Dicembre de fave e senza morbin
Ed eccoci finalmente arrivati
all'ultimo traguardo. Il ciclo dell'anno si è compiuto, la storia dei me si
finisce qui, con un po' di malinconia che spazzeranno via le luminarie di
Natale, le strenne appese all'albero, le grida festose che alIa fine
dell'ultimo giorno di quest'ultimo mese saluteranno l'anno nuovo, le notti
brevi, le giornate grige.
Dicembre è il mese del freddo e
dei doni. Con i doni si comincia a San Nicola:
San Nicolo de Bari,
la festa dei scolari
e dei marinari. |
Si continua a
Natale e non si finisce nemmeno a Capodanno. Ma qui si tratta soltanto di
strenne, dei regali variopinti che si fanno per le feste, non di abbondanza
e fecondità del mese. Ché, anzi, a questo riguardo, dicembre e un parassita.
I campi sono spogli, e così i vigneti e i frutteti. Sicché dice bene il
proverbio istriano:
Dicembre ciol e no
rende. |
Quanta al freddo,
i proverbi sono numerosissimi ma anche discordi, come presto vedremo. Uno
dice che dicembre è gelido e ventoso:
Davanti el te giazza,
de drio el te sculazza. |
Richiamandosi a
Santa Lucia, che ricorre il giorno 13, un altro proverbio aggiunge:
San Lùzia,
el fredo crùzia. |
Indubbiamente, i
primi freddi sembrano i piùl aspri perché non ci abbiamo fatto ancora
l'abitudine. Quando poi ci si fa il vezzo, l'opinione cambia. A Capodistria
fanno questo ragionamento:
In fin a Nadal
che fredo pol far?
De Nadal indrio,
el fredo xe andà con Dio. |
Intendono dire
che in dicembre fa freddo, sì, ma cosa vuoi che sia? Passa presto, e già
verso la fine del mese se ne va. Gli stessi Capodistriani, tuttavia, si
contraddicono con un altro proverbio:
Fin a Nadal
ni tanto ben, ni tanto mal;
e de Nadal indrio,
el fredo e la fame cori drio. |
La stessa cosa
dicono a Ossero:
Fino a Nadal,
ne fredo né fam;
da Nadal indrio
fredo e fame, tuto vien drio. |
A quest'ultimo
proverbio bisogna prestar fede, anche perché e ribadito a Parenzo, a
Rovigno, a Dignano ed in altri luoghi. Del resto l'esperienza conferma che
verso la fine di dicembre si ha una svolta decisiva nelle condizioni del
tempo e nelle stesse abitudini di vita del contadino, ormai alle prese con
la neve, col gelo e con la brina.
In dicembre, lo sappiamo tutti,
cade il solstizio d'inverno. In proposito non c'è località istriana da
Antignana a Capodistria, da Buie a Parenzo, da Momiano a Orsera, da Portole
a firano, da Valle a Rovigno e Dignano, in cui non si ripeta lo stesso
proverbio, sia pure con le varianti dovute alle differenti parlate.
Prendiamo quello di Albona:
De Santa Luzìa fin a
Nadal,
cresse el giorno un pas de gal;
da Nadal fin a Pasqueta,
cresse 'l giorno de mez'oreta. |
E chiaro il
significato: dal 13 al 25 dicembre le giornate crescono assai poco; dal 25
dicembre al 6 gennaio si allungano invece di mezz'ora (qualche proverbio
dice di un'ora) ogni giorno. Si dice pure (a Valle, ma anche altrove):
El dì de Santa Lusìa,
el piu picio dì che ghe sia. |
Il 13 dicembre
sarebbe il giorno più corto dell'anno. Mentre la notte di quello stesso
giorno e la notte più lunga:
Santa Luzia,
la note più longa che ghe sia. |
Lo dicono a
Parenzo. Perché, ci si domanda, il solstizio d'inverno viene indicato il 13
e non il 21 del mese? La risposta a questa domanda ci dice quanto antichi
siano i proverbi. Infatti il solstizio d'inverno coincideva col 13 dicembre,
giorno di Santa Lucia, intorno allontanissimo anno 1340. In seguito alla
riforma gregoriana del calendario, fatta nel 1582, il solstizio viene a
cadere tredici giorni dopo e, dice lo studioso Giuseppe vatova, «è uno dei
pochi di cui si può fissare l'epoca precisa».
Prima di concludere con dicembre
e con tutto l'anno, è utile ribadire che da questo mese i contadini traggono
spesso i pronostici per l'anno che sta per venire. Dai fenomeni atmosferici
di dicembre dipende, infatti, l'andamento dei prossimi mesi. I proverbi
dicono:
De Nadal al sol, de
Pasqua al fogo.
*
De Nadal al sol e de Pasqua al tisson. |
Viceversa:
De Nadal al fogo, de
Pasqua al zogo.
*
De Nadal al fogo, de Pasqua in piassa. |
Si dice ancora:
Dicembre de neve,
tre mesi de neve.
*
Dicembre de rasade
inverno tajo de do spade. |
Come il contadino
rimira i campi e ne trae le previsioni buone o cattive per il futuro
raccolto, così navigante volge lo sguardo scrutatore alIa cima più alta
dell'lstria ed
a quella più elevata dell'isola di Lussino per sapere che tempo farà sul
Golfo del Quar-
nero:
Co'l Monte Maggiore
meti el capuzzo,
el monte de Ossero se descoverze:
aviso al mariner,
che naviga el Quarner! |
Tratto da:
- Giacomo Scotti, I Mesi dell'Anno nei
Proverbi Istriani - ano de neve, ano de pan. Edizione LINT
(Trieste, 1972). All rights reserved.
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