiegata da P. Kandler i. r. Conservatore: con due tavole autografate rappresentanti  l' isola di Veglia e la Liburnia romana (Trieste, tip. Herrmanstorfer, 1861). È una erudita e sapiente dissertazione sulla geografia della Liburnia.

1863. — Gli Annali di Trieste dal 1695 al 1848 — in continuazione alla storia cronografica di Trieste del canonico D. Vincenzo Scussa. Seguono nello stesso volume altri scritti intitolati: Discorso sulle storie di Trieste. — Cronaca di Montemuliano. — Detta guerra istriana. Estratto da T. Livio lib. XLI.) — Sulla cronaca di Montemuliano. II vallo romano. — Le lapidi romane. — Li Ebrei — Sui codici delti Statuti di Trieste. — La Zeoca di Trieste. — La congiura dei Ranfi. — Li dei. — Li acquedotti.—Grotte di s. Conciano e di s. Servolo.—Misura in altezza dei monti, colli e piani dintorno a Trieste, dal mare alla Giulia, da Monfalcone al Montemaggiore, con qualche punto di confronto esterno. — Medagliere triestino-istriano. — Antiche cariche statutarie triestine, con indicazione di ciò che fu loro tolto o limitato nelle nuove cariche costituitevi. — Con 30 e più tavole rappresentanti la città di Trieste in varie epoche e fasi, — alcuni monumenti della stessa, — castella, — fatti d' armi, — fatti di congiura, — il Vallo, — monete e medaglie, — costume ufficiale delle antiche cariche, ecc. (Trieste, Coen, 1863, in foglio). Parecchi degli scritti raccolti in questo grande volume sono brevi, ma la brevità nulla toglie alla importanza loro. Sono scritti utilissimi per la conoscenza intima del paese.

1864. — Emporio e portofranco di Trieste. Puntata di 300 pagine in continuazione della sopraindicata Raccolta delle leggi, ordinanze ecc.

Tratta l' argomento in modo cosi ampio e completo da soddisfare ogni maggiore esigenza nel campo della storia e del diritto. [199]

1864. — Discorso sul Timavo — per nozze Guastalla - Levi, (Trieste, Lloyd, 1864).

È una succosissima monografia sul Timavo, dalla fonte sul monte Albano (Nevoso) , fino alla fovea di s. Canziano ove si sprofonda (Reca o Timavo soprano), e da questa fino gli sbocchi presso s. Giovanni di Duino (Timavo sottano): interessantissima monografìa, perchè in 41 pagina compendia quanto è stato scritto in proposito, e corregge, colle prove alla mano, errori ripetuti per secoli dal volgo e da molti dotti, lasciando soddisfatto e persuaso il lettore se ha per poco visitato quei siti. È un opuscolo che vale un libro.

Questo, il - Discorso sull' Istro adriaco (1867), altro sulla strada ferrata progettata pel varco Pinciano (Prediel), e alcuni citati qui sopra, segnatamente — Il Vallo romano, — Li Cici, — Le grotte di s. Canciano e di s. Servolo, dovevano corredare un grande lavoro scientifico che aveva ideato sull' Alpe Giulia, catena di monti d'importanza storica superiore, come diceva, a qualunque altra in Europa; ma pur troppo la morte distrusse irreparabilmente l'ordito ch' egli aveva pressochè maturo nella sua mente.

1865. — Lettere sulla dimora di Dante nell' Istria, per ispiegare vari passi della divina commedia che si riferiscono all' Istria e alla Carsia. Pel sesto centenario ecc. Contengono deduzioni che paiono rivelazioni. Quando si leggono bisogna saperne grado all'autore e concludere che, o sono la verità vera o la rasentano molto da vicino. Se tutti i commentatori di Dante avessero avuto tanta sapienza congiunta a tanta conoscenza dei luoghi dal grande poeta visitati o citati!

1865. — Indagini sullo stato materiale dell' antica Aquileja. Esercitazione del Conservatore pel Litorale. — (Trieste, 1865).

1869. — Di Aquileja romana. — Canto di s. Paolino sull' eccidio di Aquileja: dell '800.— Annali di Aquileja. — Pianta di Aquileja romana. Nell'Archeografo, seconda serie, vol. I, fasc. 2.do e 5.to.

È il frutto di sagaci indagini, e di lunghi e coscienziosi studi, ridotto con mirabile dottrina in uno scritto di sole 47 pagine, 8.o grande.

1860, 1867, 1868, 1870, 1871. — Epistole del Conservatore.

Sono 50 epistole o circa, pubblicate nell' Osservatore Triestino e dirette ad onorevoli persone di Trieste, dell' Istria, della Carsia, del Goriziano, nonchè a qualche Podestaria, nelle quali discorre (sempre relativamente alla regione istriana) di geologia e idrografia, di etnografia e paleoetnografia, di archeologia, di storia antica e medioevale, [200] più particolarmente delle strade romane, dei castellarì, degli acquedotti, dei porti, del vallo giulio,delle are e statue terminali, dei teatri ed anfiteatri, dei campi marzi, delle colonie e tabelle, delle industrie istriane ai tempi romani, delle deità istriane, di alcune epigrafi ultimamente scoperte, delle genti e dei popoli dell' Istria antica, Celti, Traci, Liburni, Carni, Catali, Monocaleni, Subocrini, Secussi, ecc. indi dei patriarchi, dei marchesi, dei conti, dei veneti, delle basiliche, dei battisteri e di cento altre cose che sarebbe lungo lo enumerare.

È particolarmente interessante una lettera diretta al cav. Gaetano Merlato di lui cognato, nella quale discorrendo delle colonie, spiega il modo nel quale i Gromatici dividevano e assegnavano il terreno, quindi da ragione dell' umbilico della colonia, dei kardi e dei decumani, dei calli, e dei limiti, dei salti, delle centurie, delle sorti, delle tabulae, e delle tabellae, queste ultime corpi di terreni minori assegnati ai soldati sedentari possessionati. — Nè meno interessante è un' altra, diretta al dottor Antonio Barsan avvocato e assessore della Giunta provinciale in Parenzo, nella quale pur discorrendo delle colonie militari, politiche e agrarie, spiega distintamente il vario significato delle voci — castrum — forum — oppidum — municipium — colonia civitas respublica — pagus — vicus — castellum — praefectura — contentus — conciliabulum — massa. — Citeremo per ultimo altra diretta al sig. Antonio Cecon di Rovigno, nella quale tratta delle arti e delle industrie che si esercitarono in Istria ai tempi romani. — Nota in prima il Baffio o tintoria di porpora già registrato nella Notitia utriusque imperii, — poi le arti tessili, le corporazioni dei Centonari e dei Futtoni, — indi le Vitrarie, fabbriche o fornaci da vetri, — le Figline, fabbriche di cotti d'ogni genere, — le corporazioni dei Dendrofori, costruttori navali, — le Lapicidine — cave di pietre, — ed arti ed industrie minori; dopo di che conclude: — Le condizioni fisiche dell' Istria non sono diverse dalle antiche, e ritorneranno prospere, come già lo furono, nell' odierno felice movimento.

Da queste citazioni è facile arguire la importanza di tutte le altre epistole, che riunite costituirebbero un bel volume. Le scrisse, (per la massima parte nel 1870 e 187dal letto, e spesso fra atroci dolori, a sollievo dell'animo, quasi per dare un ultimo saluto e fare un'ultima raccomandazione agli amici, a persone e corporazioni che più se ne interessavano; le scrisse quasi per sciogliere il voto costante della sua vita, per consegnare alla pubblicità ogni suo [201] pensiero e concetto, e nulla di quanto ci credeva potesse giovare alla patria terra, nulla portar nella tomba. — Eppure per molti passarono inosservate, ad alcuni non piacque la forma, ad altri parvero oscure. Sono oscure per i profani, per chi non conosce, per chi non istudia il proprio paese, per chi non ha intelletto d'amore. Il tempo e gli stadi progrediti le renderanno chiarissime, perchè sono piene di dottrina e di grandi vedute.

1871. — Della Carta plastica d'Istria e di Carsia — per occasione della Esposizione in Trieste — Settembre, 1871. — (Trieste, Weis).

È un' ampia e ragionata spiegazione della sua Carta plastica, lavoro mirabile che dà l'immagine viva del terreno di quella regione.

1871. — Sulle Caverne dell' Istria. Lettera di Pietro Kandler da Trieste al Cav. Ulderigo Botti a Lecce per occasione delle scoperte al Cape di S. Maria di Leuca. Novembre, 1871. (Lecce, tip. Salentina).

È una lettera che mostra come il Kandler, sebbene invecchiato e malato, tenesse dietro ai progressi delle scienze per applicarli giorno per giorno all' idolatrata Istria sua, — come fosse spoglio d'ogni pregiudizio, — e come si rallegrasse delle ultime scoperte preistoriche. È, per quanto consta, l'ultimo suo scritto scientifico, e l' accoglienza che gli fece l'illustre cav. Botti, è stata una delle ultime gioie provate da quella intelligenza già stanca. — Il cav. Botti, ottenutone il consenso, la fece stampare, ma la stampa giunse troppo tardi per lui: era morto!

Oltre tutti i lavori registrati fin qui, il Kandler pubblicò altre ed altre Memorie ed Opuscoli, somministrò scritti e documenti storici a Strenne, Almanacchi e Raccolte, e curò la stampa di opere d' istriani o che trattano dell' Istria, illustrandole con prefazioni, note, notizie biografiche e bibliografiche.

Daremo, senza commento, i titoli di quegli Opuscoli che giunsero a nostra cognizione. Per maggiori dettagli potrà essere consultata la Bibliografia istriana compilata dal Prof. C. A. Combi. Capodistria, Tip. Tondelli, 1864, un vol. in 8.° gr. di pag. VII e 484.

1843. — Discorso in onore del Dott. Domenico de Rossetti, letto il dì 29 Novembre 1843, anniversario di suo obito, nella sala del Consiglio Municipale. (Trieste, tip. Marenig, 1844).

1843. — Relazione storica della Basilica di s. Maria e di s. Giusto in Trieste. (Trieste, Papsch, 1843). [202]

1843. — Dell'antico Forojulio ora detto Cividale. (Nell' Oss. Triestino 1843. n.° 80).

1853. — La storia dei Gesuiti di Trieste. (Trieste, Lloyd, 1853).

1857. — Documenti storici relativi a Trieste ed all' Istria offerti al Monumento di carità, Album scientifico-letterario di Nazario Gallo. (Trieste, Weis, 1857,.

1858. — Sulle origini di Rovigno nella Strenna Omaggio e Pietà. (Venezia, Naratovich, 1858;.

1858. — Sulle origini di Fiume. Nell' Almanacco Fiumano.

1859. — Passeggiata al piede dell'Alpe Giulia meridionale. Ibid.

1860. — Annali di Fiume. — Serie dei Capitani, Governatori e Vicari di Fiume. Ibid.

1860. — Antonio Turrini primo stampatore in Trieste nel 1625.— Giovanni Maria Manarutta, scrittore delle prime storie di Trieste date alle stampe. Lettera di P. Kandler al Cons. Municipale N. Bottacin; con documenti. (Trieste, Lloyd, 1860).

1861. — Piombo letterato dell' anno 568, deposto in tomba di martiri in Trieste. Illustrazione del Dott. P. Kandler. (Trieste, 1861).

1861. — All' occasione della nomina dei Consiglieri Municipali sig. de Conti, dott. C. Cumano e cav. G. Morpurgoa Podestà, e Vicepresidenti del Consiglio della Città , pubblicò interessanti documenti sulle condizioni politiche di Trieste, sul portofranco, le saline, l'emporio, i privilegi dei Greci ecc. (Trieste, Herrmanstorfer, 1861).

1862. — Nell' occasione che si collocarono sulla facciata del palazzo municipale i busti enei del Duca Leopoldo III e dell' Imperatore Federico III, curò ed illustrò con notizie biografiche e bibliografiche la pubblicazione dei carmi latini di Rafaele Zovenzoni, poeta triestino, e il poema Austriade di Rocco Boni.

1862. — Nell' occasione che si collocarono sulla facciata del Duomo i busti enei dei tre Vescovi di TriesteEnea Silvio Piccolomini poi Papa Pio II (1447) — Andrea Rapido (1565), e Rinaldo Scarlicchio (1621) pubblicò notizie e documenti sui tre soggetti onorati.

1863. — Pel centenario della fondazione del Casino vecchio, anticamente detto dei Nobili, — pubblicò un volume contenente notizie rare e curiose della città di quei tempi. (Trieste, Lloyd, 1863).

Per nozze Capelletti-Türk — scrisse — Sui varii nomi assunti dalla Città di Capodistria.

EPIGRAFI LATINE. Il Kandler è stato assai facile e felice scrittore di epigrafi latine. Ne scrisse centinaia di onorarie, di commemorative, [203] di funebri ecc. Non ne tenne conto, nè altri le raccolse. E danno, perchè s'avrebbe in esse quasi la cronaca degli avvenimenti principali della città, e bellissimi esempì di stile lapidario. In prova ne riportiamo due sole — quella posta già da molti anni sulla Necropoli cristiana di Trieste, in una sola parola

RESVRRECTVRIS

e un' altra dettata nel Settembre decorso a giusta onoranza di un assai benemerito e illustre istriano morto in Venezia.

Francisco Combi Nob. Viro — Histro Justinopolitano — jurisconsulto et causidico — sapienti diserto — vati eximio — Decurioni per Quadragenium — Pluries Praesidi Civitatis — Civi Optime Merito — Justinopolitani Justa Parentalia lugentes — persolvunt — vlxit annis lxxviii — Decessit Venetiis — xxxi Augusti mdccclxxi.

Opere inedite.

1857. — Storia di Triestedivisa in tre parti: I. Dalle origini a Carlo Magno; II. Dal 789 al 1382: III. Dal 1382 al 1809:— illustrata da grande numero di carte topografiche, di tavole, figure, disegni d' ogni ragione, parecchi dei quali fatti di sua propria mano.

È in tre grossi volumi, proprietà del Comune, deposta in quell' Archivio diplomatico dove può essere da tutti consultata.

18 . . Sugli agri colonici di Padova e di Pola. MS. di 46. pagine inviato dall' Autore al Direttore del Museo di Padova, prof. Andrea Gloria, e da questo depositato in quella civica Biblioteca.

18 . . Delle Colonie e dei Municipii veneti, dei quatuorviri juridicundo. Opuscolo dedicato allo stesso prof. Gloria e da questo parimenti depositato nella Biblioteca civica di Padova.

1870. — Di Liburnia. È un' ampia e dotta dissertazione sulla Liburnia primitiva e sulla Liburnia romana, mandata al sottoscritto, in occasione d'nna sua letizia, colla quanto semplice altrettanto affettuosa nota: — «Pel mio Luciani. Non è un libro, ma può facilmente diventarlo.»

Le Opere che seguono sono tutte a mani della famiglia del defunto, che è a dire dell' egregia donna Angiola Bandelli di lui vedova, e della figlia Mad.a Giovannina Branchi.

  • Gli Annali di Trieste — aumentati dopo l'ultima edizione.
  • Carta plastica di Trieste romana.
  • Notizie storiche della città di Muggia, con documenti vol. 1. [204]
  • Notizie storiche della città di Montona, con documenti vol. 1.
  • Notizie storico geografiche sulla città di Trento — vol. 1.
  • Dizionario di oltre 2500 articoli sulle cose piu necessarie a sapersi intorno Trieste e l'Istria — vol. IV.
  • Corrispondenza del Conservatore — dal 186 .. , al 1872, ordinata e divisa per semestri, vol. 15.
        Sono corrispondenze originali, tutte sopra argomenti di storia patria , con inserte relazioni, dissertazioni, documenti, disegni ecc. ecc.
  • Studi sull' Anonimo Ravennate — nonché aggiunte e note all' edizione di Berlino di M. Pinder e G. Parthey, 1860.
  • Studi, note, postille sopra parecchi Classici latini e greci, specialmente sopra Autori di geografia, in margine alle migliori edizioni, o sopra fogli inseriti fra il testo.
  • Note ed aggiunte a quasi tutte le sue pubblicazioni, nei margini e sopra fogli inseriti nel testo.
  • Vecchi Ricordi Cormonesi del dott. Costantino Cumano, postillati e documentati da P. Kandler vol. 1. Il libro del dott. Cumano gli diede occasione a bellissimi studi e deduzioni sulle Tabellae (piccoli corpi di terreno assegnati a soldati sedentari).
  • L'Alpe Giulia. Non è la grande Opera che aveva ideato e desiderato, ma un breve scritto di osservazioni e impressioni, dettato forse quando, presentendo la propria fine, disperò di poterla compire. — Vi pose in fronte i famosi versi del Petrarca:

    ...« Te laetus ab alto
    Italiani video frondentis colle Gebenae
    .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
    Salve, pulcbra parens, terrarum gloria, salve!»

  • Franchigie storiche e Porto franco di Trieste del dott. Nobile con postille ed annotazioni di P. Kandler. vol. 1.
  • Studii sul Codice. Norma giurisdizionale e sulle Tavole, vol. 2.
  • L'Amministrativo contenzioso, vol. 1.
  • Leggi, Ponderazioni, Commenti, Dissertazioni pel Gius e Giurisprudenza della Legislazione municipale di Trieste nel suo sviluppo storico. Lavoro di P. Kandler Consultore in Giure pubblico e municipale, vol. 26. Di questo lavoro pubblicò nel 1869 (Tip. Lloyd, 8.° gr., pag. 10) un Indice molto particolareggiato, ponendo così il MS. a disposizione di chi volesse consultarlo in sua casa. Perchè il lettore acquisti una idea dell' ampiezza e divisione del lavoro, diamo la indicazione sommarissima di ciascun volume. [205]

    Vol. I. // Comune da antichi tempi fino al 1550. — II. Il  Comun dal 1550 al 1773. — III. Il Comune dal 1773 al 1850. — IV. Il Comune dal 1850 in poi. — V. Collegi che hanno l'autorità od il reggimento del Comune.—VI. Collegio amministrante, governante ed eseguente. — VII. Stato ed onore della Civita esente di Trieste. — Vili. Instituti a governo e promozione della pubblica felicità. — IX. Economia, finanza. — X. Militare — XI. Demanio pubblico del Comune. — XII. Bollettino delle leggi municipali di Trieste. — XIII. Costituzione 1860. — XIV. Confronti e paralleli. — XV. Porto franco. Feudi. — XVI. Oscillazione di opinioni. — XVII. Testi di leggi importanti. — XVIII e XIX. Illustrazioni e commenti. — XX, XXI, XXII; XXIII. Indice e dizionario. — XXIV. Metropoli, Episcopali. — XXV. Idrografia. — XXVI. Miscellanea da ordinarsi.

Codice delle epigrafi romane dell' Istria.

Sono 1300 epigrafi aggruppate per Agri.—Agro proprio — colonico e giurisdizionale di Trieste, — Agro dei Catali e dei Carsuli, — Agro colonico e giurisdizionale di Pola, — Agro colonico di Parenzo e di Cissa, — Agro dei Montonesi, — Agro giurisdizionale di Emonia, — Agro Egidano, — Agro dei Subocrini, dei Secusses, dei Monocaleni, dei Taurisci, dei Catali, dei Ponziani, dell' Albonesi, dei Flanati. — Sono le Carte di tutti cotesti Agri, nonché le Carte dell'Istria per riguardo al Norico, alla Pannonia, ed alla Libumia; la Carta dei possedimenti dei Traci in Istria, — la Carta dei territori di tutti li antichi popoli nell'Istria, — le piante di Trieste romana, del teatro romano di Trieste, di Pala romana, di Vistro, Nesazio, Mutila, Faveria, — del Foro di Marte di Parenzo, — di Montona romana e provinciale, — di Emonia, di Bogliuno o Finale, — la Carta dei Valli della Giulia ecc. — Sono oltracciò le epigrafi dell'isola di Veglia, di Ossero, di Segna, le iscrizioni greche di Pola, i cotti letterati e le iscrizioni cristiane di tutta l'Istria, e stadi sulle figline dell'Istria e di Aquileja, — sull'autogoverno dei Comuni antichi ecc. ecc. ecc. È come vedesi, la storia antichissima e antica dell' Istria, illustrata colle mappe del suo terreno, e documentata colle sue pietre

Carte geografiche antiche — lavori di P. Kandler.

Sono, quasi si direbbe, l'ultimo risultato dei .suoi viaggi, dei [206] suoi studi, della sua vita, messo a portata di tutti, dei letterati e degli analfabeti perfino. — Anche di queste pubblicò nel 1869, un Indice perchè possano essere consultate dagli studiosi, ai quali, come si disse, era sempre aperta la casa sua.

L'importanza somma di queste Carte domanda che se ne riportino qui le indicazioni colle stesse parole dell'Autore:

  1. La decima regione dell' Italia Imperiale Augustea secondo Plinio, la quale comprende la Venezia, l'Istria, pendici del Tirolo a mezzogiorno di Pirene, Tusci, Cenomani; dall'Adda all'Arsia, dal Pò e dall'Adriatico fin alle Alpi Retiche, Carniche ed alla Giulia. — Con indicazione delli agri antichi, delle città, delle strade romane, dei fiumi antichi, dei fari o lanterne di mare. Segnata e colorata sul tipo della carta, pubblicata dal Genio militare, del Lombardo Veneto e del Litorale Austriaco, e di brandelli di Carintia e del Carnio.

    Unite le carte in un solo foglio, Scala del vero. II.

  2. Carta planimetrica del Litorale, detta Terrainskarte, in rarissimi esemplari, litografata nella proporzione di un pollice austriaco eguale a 400 tese austriache.Postivi a colori i monti, i fiumi antichi, le strade, le città, le castella, i castellari, le rovine di qualsiasi specie, i confini delli antichi comuni romani.

    Fu ripartita in tre quaderni — Gorizia, Istria, Isole del Carnero.

    La Gorizia conta 29 fogli, — aggiunte altre carte parziali di Monfaicone, di Aquileia.

    L'Istria conta 29 fogli. — Aggiunta la Carta delle visuali da castellaro a castellaro; altra dell' agro parentino; una carta dell' Istria romana, la carta della Idrografia sotterranea,

    Le Isole contano 14 fogli. Il Litorale intero 63 fogli.

  3. Carta del Litorale romano colle città, castellari, strade, boschi, sul tipo della carta del Genio militare ridotta.
  4. Carta del Litorale colle ripartizioni ecclesiastiche del Medio Evo in vescovati e plebi, basata sulle ripartizioni territoriali romane. Sopra carta del Gerin, che è in proporzioni grandi, 7 fogli.
  5. Contea di Gorizia, Adelsberg, Lubiana romane, coi territori, limiti, strade, fortalizi — sul tipo della carta maggiore del Genio, tre fogli.
  6. Carta plastica dell' Istria, in doppia scala; per le altezze è decupla di quella per la pianta. — Colle città, castella, strade, agri colonici, boschi del I. secolo dell' Era comune. In dimensione alquanto maggiore che la carta del Genio. Pianta plastica di Trieste romana.
  7. Carta dell' Agro colonico di Pola in dimensione di un pollice a 400 tese viennesi, colle leggende relative all' agro.
  8. Carte di Liburnia e di Dalmazia e di Giapidia, ridotte alli scompartimenti romani, con indicazioni delli confini territoriali, strade, città, fortalizi, della condizione a tempi delle invasioni croate, dei possessi dei latini. Atlante di 35 carte.
  9. Carta di Panonia colle castella romane al limite danubiano.
  10. Carta delle Dacie romane in grandi dimensioni, insieme coll' Istria pontica antica, sulla scala della grande carta austriaca del Genio militare.
  11. Carta del Carnio colle strade, città e ripartizioni romane, sul tipo della carta del Freyers, 14 fogli.
  12. Carta del mondo romano secondo l' Anonimo Ravennate, 32 fogli, Scala ^
  13. L'Italia secondo le Provincie indicate dall' Anonimo di Ravenna, 12 fogli.
  14. Carta dell' Inghilterra secondo l'Anonimo, coi valli, colle città e colle strade romane, 3 fogli.
  15. Carte romane di Parma e di Piacenza, sul tipo della gran carta del Genio, 3 fogli.
  16. Li agri colonici di tutta l'Italia, segnati sulle carte dell'Atlante dell' Orlandini.
  17. Carta romana della Carintia romana sul tipo della carta grande del Genio militare, 3 fogli.
  18. Agro colonico di Padova, prelevazioni originali, 4 fogli.
  19. Il Friuli che fu poi dei Patriarchi, indi dei Veneziani, 7 fogli, sul tipo della grande carta del Genio, colle confinazioni romane.
  20. Liburnia antiqua, Japidia, carte e memorie.
  21. Aquileia romana.

Compiuta la enumerazione delle Opere, per quanto il sottoscritto potè averne contezza, siagli permesso di esprimere un desiderio ed una speranza: il desiderio che chi ne conosce delle altre, ne dia comunicazione all' Archivio Veneto affinchè le registri in un prossimo fascicolo; la speranza che qualche colto concittadino o comprovinciale del defunto sia per compilare un esteso, ragionato, metodico lavoro bibliografico sulle Opere stesse, affinchè gli studiosi [208] abbiano una guida pronta e sicura per attingere in si vasto depositorio quelle notizie che tornano necessarie nei singoli casi alla specialità dei loro studi, e allo scopo da ciascun propostosi. In tal guisa l'Istria ne coglierà il miglior frutto, che avrà fatto il passo più decisivo per ottener la sua Storia, della quale sente ormai il bisogno non solo la provincia, ma la nazione pur anche.

Venezia, Marzo 1872.

Tomaso Luciani.

Note:
  1. È stato tacciato pure, da persone estranee al paese, di voler trovare denominazioni romane od italiche là dove sono slave o che altro. Questa taccia l'ebbe anche a proposito di Aurisina che nelle sue scritture sostituì a Nabetina, località del territorio di Trieste. Ora svolgendo io, non sono molti giorni, nel R. Archivio Generale Veneto un Codice membranaceo della Cancelleria inferiore segnato Atti ed strumenti appartenentia Beni della Cà di Dio dal 1205 al 1527, incontrai a carte 146 t.o un alto del 1292 con cui Zuane e Matio Maroli da Trieste refuda una casa in la contrada de Cavana e tre vigne a la casa de Dio, nel testo latino del qual Atto sta scritto... et tres vineas sitas in pertinentijs Tergesti in contrata Aurisini. Valga questo esempio pei molti che si potrebbero addurre a dimostrare che i nomi romani da lui adoperati sono i veri nomi del paese, mentre gli altri sono superfetazioni o storpiature di genti nuove (Nota dell' Autore.)
  2. Era  già composta nella tipografia la presente commemorazione quando giunse notizia 1.° che anche la Città di Trieste assegna pensione vitalizia alla Vedova — 2.d°, che ad iniziativa ed opera degli studenti del Ginnasio di Capodistria è stata collocata nel locale di quella Biblioteca civica una lapide a ricordare i meriti dell1 illastre defunto. La seconda notizia la dobbiamo alla Provincia (Giornale degli interessi civili, economici, agrarii ecc. dell'latria, che si stampa da sei anni a Capodistria), la quale riporta in apposito Supplemento un molto affettuoso e patriottico discorso pronunziato in questa solennità cittadina dal giovane studente signor Federico Gravisi di Montona. (Nota dell'Autore)

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Created: Sunday, February 21, 2010; Last updated: Saturday, November 13, 2021
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