IL DOGE SAGREDO E IL GINNASIO
È noto quanta cura la città di Capodistria
ha riservato, fin dai tempi più antichi, alla scuola quale strumento di
educazione e di elevazione a vantaggio della società e, più ancora,
prodromo degli studi universitari nello Studio di Padova che la
Repubblica Veneta teneva nella massima considerazione.
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L'immagine del futuro
doge, quando era ambasciatore della Repubblica Veneta,
presso la corte Vaticana a Roma nel 1656. |
Nasceva in questo clima il Collegio
Giustinopolitano quale scuola superiore preparatoria aperta a
tutti i giovani dell’Istria Veneta chiamata pertanto a concorrere nelle
spese di gestione, con ampia sede costruita all’uopo.
L’atto di nascita porta la firma del Doge
Nicolò Sagredo e la data del 29 novembre 1675.
L’Istituto si consolidava tanto da
guadagnare l’universale considerazione e passava attraverso i
mutamenti, per altri versi distruttivi imposti dall’agitato corso della
storia, giungendo fino ai giorni nostri con la qualifica di Ginnasio
Liceo classico “Carlo Combi”. Ne hanno scritto Francesco Majer, Celso
Osti, Francesco Semi, Carlo Riccobon, Giovanni Quarantotto,
Antonio Vascotto, Aldo Cherini, Reclus Vascotto, mentre è venuto a
formarsi tra gli ex studenti, taluni dei quali portati dall’esodo assai
lontano, un sodalizio ideale che si riconosce in periodici
incontri tutt’ora organizzati malgrado il trascorrere di tanti
anni. Ex studenti che, in non pochi casi, hanno raggiunto posizioni di
altissima professionalità in sede sia nazionale che internazionale.
Fatto anche questo che pone il nostro
Istituto nel novero, se non unico, di ben pochi istituti similari.
Si dirà che molto si è gia scritto intorno al nostro
Ginnasio. Si di certo, ma per lo più per quanto riguarda i periodi a noi
più vicini e per quanto sentito o vissuto di persona.
Scriverne e parlarne non sarà mai troppo
trattandosi di un istituto come pochi, radicato da secoli nel tessuto
intellettuale e sociale delle nostre terre superando quegli
irreversibili rivolgimenti che fanno la storia ma mantenendo inalterato
il suo carattere.
Compare ora il volume “Il Doge Nicolò
Sagredo e il Collegio di Capo d’Istria”, curato dalla Fameia
Capodistriana e firmato da Aldo Cherini e da Pietro Valente,
che prende le mosse dal 1675 con la ducale istitutiva e la serie
delle ducali, norme e disposizioni successive.
Un libro bene documentato che di per sé è un
documento non comune, con un po’ di tutto in 120 pagine: una biografia
del doge Sagredo, l’evoluzione da collegio a ginnasio comunale e statale
veneto, cesareo, italico-francese, imperial-regio, imperiale e italiano,
sempre nella stessa sede, con citazioni nominative degli insegnanti e
dei numerosi sostenitori o alunni che lo hanno frequentato con onore
conferendo lustro e sostanza all’italica cultura. Distinta la veste
tipografica e molte le illustrazioni talune poco conosciute come il
ritratto del Sagredo che si trova a Roma nel Palazzo Venezia già sua
residenza in veste di ambasciatore della Serenissima Repubblica
Veneta.
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