Anno 1948. Piazza Banchi a Genova

Antonio (Tonci) Neumann

[Tratto da: ©La Voce del Popolo, 18 febbraio 2006.]

Uno spiazzo tra i "carruggi" che dal porto salgono verso Piazza Corvetto. Nel giugno del 1948 costituisce il centro attivo per il reclutamento dei marittimi che desiderano imbarcare su navi della marina mercantile. Gli Stati Uniti e l’Inghilterra cedono agli alleati le carrette "surplus" dalla seconda guerra mondiale e degli alleati fa ormai parte anche l’Italia. I vecchi armatori genovesi se le contendono ed hanno bisogno di equipaggi. Sono i Corrado, i Pittaluga, i Scerni, i Querci, i Cosulich ed altri nuovi armatori liberi che inviano a Piazza Banchi i propri sensali, ognuno con una seggiola e il suo "scagno", una specie di piccola scrivania con quattro fogli sui quali iscrivere i nomi di quanti si offrono per l’imbarco.

Vi è anche, sotto a Ponte dei Mille, un Ufficio di Collocamento vero e proprio gestito dalla Capitaneria di Porto che, ogni mattino intorno alle 09.00 emette le chiamate del personale richiesto, in genere dagli armatori della P.I.N., le Società di Preminente Interesse Nazionale, la "Società Italia", il "Lloyd Triestino", l’"Adriatica", la "Tirrenia" , e là che si crea un primo affollamento di marittimi alla ricerca di una cuccetta a bordo, le parlate in questa sede sono diverse, sul mormorio che si leva dalla piccola folla c’è la parlata ligure, quella napoletana, quella veneta o quella siciliana, scende un silenzio attento quando compare il sottufficiale con l’elenco delle chiamate, c’è sempre il caso che qualcuno non risponda ed allora si levano alte le voci di chi pensa di riempire il vuoto apertosi.

A Piazza Banchi le cose procedono in modo diverso, ci si avvicina agli "scagni", si formisce la propria qualifica, si esibisce il Libretto di Navigazione con la sequela degli imbarchi e delle navigazioni prestate, si fa rilevare la lunghezza degli imbarchi a dimostrare la propria solidità professionale, il sensale interpellato sfoglia tra le pagine che più consunte sono più affidamento danno. In mezzo alla piazza il gruppuscolo di quanti hanno ultimato il giro dei sensali ed ora attendono una qualche improvvisa convocazione, la parlata è prevalentemente veneta, sono i marinai di Fiume, dell’Istria, di Lussino, della Dalmazia, un po’ in disparte gli ufficiali, i comandanti, i direttori di macchina in attesa di un comando, di una direzione, di un grado anche se inferiore a quello acquisito.

È facile si ritrovino poi tutti, a mezzodì, a consumare un pasto gratuito alla mensa dei poveri che il Comune di Genova ha allestito dentro al Palazzo Ducale in Piazza Corvetto. Tra essi ci sono anch’io ancora intento a ricreare le documentazioni necessarie per riottenere il cosiddetto "Foglio di Ricognizione" che, dopo un anno di navigazione effettiva mi consentirà di ricevere il vero e proprio "Libretto di Matricolazione". Un giorno sono stato a Savona presso l’Istituto Tecnico Nautico di quella città il cui presente preside è Attilio Depoli il quale ha lasciato Fiume insieme alla segretaria e portandosi appresso tutti i registri scolastici del "Cristoforo Colombo" di Fiume; in tal modo ho potuto risalire al mio certificato di Macchinista Navale. Altre giornate ho perso nella Capitaneria a Ponte dei Mille per rifare il mio curriculum militare ed ottenere infine il richiesto "Foglio di Congedo" della Marina Da Guerra con la benevola motivazione di non avviato alle armi per esuberanza della Marina stessa. Cercano di aiutarci un po’ tutti. Al pomeriggio a girare per i "carugi" alla ricerca di qualche indirizzo di armatori. A sera poi, in tanti a ritrovarci chi sul treno per Busalla, chi su quello per Nervi, per Camogli, per Recco (la comunità fi umana più raccolta insieme a quella di Busalla) e poi per Chiavari.

Non vi sono solo marittimi a gironzolare per Piazza Banchi, vi sono anche laureati o studenti universitari ritrovatisi lontani dalle case natie e, in alcuni casi dalle proprie famiglie, senza mezzi per proseguire gli studi o possibilità di intraprendere una professione. Non bisogna scordare che siamo nel 1948, industrie e commerci si stanno faticosamente riprendendo e che le occasioni di lavoro a terra sono ben scarse. Ed è così che laureati e studenti fi umani, istriani, quarnerini si imbarcano anche loro e fanno i mozzi, i giovanotti di camera, gli aiuti in cucina, si arrangiano insomma. Tiro avanti così per un mese mentre a casa dei miei, a Savignone, vicina a Busalla" (note), con il gruzzoletto sottratto alla vista delle guardie confi narie slave che si riduce sempre di più, pratiche, dichiarazioni giurate, firme di qua e di là , visite mediche per questo o per quello, qualche giorno, giù a Genova, me la cavo con un etto di quei biscotti rotti in fondo alle confezioni di latta in un qualche negozietto di commestibili in via Gramsci.

Poi, in un giorno di sole del 26 giugno 1948 non salgo invano la larga scalinata che porta agli uffici delle Capitaneria, ad attendermi in una delle tante spoglie camerette vi è un maresciallo capo sorridente che mi porge infine il "Foglio di Ricognizione" con tutte le dovute firme e timbri e che mi dichiara "Allievo Ufficiale di Macchina". Ora sono legittimato ad unirmi a quanti s’affollano all’Ufficio di Collocamento a Ponte dei Mille o girellano con aria oziosa tra gli "scagni" di Piazza Banchi. Ed è proprio a Piazza Banchi che da lì a pochissimi giorni si verifica il miracolo, Mentre sussurro timidamente ad un sensale "Allievo Ufficiale di Macchina" e quello scuote la testa, il sensale dello "scagno" accanto mi informa di aver sentito che la Società Italia ne sta cercando uno. Lo ringrazio e volo verso Piazza Corvetto. Entro nel grande palazzone che ospita gli uffici della Società di Navigazione Italia, vengo accompagnato al terzo piano da un usciere ed introdotto in una larga stanza con un’unica scrivania dove siede un signore sui quarant’anni d’aspetto giovanile, esibisco il mio "Foglio di Ricognizione", lo incuriosisce il mio cognome e mi chiede la provenienza. Come sente: "Fiume!" vedo che allarga un ampio sorriso e mi tende la sua mano. Vuol sapere delle vicende mie e dei fi umani. Discorriamo per un bel po’ e quindi mi fa: "Ora le preparo il foglio per la visita medica presso il nostro dottore domattina, domani pomeriggio alle 16 ripassi nel mio ufficio che la farò accompagnare a bordo dello "Stromboli", il piroscafo di tipo Liberty al quale è destinato, mi lasci qui il suo Foglio di Ricognizione per sistemare il suo imbarco in Capitaneria.

Così hanno inizio le mie vicende in mare, le mie e quelle di quei tanti esuli che a Piazza Banchi hanno trovato una soluzione ai tanti problemi imposti dall’esodo. Talvolta ci si è ritrovati a bordo della stessa nave, talvolta sulla banchina di un qualche porto del mondo. O per una strada come mi accadde ad Iquique, una sperduta località del Cile quando qualcuno, alle mie spalle, bloccò il mio andare dicendomi: "Indovina chi sono?" tappandomi gli occhi. Ed era un mio carissimo amico d’infanzia, uno della ganga di via De Amicis, Nerone Smoquina, fi -glio del bidello delle "Brentari". E quante volte ci incontrammo ancora a sera a Genova, in corso XX Settembre, nei i primi anni delle nostre peregrinazioni.

Tonci Neumann

M. Ciceran Note: My family likewise lived in Savignone, near Busalla.


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Created: Saturday, March 15, 2008. Last Updated: Monday, October 25, 2021
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