RIUSCITO CONCERTO DEL CELEBRE BASSO
Surian, tutte le strade lo
(ri)portano a Fiume
FIUME – La pioggia torrenziale non è
riuscita a rovinare l’atmosfera elettrizzante che si respirava nel Salone delle
Feste della Comunità degli Italiani, all’attesissimo concerto di Giorgio e
Leonora Surian. Pubblico delle grandi occasioni, come si suol dire, sia per
quanto riguarda il numero dei presenti, sia per gli ospiti “in prima fila”, tra
cui il direttore generale dell’Università Popolare di Trieste, Alessandro
Rossit, la direttrice dei Servizi Amministrativi dell’Unione Italiana, Orietta
Marot, il vicecommissario economico del Consolato Generale d’Italia a Fiume,
Massimo Broglia.
Giorgio Surian, basso fiumano di
fama internazionale, proprio a Palazzo Modello ha debuttato come solista 35 anni
fa, con il coro della Società artistico culturale “Fratellanza”. Superfluo
elencare le arie con cui Giorgio e la figlia Leonora – accompagnati al
pianoforte dal Maestro Mario Čopor di Zagabria – hanno deliziato il pubblico,
che non si è risparmiato negli applausi. Surian si è esibito con estrema
eleganza, simpatia, spirito ironico all’occorrenza, padrone della scena e di
ogni personaggio d’opera proposto, spaziando da Verdi a Bizet, da Rossini a
Donizetti e a Mozart, mentre la cantante-attrice ha proposto con trasporto e
maestria quattro pezzi dai suoi musical preferiti, “Cabaret” e Cats”. Bis
reclamato con veemenza: Giorgio Surian ne ha concessi ben tre, l’ultimo in
duetto con l’affascinante Leonora. Una serata da non dimenticare. E la star
della serata si è dimostrata disponibilissima a concedere una breve intervista.
Sono passati 35 anni da quando si
è esibito alla CI di Fiume. Le sue impressioni?
“È stato bellissimo. L’accoglienza
del pubblico è stata fantastica, sono rimasto sorpreso e quasi scioccato da
tanto entusiasmo. Non mi aspettavo tanto calore e mi sono chiesto ‘chissà se ce
la farò a saper ricambiare tanto affetto?’. Ho visto che il pubblico è stato più
che fantastico e mi sono veramente emozionato alla reazione della gente ad ogni
mia esibizione. Come sempre ho cercato di dare il meglio di me stesso”.
L’ambiente?
“Stupendo! Come lo era anche tanti
anni fa, quando venivo al Circolo con mia madre e mio padre. Sono rimasto
piacevolmente sorpreso da questo spazio restaurato, ma soprattutto da come siete
riusciti a mantenere sempre viva e fiorente l’attività nella Comunità e nella
SAC ‘Fratellanza’. Sono proprio contento e vi faccio i complimenti”.
Com’è nata l’idea
dell’abbinamento della sua esibizione con Leonora?
“Agnese (la presidente della CI
locale, ndr) mi ha proposto questo concerto a Palazzo Modello, che ho accettato
volentieri. Non è facile, però, che una voce sola faccia un concerto intero con
dodici arie. L’idea di far cantare mia figlia mi è piaciuta subito; un
abbinamento per ‘sciogliere’ una serata ‘impegnata’, se così possiamo definirla.
Ho debuttato come cantante lirico proprio con la ‘Fratellanza’, come solista;
succede che in questo momento mio figlio sta studiando lirica e mi sarebbe
piaciuto che anche lui debuttasse alla CI. Avevamo già provato l’aria di
Dulcamara dell’‘Elisir d’amore’, un duetto con tenore e basso; purtroppo in
questi giorni non sta bene e non è potuto venire. Mi è dispiaciuto tantissimo
perché avremmo potuto fare una performance ancora più ricca e simpatica.
Ringrazio il pubblico e gli organizzatori, in particolare Agnese, che ha fatto
tanto in così poco tempo”.
Nell’annunciarla, la presidente
della Comunità ha detto: “Dal Metropolitan e dalla Scala, finalmente a Palazzo
Modello, Giorgio Surian!”. Dopo Fiume, quali città l’attendono?
“Attendo un contratto per andare in
Germania, a Wiesbaden, per il ‘Falstaff’, poi a Cagliari, per un’opera un po’
particolare, una cosa nuova, alla Sardana, poi a Roma per la ‘Tosca’ e in
seguito dovrei andare a Verona, ancora non si sa con precisione l’opera in
questione (la ‘Carmen’ o l’’Aida’, crisi permettendo). A Torre del Lago dovrei
fare la ‘Tosca’ o la ‘Fanciulla del West’… Ma sono ancora cose tutte da
confermare, soprattutto per quanto riguarda i termini, in quanto la crisi
economica è galoppante dappertutto. Andrò in Spagna, a la Coruña, per fare
l’’Elisir d’amore’, poi in Giapppone con il Maestro Zubin Mehta per fare la
‘Tosca’; poi dovrei andare in Francia per ‘L’assassinio nella Cattedrale’ di
Pizzetti. C’è tanto da fare, dunque. Sono un libero professionista e devo tenere
il passo”!
La musica in famiglia. Una
tradizione, un amore o un obbligo?
“Mia moglie e io abbiamo studiato
canto insieme, lei è diplomata in pianoforte. I due ragazzi rockettari, però,
non volevano seguire le nostre orme. Ma hanno fatto delle belle cose con la
musica moderna, sono molto in gamba. Adesso studiano entrambi canto. Hanno due
voci molto belle. Quello che mi piace in casa mia è che c’è sempre un c… caos
bellissimo”!
Un’ultima domanda su Leonora
artista: che cosa apprezza di più e in che campo, secondo lei, si deve applicare
di più?
“Direi che ha maturato molto in
questo ultimo periodo, perché ha fatto cose diverse. Il musical, penso, sia il
suo cavallo di battaglia. Il teatro è il suo mestiere e lo fa benissimo. Come
padre cantante lirico, mi dispiace che non abbia studiato opera perché ha la
voce giusta per cantare l’opera. Ma è lei quella che sceglie la sua professione
e che deve ‘sentire’ il genere che preferisce. Il musical, come del resto
l’opera, è internazionale, apre tutte le porte; e Leonora ci si sente benissimo.
È una ragazza in gamba, ha voglia di fare e lo fa col cuore”.
Ardea Stanišić
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