Lo Stradivari di Collari

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Dall'anno 1966, in Istria vengono organizzate regolarmente rassegne annuali di danze e canti popolari. Dapprima cantanti, suonatori e danzatori popolari si radunano alle rassegne comunali; qui si scelgono i migliori che, nel secondo sabato di agosto, si esibiscono alla rassegna centrale della musica e della danza popolare dell 'Istria. è questa, tra l'altro, un'occasione in cui i vari suonatori di strumenti musicali specifici di questo territorio - le cosiddette "roženice" ("sopele"), cioè una specie di piffero, le "svirale" ("dvojnice", "vidalice", "duplice", "volarice") e i cosiddetti "mih" e "šurle" - possono scambiare le proprie esperienze circa la musica eseguita con questi particolari strumenti non temperati. Inoltre, alle rassegne che si tengono a Pinguente e a Pisino partecipano anche i cosiddetti "gunjci", suonatori popolari di violino e di "bajs" - contrabbasso rustico, che eseguono polke, valzer, mazurke e marce caratteristiche.

Non si tratta naturalmente di musica autoctona, bensì di un'espressione folcloristica influenzata dall'Italia settentrionale, che ha cominciato a diffondersi in Istria verso la fine del secolo scorso; ma queste manifestazioni sono anche un punto di incontro dei costruttori di strumenti popolari - e oggi in Istria ce ne sono pochi, e meno ancora i liutai, quelli che costruiscono i violini e i "bajs". Però, mentre non è un problema comperare un violino in ogni buon negozio di strumenti musicali, lo è per il "bajs", che non è stato mai un prodotto di fabbrica, come i violini, ma è stato sempre costruito dai maestri locali - falegnami. Un tempo nel Pinguentino, nel Pisinese e nel Buiese c'erano molti costruttori di "bajs", e anche molto abili. Lo testimoniano gli strumenti da loro costruiti 70-80 anni fa e che ancor'oggi possiedono un suono eccezionale. Ma i tempi cambiano, i "bajsisti" e i violinisti a un dato momento non furono più  richiesti (avevano indietreggiato davanti all'irruenza dei moderni strumenti elettrici), gli strumenti finirono nelle cantine, nelle soffitte, nelle stalle e con il tempo si guastarono.

Quando, però, incominciano a tenersi le varie rassegne, e in particolare quelle dei "bajsisti", "Attraverso l'Istria con il bajs", a Montona, il nostro "bajs" ricompare sulla scena, tirato fuori dalle soffitte polverose e messo nuovamente in opera come accompagnamento del violino e di altri strumenti. Alla sua costruzione si dedicano oggi Slobodan Bernobić-Libero, del villaggio di Erkovčići presso Colmo, che ha già costruito alcuni buoni strumenti, e Ottavio Štokovac, del villaggio di Collari, nell'Alto Buiese. Alla ricostruzione di vecchi "bajs", invece, si dedica molto attivamente Josip Krnjuš di Pisino.

Arrivare fino alla casa di Ottavio Štokovac, nel villaggio di Collari, non è proprio facile. Da Levade, ai piedi di Montona, si prende la strada verso Portole, poi verso Stema, da dove si gira in direzione di Grisignana. Dopo due chilometri si imbocca una stradicciola a destra e, percorsi 500 m, eccoci arrivati a Collari. Dalla direzione di Buie, invece, bisogna svoltare verso il villaggio di Poropati. Il villaggio di Collari deve il nome, molto probabilmente, agli abili falegnami e costruttori di carri (kola in croato significa carro), che vivevano e lavoravano in questo piccolo villaggio composto da un paio di case. Oltre ad Ottavio, oggi in questo villaggio abita solo la famiglia di Cesare Brozula.

Ottavio Štokovac è per molti versi un uomo insolito. Vive una vita di solitario in una vecchia casa malandata, con un unico amore: la musica - ama cioè costruire e suonare strumenti musicali.

Ottavio scoprì il proprio interesse per questo lavoro in giovanissima età (è nato nell'anno 1921). Suo padre era un buon falegname e un ottimo costruttore di carri e da lui il giovane apprese le prime nozioni di questo mestiere. Nella scuola elementare di Sterna, frequentata dal piccolo Ottavio, a quel tempo insegnava un maestro che sapeva suonare il violino. Gli accordi di questo strumento erano riusciti ad ammaliare il piccolo alunno da Collari che, un giorno, facendosi coraggio, chiese al maestro di regalargli un completo di vecchie corde di violino. Dopo aver ricevuto il prezioso regalo, Ottavio in tutta fretta corse a casa per incominciare subito la costruzione di un violino proprio. Quando fini l'ambito strumento aveva 11 anni e per la prima volta nella sua vita, felice, fece vibrare le corde dello strumento. Due anni più  tardi costruì un "bajs". A quel tempo, però, non si poteva vivere dedicandosi solamente alla costruzione di strumenti musicali, per cui il nostro maestro dovette orientarsi, innanzitutto, al mestiere di falegname, costruire cioè porte, finestre e altri oggetti per la casa.

Il tempo passava, Ottavio doveva fare il falegname, e i violini e i "bajs" finirono nel dimenticatoio. Quando, però, incominciarono ad organizzarsi rassegne e altre manifestazioni folcloristiche, crebbe improvvisamente l'interesse per le esibizioni dei "gunjci" e di conseguenza anche per i violini e i "bajs". Era la buona occasione e al maestro di Collari non fu necessario dire due volte di mettersi al lavoro. Egli si mise subito alla ricerca del legno adatto, in primo luogo di noce, di ciliegio selvatico, di acero bianco e legno canino. Dopo averlo fatto stagionare (3-4 anni), cominciò a modellare i singoli prezzi degli strumenti: la tavola anteriore (il piano armonico), che viene eseguita per lo più  con il ginepro rosso, la tavola posteriore (il fondo armonico) e la fascia - che tiene insieme il piano e il fondo armonico - che sono nella maggior parte dei casi in legno di acero bianco. Dopo questi elementi viene eseguita una tavoletta sottile di acero bianco - il ponticello, che comunica le vibrazioni delle corde al corpo dello strumento. Tra il piano armonico e il fondo armonico si pone un bastoncino di abete - l'anima, che ha il compito di comunicare le vibrazioni dal piano armonico al fondo. Sulla parte superiore del corpo viene innestato il collo (il manico) dello strumento e nel prolungamento la scatola per i bischeri, che termina a chiocciola. Sulla parte anteriore piana del collo si incolla la tastiera, sulla cui cima deve stare la sella superiore. E si arriva infine a uno dei lavori più delicatila laccatura (vernice) del violino, dalla quale dipenderà la qualità del tono. Ogni costruttore e ciò vale anche per Ottavio, custodisce gelosamente il segreto della preparazione della vernice.

- Non è detto che Stradivari abbia costruito i migliori violini - dice Ottavio con convinzione. - lo dimostrerò di poter costruire degli strumenti altrettanto buoni. E per quanto riguarda la vernice, secondo me anche qui si sta esagerando. Non ha voluto svelare i dettagli su come egli prepara la vernice, ci ha detto, però, che cuoce certe erbe e cortecce di alberi con determinate aggiunte.

- Che ciò rimanga un mio piccolo segreto - ha concluso. In modo simile Ottavio costruisce anche il "bajs", sul quale applica due corde, ricavate dalle budella di pecora, intonate a intervallo di quinta.

- Non è facile costruire ne violini, ne "bajs", devi nascere per questo lavoro - dice Ottavio, picchiettando con le dita sopra le tavole già segate nella sua falegnameria. - Vedi come suona bene questa tavola di acero bianco, e ascolta un pò questa di ginepro. Senti quanta differenza c'è nel suono. Saranno dei buoni strumenti - conclude il maestro, accarezzandosi soddisfatto la barba rigogliosa.

Attualmente sta mettendo su sei nuovi "bajs" e, quando saranno finiti, inizierà la costruzione di quindici violini. Ci informa che quest'anno [1992] a Montona, in occasione del terzo incontro "Attraverso l'Istria con il bajs", presenterà i primi esemplari dei "bajs". Ottavio Stokovac non è soltanto un liutaio, è anche un buon suonatore. Generalmente suona con Felice Šepić, Berto Pucar, Marino Kranjac, Dario Marušić e Franko Biloslav. Con il proprio violino ha partecipato a molte rassegne e feste che si sono tenute in Istria. Le canzoni più  note dell'Alto Buiese sono state anche incise sulla cassetta "Trio Kras".

Prima dì andarcene, abbiamo ascoltato alcune belle melodie delle parti di Ottavio e lui ha esegutio per noi il componimento che gli è più  caro: "Moj ćaća je kupio kozu za tri fijorina i po" ("Mio padre ha comperato una capra per tre fiorini e mezzo").

A sad note: Ottavio Štokovac passed away in 2006.

Tratto da:

  • Renato Pernić (testo) & Renco Kosinožić (fotografie), "Lo Stradivari di Collari", Jurina i Franina, rivista di varia cultura istriana, n. 50, primavera 1992, p. 42-46.

  • Fotografia - Marin Topic - http://www.istra-2.com/artphoto/index.html, Omnium d.o.o. (Porec, 1997) 

A passing note:

Radio Pula: Preminuo Ottavio Štokovac Rapatočki

Buje, 31.05.2006.- Danas je u svojoj 85. godini preminuo Ottavio Štokovac Rapatočki iz sela Kolari na Gornjoj Bujštini. Ottavio je istarsku tradicijsku glazbenu baštinu i istarsku kulturu uopće zadužio izradivši 1999. godine 12 novih bajseva te 2003. još 10, odnosno ukupno 25 u svom životu. Štokovac je bio i poznati narodni svirač na mnoga pučka glazbala, bio je okosnica poznate grupe svirača Trio Kras te učitelj mladih naraštaja.


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Created: Monday, September 18, 2000; Last Updated: Tuesday, April 05, 2022
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