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Fig. 1 - Panorama di Barbana (R. Kosimožić 1990). |
Gli stemmi di Barbana
© Attilio Krizmanić
Pola CDU 929.6(497.5Barbana)
Sintesi Dicembre 1999
Riassunto: L'autore dopo un breve exursus incentralo
sugli aspetti storico-urbani di Barbana tratta degli stemmi di questo
antico borgo medievale (in particolare di quelli della famiglia Loredan
e di quello comunale). Egli ritiene che la soluzione migliore dello
stemma storico di Barbana (descritto per Ui prima volta dal Kandlcrncl
1855, con i barbigli del barbone), sia dal punto di vista della fedeltà
che della modellatura, risaiga al 1907 con riferimento a quanto troviamo
sull'intonaco del fregio che corre lungo la linea del doccione dell'
edificio della Facoltà di pedagogìa di Pola. L'autore ritenendo che
questo esemplare dovrebbe essere usato nella ricostruzione dello stemma
storico di Barbana, ne propone un disegno modulare.
Sažetak: "Barbanski grbovi" - U uvodnom
dijelu ovog rada autor daje kratak pregled povijesti i urbanog razvitka
Barbana, srednjovjekovnog naselja koje je početkom 16. stoljeća potpalo
pod vlast Mletačke Republike, a 1536. zajedno s posjedima Rakija bilo je
prodano patricijskoj obitelji Lorcdan iz San Stefana kao nasljedno
dobro.
Više prostora posvećeno je barbanskim grbovima, komunalnom grbu i
onima obitelji Loredan da bi se Što bolje rekonstruirao autentični
povijesni grb Barbana, koji je prvi 1855. opisao Pietro Kandlcr.
Autor drži da je najbolja varijanta s aspekta autentičnosti primjerak
iz 1907. koji je bio umetnut u žbuku na vijencu Pedagoškog fakulteta u
Puli (renesansni Štit zlatno žute boje, podijeljen zelenom trakom na
gornje i donje polje; na gornjem su raspoređene tri brade u obliku slova
"V", dok je na donjem prikazan crveni most s crnim spojnicama nad plavom
rijekom koja simbolizira rijeku Rašu).
To je varijanta koja bi trebala biti uzeta u obzir prilikom
rekonstrukcije povijesnog grba Barbana, kojeg autor donosi u modularnom
mjerilu.
Povzetek: "Grbi Barbana" - Avtor nudi v
uvodnem delu svojega eseja kratek zgodovinsko - mestni exursus Barbana,
starega srednjeveškega trga, ki je v začetku XVI. stoletja postal last
Beneške republike, in je bil leta 1536, skupaj s posestjo Rakalj, prodan
patricijski družini Loredan iz sv. Stefana kot dedna imovina.
Medtcm pa je obsežen prostor posvećen obravnavanju grbov Barbana in,
posebno tistih družine Loredan, odnosno tistega občinskega, da bi lahko
prišli [ đo najboljšega predloga rekonstrukcije zgodovinskega grba
Barbana, ki ga je prvič opisal Pietro Kandler leta 1855, z brki.
Avtor smatra, da je najboljša rešitcv, tako glede zvestobe kot
oblikovanja, primerek, ki so ga leta 1907 prikazali na ometu okrasnega
roba, ki teče vzdolž linije izlivnega rilca stavbe pedagoške fakultete
iz Pule (renesansni rumeno/zlat šcit, ki ga deli zeleni trak, na
zgornjem delu s tremi Črnimi brki/bradami, ki so prikazani v obliki črke
"V", na spodnjem delu pa je rdeč most s crnim stikom, nad plavo vodo
reke Raše).
Tega bi morali uporabiti v prcdlogu rekonstrukcije zgodovinskega grba
Barbana, o katerem nudi avtor tuđi modulsko risbo.
Barbana è oggi un antico borgo medievale istriano, situato
sull'elevato ripiano che sovrasta il vallone dell'Arsa (fig. 1),
distante 28 km da Pola, sulla strada principale che porta ad Albona e a
Fiume. [1]
L'abitato, come è avvenuto per altre città e cittadine
dell'Istria, è sorto probabilmente nel luogo o in vicinanza del luogo in
cui in precedenza era esistito un
castelliere preistorico istriano [2] e
successivamente, nell'età antica, un' importante località difensiva. AI
tempo di Augusto, al confine della X Regio italica "Venetia et Histria",
il luogo era uno dei punti più importanti al confine dell'antico agro
della colonia polese [3]. Del resto lo stesso nome
BARBANA, (probabilmente dal nome di un certo BARBANUS), testimonia un
toponimo prediale di origine latina.
Molto presto, nel corso dell'VIII secolo, divenne sede di una
curia collegiale [4], e assieme a Castelnuovo d'Arsa (Rakalj) costituì due
tra i più antichi comuni istriani [5].
Dopo la dominazione romana e bizantina, nel periodo della dinastia
nazionale croata (dal X al XII secolo), il
fiume Arsa rappresentava il
confine naturale e politico tra gli stati dei Franchi e dei Croati;
questi, tuttavia, dovevano vivere anche sulla sponda occidentale del
fiume Arsa, se nel primo documento noto di Barbana, risalente al 1199,
si fa menzione del suo Comune, capitanato dallo zuppano Pribislav [6].
In questo documento si nomina "Pribisclavus gastaldius Barbanae" e
"Pribisclavus Zupanus" e precisamente del "Comune di Barbana", ossia un
capo (zuppano) alla testa di un comune già istituito, che, come quello
di Pola (rappresentata dal podestà), era una realtà probabilmente già
nei secoli X o XI. Di conseguenza Barbana presumibilmente esistette già
come una forma embrionale di castello o di torre difensiva con chiesa
annessa, che aveva le sue radici nei secoli VI-VII, innalzato forse sui
ruderi; di un' ntica fortificazione bizantina, sin dal secolo X,
durante il dominio dei Franchi. Per ora non ci sono tracce visibili del
primitivo Castello (fortezza), per il fatto che Barbana venne a più
riprese devastata.
Nel 1328 viene demolita dal patriarca di Aquileia, e nel 1330
Sergio e Nascinguerra de Castropola sono costretti a risarcire "terram
de Barbana" per la distruzione del Castello. E non solo il Castello
venne distrutto, ma anche ricostruito e rimesso a nuovo più volte,
specie nei secoli XVII e XVIII [7].
Ne deriva che il nucleo di Barbana (fig. 2), attraverso la
sua lunga storia, era formato dal Castello quadrangolare, circondato da
mura e fortificato con torri angolari munite di merlatura ghibellina.
Nel secolo XV attorno al Castello sorgono edifìci abitativi ed
ecclesiali.
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Fig. 2 - Pianta del centro storico di Barbana (1999).
Clliccare l'immagine per indoppiare.. |
Dopo i Franchi, ì castelli istriani vengono governati dalle
famiglie magnatizie tedesche. Barbana passa nelle mani dei Conti di Gorizia e di
Pisino e dal 1374 in poi finisce sotto gli Asburgo.
In un documento degli inizi del secolo XV [8], pubblicato nel 1846 da
D. E. Melly, si descrive il primo noto sigillo di Barbana con su un
testo non decifrabile e con un disegno dai dettagli alquanto
incomprensibili: "A destra un edificio ecclesiale a forma di basilica; a
sinistra, sopraelevata da terra, una stretta torre con una porta e al di
sotto della merlatura due piccole finestre".
Lo storico D. Klen si meraviglia del "fatto che anche le piccole
città istriane dell'interno dell' Istria usassero il sigillo". Ritengo
che proprio questo sigillo (una specie di stemma), testé descritto, sia
il simbolo di cui Barbana si fregiava e che anche questo elemento
rappresenti una prova dell'importanza di questo abitato fortificato sul
limite estremo del confine con i possedimenti veneziani in Istria, che i
feudatari pisinesi ricostruiscono e che viene nominata anche nell'urbario della Contea di Pisino, già nel 1498
[9].
Proprio in questo periodo, nella seconda metà del secolo XIV o
agli inizi di quello successivo, vennero costruite due chiesette in
stile gotico: San Giacomo, lungo il perimetro settentrionale
dell'abitato, e San Antonio Abate, davanti alla porta principale
occidentale fuori le mura, che sino ad oggi ha mantenuto la copertura in
lastre di pietra. La volta gotica di San Antonio con affreschi musivi
presenta, appresso dei graffiti inscritti in caratteri glagolitici e,
inciso nell'intonaco sopra l'affresco, un probabile disegno che potrebbe
assomigliare al sigillo descritto dal Melly [10].
Fino al 1516 Barbana divide il destino della Contea di
Pisino
sotto l'amministrazione austriaca. In quell'anno, durante la guerra tra
Venezia e Austria, si pone volontariamente sotto la protezione del Leone
di Venezia e così sarà fino alla caduta della Serenissima Repubblica,
nel 1797.
Agli inizi del governo veneziano, Barbana finisce sotto
l'amministrazione dei podestà di Albona e di Fianona e dopo la guerra
del 1535, Venezia la vende all'asta, assieme a Castelnuovo d'Arsa, alla
famiglia nobiliare dei patrizi Loredan di Santo Stefano, come bene
ereditario [11].
Tale avvenimento viene ricordato l'anno successivo, il 1536, su una
stele di marmo con Io stemma della famiglia Loredan, raffigurato su uno
scudo rinascimentale, in cui emerge un corno dogale (fig. 3), che si conserva
sopra la porta della facciata di Palazzo Loredan, che guarda verso il
cortile [12].
È mia ferma opinione che questo sia il primo e più antico stemma
della famiglia Loredan a Barbana, e che inizialmente esso era collocato
sul "palazzo vecchio", che precedentemente si innalzava all'interno
dell' antico Castello medievale.
Lo stemma è spaccato entro uno scudo rinascimentale in due campi;
nel 1° campo sono disposte orizzontalmente tre rose; nel 2° le tre rose
sono disposte a triangolo.
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Fig. 3 - II più antico stemma della famiglia Loredan a
Barbana, 1536. |
Fig. 4 - Stemma della famiglia Loredan oggi nell'atrio del
Palazzo comunale di Pola. Probabilmente stemma del Conte di Pola
Leonardo Loredan. 1522. |
Uno stemma simile, raffigurato su uno scudo in stile gotico, che
oggi si conserva nell'atrio del Palazzo comunale di Pola (fig. 4),
apparteneva con tutta probabilità a Leonardo Loredan, che nel 1522 era
"Conte di Pola"[13].
La trasformazione rinascimentale di Barbana con il suo Castello
medievale, iniziatasi nel secolo XV, sembra che dopo il 1516 non sia
proseguita con la medesima intensità, in particolare per quello che si
riferisce al Castello, ereditato in uno stato precario, e che tale
situazione si sia protratta per tutto il secolo XVI. Quando, infatti,
dopo il 1536, giungono a Barbana i signori feudali Loredan e i loro
capitani sono costretti a prendere dimora nel "vecchio palazzo", quasi
diroccato e deserto, nel quale abitavano soltanto il Capitano e due
custodi, i Loredan ordinano che gli zuppani e i giudici di Barbana
debbano prendere alloggio in Barbana [14] stessa.
Ritengo che il "vecchio palazzo", probabilmente costruito in
stile romanico (gotico), fosse ubicato là dove, nel 1708, venne
costruito il nuovo palazzo, conservatosi fino ai nostri giorni, lungo il
lato orientale interno del perimetro del Castello [15].
Verso la fine del secolo XVI, Barbana è già strutturata come
centro del feudo, con un ampio latifondo, particolarmente fertile nella
valle dell'Arsa, ma economicamente orientato verso il mare con il suo
porto nel golfo omonimo, situato nella località nota come Pesacco (cr.
Piesak-Pisak, etimo che ricorda un tratto di costa sabbiosa) [16].
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Fig, 5 - Palazzo comunale con la loggia riattata e la torre.
Situazione relativa agli inizi del secolo XX. |
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In nome della famiglia Loredan il feudo era amministrato da un
capitano da essi delegato che deteneva il potere giudiziario e militare,
mentre l'abitato, come tale, era amministrato da un consiglio di dieci
giudici e da tutori del popolo alla presenza dello zuppano e del suo
vice. Non si sa se fino alla metà del secolo XVI ci sia stata a Barbana
una loggia coperta, come luogo di riunione del consiglio e del
tribunale.
Generalmente si trattava di uno spazio coperto dove si riunivano i
Barbanesi per discutere e risolvere i problemi che li angustiavano.
Primariamente il popolo per tali esigenze si riuniva, come del resto in
tutte le cittadine e i villaggi dell' Istria, attorno a un secolare moro
o bagolaro, con delle panche in pietra disposte a quadrato o a
cerchio [17].
Alla ripresa del rinnovamento di Barbana nel periodo
rinascimentale si giunge appena nella seconda metà del secolo XVI. La
nuova loggia, una delle più belle in Istria, viene costruita nel 1555, come spazio aperto al pianoterra
dell'edificio comunale (Palazzo), circondata dai nuovi stabili
abitativi, costruiti in questo periodo, e più volte ricostruiti fino al
secolo XX. Questo Palazzo, del resto costruzione molto ambiziosa per
quei tempi, ospitava al piano il fontico (fondaco) del grano e le
abitazioni del capitano e del notaio pubblico [18].Sulle pareti perimetrali della loggia erano stati murati dei
sedili in pietra attorno un tavolo anch'esso di pietra. La loggia si
apriva verso la piazza con un atrio formato da colonne e capitelli
finemente modellati in stile rinascimentale che scomparvero o vennero
murati in robusti pilastri nel 1842, quando la loggia venne rinnovata [19].
Parte integrante del complesso del Palazzo comunale con la loggia era
anche la torre con merlatura e orologio, che allora costituiva per certi
versi la dominante verticale più alta, assurta a simbolo di Barbana (fig.
5). Il fatto venne rilevato su una lastra di marmo con inciso l'anno 1555
e con scolpiti tre stemmi (fig. 6), collocata sul muro della loggia,
davanti al tavolo di pietra. Al centro dell, lastra c'era un
bassorilievo che raffigurava il Leone di Venezia con il libro aperto.
Dalla parte sinistra stava lo stemma della famiglia Loredan di San
Stefano con il corno ducale, mentre sul lato destro c'èra lo stemma del
Capitano di allora (Joanne Petro Ravenoldo) che aveva fatto mettere in
opera la stele di marmo (fig. 6/1 e 6/2) [20].
Il primo dicembre del 1568 venne ultimata la fontana comunale
costruita ad occidente del "vecchio palazzo" [21]. Sulla ghirlanda della
fontana sono scolpiti la data (MDLXVIII ADI PRIMO DECEMBRIO) e tre
stemmi, strutturati sempre alla stessa maniera: dal lato sinistro cioè
lo stemma dei Loredan, nel mezzo il Leone di Venezia e a destra, appena
visibile, quello del capitano allora in carica.
Sembra che prima del 1587 non sia stato ultimato il nuovo ufficio
del notaio, situato accanto alla loggia (Cancelleria) nel Palazzo
comunale, poiché il 9 giugno dello stesso anno, il Capitano Herculo
Ellenio stipula un contratto per portarlo a conclusione e in tale
circostanza sopra la porta dell' ufficio viene messo in opera lo stemma
dei Loredan, che più tardi sarebbe stato trasferito sopra la finestra
del pianoterra della torre comunale dove si conservò fino al 1833 [23]
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Fig. 7/1 - Stemmi che definiscono la data del rinnovamento di
campanile della Chiesa di San Nicola (1585). Al centro lo stemma di
L(eonardo) L)redan), a sinistra lo stemma del Capitano HE(rculo)
A(ellenio), in destra probabilmente lo stemma di Barbana, C(omune)
B(arbana).
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Fig. 7/2 - Ubicazione della stele di marmo, di cui allo
fig. 7/1, sul campanile della Chiese di San Nicola. |
A tutt'oggi, quasi sulla vetta stessa del
campanile della chiesa di San Nicola (fig.7/1), si mantiene la stele di
marmo con i tre stemmi e la data, che due anni prima ( 1585), lo stesso
Capitano aveva fatto collocare sulla nuova cuspide ottagonale del
campanile, che, a quanto sembra, era stato danneggiato in precedenza da
un fulmine [24]. La composizione figurale degli stemmi
riesce molto interessante, diversa com'è, dalla collocazione precedente
(fig. 7). Al centro emerge lo stemma dei Loredan con ai lati due
lettere; L(eonardo) L(oredan), e, al di sotto, la data MDLXXXV. Sullo
stemma di sinistra, compartito orizzontalmente in due campi, al centro è
posta una galla di abete (pina) con due lettere scolpite lateralmente,
"HE" e "A", che starebbero a significare le iniziali del nome
dell'allora Capitano HE(rculo) A(ellenio). Per noi è certamente più
interessante lo stemma di destra con il motivo della croce sullo scudo e
con due lettere scolpite ai lati, una "C" e una "B", che potrebbero
derivare da C(omune) e B(arbana) [25].
La cuspide ottagonale della torre ecclesiale è probabilmente un
semplice risanamento del campanile romanico a sé stante, ormai
fatiscente della precedente, più antica chiesa dei secoli VI -VII,
avendo subito questa torre campanaria notevoli mutamenti 116 anni dopo
il fatto (1701), quando venne abbattuta la vecchia e più piccola chiesa
all'interno del Castello e ne venne costruita una nuova, dedicata a
San
Nicola, in stile barocco. La nuova costruzione incorpora in sé la parte
nordorientale (un quarto) del Castello medievale con le due torri
difensive e quella del "vecchio palazzo" in direzione della piazza. In
questa maniera la chiesa, con !a sua massa e con il suo nuovo campanile,
diventa la principale dominante spaziale di Barbana, importante punto di
orientamento e punto nodale e focale dell'ampio territorio barbanese.
Novantacinque anni prima di questo intervento globale (1606),
poiché il "palazzo vecchio" era ormai fatiscente e probabilmente tanto
piccolo da non poter ospitare le saltuarie visite dei nuovi signori e
l'abitazione del capitano di stanza fissa, il Capitano del feudo,
Antonio Capello, fece aggiungere una nuova ala al Palazzo che correva
lungo le mura di difesa meridionali del Castello, ormai in rovina, fino
alla torre difensiva sud-occidentale. In tale occasione fece scolpire su
una lastra di pietra il suo stemma assieme a quello dei Loredan, e su
una stele la data M.DC.VI [26]. Lo stemma e la stele vennero messi a
dimora sopra la porta principale, ma poi andarono perduti poiché
quest'ala del Palazzo venne abbattuta nel 1879 [27].
I possedimenti veneziani dell'Istria subiscono, specie nei secoli
XVII e XVIII, un sensibile rallentamento nello sviluppo, mentre dal XV secolo in
poi erano divenute sempre più frequenti le epidemie di peste e di
malaria [28].
Nel 1640 il vescovo di Cittanova, Tomasini, descriveva Barbana
come un luogo malsano e spopolato, specialmente durante l'estate [29].
Allora il Tomasini contava nel feudo di Barbana 300 case. Le numerose
paludi e gli acquitrini che si formavano alla foce dell'Arsa, per
estendersi poi fino al porto naturale, ai piedi dei pendii, favorivano
il diffondersi di miasmi e della malaria specie a Barbana (come del
resto a Pola e a Medolino).
Il medico capodistriano P. Petronio, cinquantanove anni dopo
(1681), registra la presenza a Barbana di 400 case [30], il che costituisce
un buon aumento, ma con qualche interrogativo. Anche lui ripete (o
ricopia) il Tomasini, confermando che qui d'estate l'aria è malsana.
Non a caso dal 1606, per i successivi cento anni, nulla di notevole si
costruisce o ricostruisce a Barbana. Lo si farà appena nel rinnovamento
barocco di Barbana, che si inizia con l'edificazione della nuova chiesa
di San Nicola nei primissimi anni del secolo XVIII, quando a Pola c'era
il vescovo conventuale francescano J.M. Bottari [31].
Proprio verso la fine del secolo XVII (1696) per la prima volta a
Barbana si fa menzione della ripresa del pittoresco e interessante gioco
cavalieresco della "Corsa all'anello", la più antica delle giostre di
questo tipo sull'odierno territorio della Croazia, che per ordine dei
Loredan si svolgeva il 10 giugno di ogni anno [32]. Una giostra simile si
teneva anche a Sanvicenti.
Dunque la costruzione precedentemente descritta della nuova chiesa
di San Nicola, iniziatasi nel 1701, si conclude nel 1708, assieme al
nuovo Palazzo Loredan, conservatosi fino ai giorni nostri, che si
innalza là dove un tempo sorgeva il "vecchio Palazzo". Si procede così
anche alla demolizione del torrione difensivo circolare posto a
meridione, che fino allora si era mantenuto in piedi accanto al "vecchio
palazzo" fino alla
cisterna e alla fontana costruita nel 1567 a fianco
dell'orto del palazzo.
La facciata principale del nuovo palazzo che guarda verso la
piazza è concepita in un'armonica composizione simmetrica, con al centro
una balconata e un portale barocco sopra l'entrata principale del
pianoterra. Questo complesso e significativo intervento edile, relativo
all'erezione della nuova chiesa e de! nuovo Palazzo all'interno delle mura difensive di cinta del Castello
medievale, lo si deve all' impegno dell'allora Capitano di Barbana, Ivan
Frankovìć".
A cura del secondo membro della stessa famiglia croata, il Capitano
feudale juris doctor", Antun Frankovic, il 20 aprile 1718, vennero
portati a termine i lavori alla nuova porta cittadina occidentale (porta
grande), probabilmente sul luogo dove esisteva quella più antica del
secolo XV. Sopra il portale barocco viene messo a dimora lo stemma dei
Loredan con il corno ducale e con una stele recante la data
dell'avvenimento (fig. 8) [34].
Allo scopo di proteggere Barbana, che nel frattempo si era
ingrandita ed estesa, in direzione est, verso Gradišće, due anni dopo lo
stesso Capitano fece erigere la porta piccola orientale, datata 1720.
Le imponenti opere di rinnovamento di Barbana nella prima metà del
secolo XVIII, sotto il Capitano Antun Franković, si concludono nel 1726
con la ricostruione del tratto difensivo delle mura occidentali del Castello,
dalla Porta Grande fino alla torre difensiva quadrangolare, e con la messa in opera del
nuovo orologio sul campanile della chiesa parrocchiale nel 1766 [35].
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Fig. 8 - Stemma dei Loredan con evidenzialo i! corno ducale, posto
sotto l'epigrafe che stabilisce il 1718 come data della costruzione
della "nuova porta grande", all'entrata principale in città da
occidente. |
Fig. 9 - Stemma sulla cisterna di Palazzo Stancovich, datata 1830. |
Dopo la caduta di Venezia (1797), Barbana è possesso feudale della
famiglia Pisani (1816). Da allora la città divide la sorte dell'
Istria fino ai nostri giorni.
Verso la fine del secolo XVIII e nel corso dei primi trent'anni di
quello successivo, la famiglia del canonico
Pietro Stancovich, provvede,
mediante la ricostruzione e la trasformazione di una serie di antiche
case rinascimentali, a creare un unico monumentale edificio in stile
neoclassico, che si estende fino alla piazza, dirimpetto al Palazzo
Loredan. Sul muro in pietra del parapetto della cisterna, datata 1830, è
scolpito il tramonto del sole nel mare, sullo sfondo di uno scudo
rotondo sormontato da una corona (fig. 9) [36].
La Barbana del secolo XIX è segnata dalla devastazione e dalla
distruzione del patrimonio architettonico. Si cominciò nel 1842 con la
ricostruzione della loggia rinascimentale del comune. I pilastri di
pietra e i capitelli vennero sostituti o vennero murati dentro i grossi
pilastri, mentre il fondaco al piano venne trasformato in scuola e nell'alloggio del maestro. Nel 1878-79 vennero abbattute le mura difensive
del Castello nel tratto tra la chiesa parrocchiale e la Porta Grande fino alle mura difensive meridionali della torre quadrangolare. Lo
stesso destino toccò anche all'ala meridionale più antica del Palazzo
feudale dei Loredan risalente al 1606 [37]. E per finire il 24 gennaio 1893
venne appiccato il fuoco all'archivio comunale [38]. Il Palazzo comunale
nuovamente fu preda delle fiamme nel 1944, rimanendo privo dopo la
ricostruzione postbellica della Torre comunale.
Da questo breve excursus incentrato sugli aspetti storico-edilizi,
legati ai noti stemmi che comparvero a Barbana dal secolo XV al secolo
XIX, possiamo arguire che in questo periodo si è fatto uso
prevalentemente degli stemmi della famiglia patrizia veneziana dei
Loredan, che sono certamente i più numerosi, quasi sempre regolarmente
combinati con lo stemma statale di Venezia e con quello dei vari
capitani che amministrarono il feudo di Barbana.
Appena attorno alla metà del secolo XIX all'atto del riassetto dei
comuni istriani nel quadro dello stato austriaco, anche a Barbana, nella
sua qualità di Comune autonomo, venne concesso di esporre il proprio
stemma, che il Kandler nel 1855 descrive per la prima volta così: "scudo
bipartito da fascia verde; la parte superiore tre barbe nere su sfondo
giallo; nella parte inferiore ponte grandioso sopra fiume del quale è
scritto il nome Arsa" [39].
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Fig. 10 - Il primo noto stemma storico di Barbana, stampato
nel 1867, che riproduce fedelmente quello descritto dal Kandler nel
1855. La fascia orizzontale è colorata di azzurro invece che di verde. |
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D'ora in poi chiameremo questo stemma con la denominazione di
"stemma storico di Barbana", e seguiremo il suo sviluppo attraverso le
varie interprefazioni fino ai giorni nostri.
Tre doppi barbigli neri disposti a gambe all'insù a forma della
lettera "V, raffigurano la "barba" munita di due barbigli di un pesce
molto pregiato, iI barbone, del resto motivo molto frequente sugli
stemmi delle antiche famiglie patrizie i cui possedimenti si trovavano
nelle valli lungo le foci dei fiumi [40]. Anche il fondo fangoso (sabbioso)
della foce del fiume Arsa, in località Pesacco (Pisak), dove era ubicato
l'antico porto di Barbana, abbondava, tra l'altro, di barboni [41].Non c'è da meravigliarsi che Barbana abbia preso come proprio sìmbolo
anche il massiccio ponte sul fiume Arsa. Era un ponte antichissimo che
ha continuato a collegare il Barbanese e l'Albonese, dai tempi remoti
fino agli Anni Trenta di questo secolo, quando il terreno malarico venne
bonificato e venne costruita una moderna viabile con un nuovo ponte.
Come spesso succede nell'araldica dei tempi più recenti anche con
la riproduzione dello stemma storico di Barbana, ci furono varie
interpretazioni che dipesero dalla capacità e dalle conoscenze araldiche
del disegnatore, e, di quando in quando dall'influenza politica
esercitata dalla coloritura ideologica. Cotali differenze si resero
manifeste specialmente nell'errata interpretazione dei doppi barbigli
neri già descritti, dei barboni, alle volte diventati tre stelle nere a
cinque punte, e delle varie forme in cui venne schematizzato il ponte
senza acqua.
Non ho avuto modo di trovare dei documenti dell'amministrazione
civica del secolo XIX in cui fosse impresso lo stemma storico di
Barbana, dopo la descrizione del Kandler del 1855 [42]. La prima fonte
grafica, seguente alla descrizione del Kandler, risale a una stampa del
1867 [43] (fig.10). L'Autore del disegno segue pedissequamente la
descrizione del Kandler. L'errore sta nel colore celeste della fascia
che nell'originale è verde.
La confusione sulle svariate interpretazioni dello stemma storico
di Barbana si iniziano nel 1893 con M. Tamaro il quale afferma che nella
parte superiore dello stemma, sopra la fascia, ci siano tre stelle che
appartengono allo stemma dei Loredan [44]. Né la prima né la seconda
asserzione corrispondono alla verità, per il fatto che lo stemma della
famiglia patrizia dei Loredan di San Stefano ha sei rose e non stelle [45].
Il Caprin nel 1905 ripropone abbastanza fedelmente il blasone del
Kandler da un disegno in bianco e nero su uno scudo modellato alla
maniera rinascimentale [46] (fig. 11).
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Fig. 11 - Stemma di Barbana, in bianco e nero, che ricalca
fedelmente la descrizione del Kander del 1855. |
La soluzione migliore dello stemma storico di Barbana, sia dal
punto di vista della fedeltà che della modellatura, fino ad oggi a noi
pervenuta, risale al 1907 e la troviamo sull' intonaco del fregio che
corre lungo la linea del doccione dell'edificio della Facoltà di pedagogia di Pola, allora Liceo femminile
provinciale (fig. 12 e 12/1) [47]. Ritengo che questo esemplare si avvicina
massimamente alla descrizione del Kandler e come tale verrà usato anche
nella nostra proposta di ricostruzione dello stemma storico di
Barbana [48].
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Fig. 12 - La variante più rispondente allo stemma storico di
Barbana è quella che figura sull'intonaco del fregio posto sotto la
linea del doccione dell'edificio della Facoltà di Pedagogia (1907). |
Fig. 12/1 - Dettaglio del fregio su cui è raffigurato a colori
lo stemma storico di Barbana. |
L'errore compiuto dal Tamaro nella descrizione dello stemma
storico di Barbana, è stato ripreso in una versione ancora peggiore nel
1920 da Carlo Baxa in un disegno a colori fatto in maniera inesperta e
arbitraria [49] (fig. 13). Per la prima volta sullo stemma di Barbana fanno
la loro comparsa tre stelle nere a cinque punte, nel mentre l'arco del
ponte appare molto semplificato con la scritta ARSA al centro, "immerso"
nel colore azzurro del fiume.
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Fig. 13 - Stemma di Barbana secondo Carlo Baxa del 1920, con
stella al posto dei tre barbigli (barbe) e con il ponte semplificato,
completamente immersi (affondati) nelle acque dell'Arsia. |
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Fig. 14 - Stemma di Barbano degli Anni Venti con corona reale, in
bianco e nero, su modello del Baxa. |
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Fig. 15 - Stemma di Barbana degli anni Trenta, con l'aggiunta del
simbolo fascista. |
Sembra che l'errato disegno del Baxa sia stato preso a modello
durante il periodo italiano (1918-1945). Sullo stemma di cui si è servita
l'amministrazione civica degli anni Venti (fig. 14), le tre stelle non
sono più nere, mentre l'acqua del fiume Arsa è "murata". Per di più sopra
lo scudo viene messa in evidenza una corona reale [50]. Negli Anni Trenta,
nello spirito di quei tempi, tra la corona e le stelle a cinque punte viene interpolato il fascio, coronato di foglie d'alloro odi
quercia [51] (fig. 15). Dopo la II guerra mondiale Barbana dapprima divenne
comune, poi fu accorpata rispettivamente a quelli di Dignano (inizi anni
cinquanta), di Albona (anni sessanta) e, infine, di Pola (1974-1992).
L'iniziativa di ripristino del suo stemma storico è stata avviata nel
1993 a seguito della nuova suddivisione comunale della Regione istriana.
Le interpretazioni del suddetto stemma certamente non ci riportano alla
descrizione del Kandler del 1855, ma a quella dell'esemplare posto
sull'edificio della Facoltà di pedagogia di Pola nel 1907. Sull'arco del
ponte va tolta la scritta "Arsia", per evitare possibili accostamenti
allo stemma di quel comune vicino [52] (fig. 16).
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Fig. 16 -
Lo scudo rinascimentaale di colore giallo (oro) è spaccato da
una fascia verde. Nel 1° campo figurano ire barbigli (barbe)
neri di barbone posti a mo' di lettera "V". Nel 2° campo è
raffigurato un punte rosso (con commessure nere) sopra l'acqua
blu del fiume Arsa. |
BIBLIOGRAFlA (in ordine cronologico ):
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e blasoni araldicamente descritti e delineati de' veneti patrizi,
viventi e de' genitori loro de fontis. Venezia 1714, NSB.
Zagabria, Scgn. 27.611
- TOMASINI GIACOMO FILIPPO ( 1837), Commentarij storici,
geografici della Provincia dell'Istria, Trieste, 1837 (Archeografo
Triestino, vol. IV).
- KANDLER PIETRO ( 1843), "Statuti municipali della città di Pola
nell' Istria", Atti Istriani, Trieste, vol. 1, 1843. KANDLER
PIETRO ( 1843), Indicazioni per riconoscere le cose storiche del
litorale, Trieste, 1855. AMATI AMATO (1867), Dizionario
Corografico, Milano, 1867, 589, fig. 114.
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Notizie storiche di Pola, Parenzo, 1876.
- TAMARO MARCO (1893),
Città e castella del!'Istria, vol. Il, Parenzo, 1893.
- CAPRIN
GIUSEPPE ( 19(15), L'Istria Nobilissima, vol. I, Trieste, 1905.
- BAXA CARLO (1920), "Gli stemmi delle località dell'Istria", parte
prima del Blasonario istriano, Portorose, 1920.
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1921. "Dopisi podestata Barbana Provincijskoj upravi Istre u Puli
(Drzavni arhiv Pazin)" / Lettere dei podestà di Barbana alla Direzione
provinciale dell'Istria a Pola / Archivio di Stato di Pisino / 3 luglio e 16
agosto 1926: Stemma di Barbana con corona sul Memorandum "Municipio di
Barbana d'Istria". 1932 e 21 luglio 1937: Stemma di Barbana con corona e fascio.
- ENCICLOPEDIA (1928), Enciclopedia storico-nobiliare italiana,
vol . I, Milano, 1928.
- KLEN DANILO (1964), "Arhivske vijesti o nekitn kulUimim
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culturali di Barbana e Castelnuovo/, Bulletìn SA7.il, Zagabria, voi. 3 ( 1964).
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Trieste 1968.
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regione di Barbana nel passato /, Pisino, 1971.
- MUSATTI E. (1973),
Storia di Venezia, vol. lI, Venezia, 1973.
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Documento di Pisino del 22 novembre 1409 /, Vjesnik Historijskih
arhivu u Rijeci i Pazinu / Bollettino degli arehivi stotici di Fiuine
e Pisino /, Fiume-Pisino. vol. XXI (1977).
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ricerche storiche di Rovigno, n.5).
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serie di arlicoli sul quotidiano Glas Istre / Voce dell'Istria /,
puntata IX, 13 luglio 1991. "Grbovi Poreča i Barbana" / Gli stemmi di
Parenzo e di Barbana /.
- GRAH IVAN (1987), "Izvještaji pulskih biskupa Svetoj stolici
1592-1802" / Rapporti dei vescovi polesi alla Santa Sede 1592 - 1802
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num. 20:64.
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- BERTOŠA MIROSLAV (1985), Istra u doba Venecije I L'Istria al
tempo di Venezia /, Pola 1995.
|
Note:
-
G. F. Tomasini, 1837, p. 490-492, rileva, nel 1640, che qui,
alla distanza di sede miglia dal Quamero, e' era un porto di notevoli
dimensioni ("porto capace") e sicuro per ogni tipo di imbarcazione che
vi attraccava, porto che abbondava di varie specie di pesci che vivevano
nelle paludi e negli stagni, là dove l'acqua dolce si mescolava con
quella salala. M. Tamaro, 1893, p. 670, tratta dell'antico porto di
Barbana sito in località chiamata "Pessacco" (toponimo cr.: "pesàk",
"pjesak", "pisak", riportato anche sulle carte contemporanee, n.d.a..).
Il Tamaro afferma che nei tempi antichi il mare si allungava ben più in
profondità, più a nord di Barbana. Solo successivamente i depositi
fluviali avrebbero dato origine al nuovo terreno alluvionale. Su questo
nel Medio Evo venne costruita una strada e un "grandioso" ponte di forma
arcuata, alto sopra il livello dell'acqua, ponte che nel XIX secolo
venne acquisito come motivo dello stemma di Barbana. Il Tamaro accenna
ad un altro ponte ancora, secondo lui di fattura romaana, situato più a
settentrione, ai piedi dell'alto monte che guarda verso Barbana da
sud-esl, là dove, l'antichissimo Casal Sumberesi (Šumber), dalla sponda
sinistra del fiume, dominava la vallata dell' Arsa (ne consegue allora
che il Castello era collegato a Barbana da una strada; n.d.a.).
- Tale supposizione viene suffragata dal fatto che la denominazione
della collina barbanese era Gradišće (Gradina), ubicata dove oggi c'è il
cimitero.
-
M. Tamaro, 1893. p. 672, cita un frammento di una siele
funeraria romana con un'epigrafe, scoperta dal canonico
P. Stancovich,
nel 1799, nelle fondamenta della casa Cleva (successivamente diventata
casa Stancovich, n.d.a.). Oggi i! reperto è murato nella loggia
cittadina.
- D. Nežić, 1971, p. 6, riporta il pensiero di
P. Kandler
circa la nascita della parrocchia di Barbana già nel 740 e del
rispettivo Capitolo dopo l' 800.
- D. Klen, 1964, p. 19.
-
P. Kandler, 1876, p. 278, 279, pubblica il documento, datato 10
febbraio 1199, con il quale lo zuppano Pribislav, assieme a dodici
contadini del Comune di Barbana, riconosce il diritto al Comune di Pola
Ruggero (in realtà Podestà, n.d.a.), di riscuotere la quarta parte e
l'erbatico sul territorio di Barbana. Il documento venne steso al
confine con il Comune di Pola, tra Golzana (Gočan) e Barbana.
- D. Klen, 1964, p. 20-22.
- D. Klen, 1977, p. 264.
- D. Klen, 1964, p. 22.
- Ritengo che anche per questa ragione la costruzione della Chiesa
di Sant' Antonio sia da collocarsi nel secolo XIV.
- D. Klen, 1964, p. 23; M. Tamaro, 1893, p. 691. Quest'ultimo
afferma che il feudo di Barbana era stato acquistato per 14.760
ducati, il 23 dicembre 1535, da Leonardo e fratelli Loredan, fu
Giuseppe, e che da allora il feudo venne amministrato da un capitano.
- Un'iscrizione su una lastra di marino sotto io stemma recita:
LEONAR.ANTO.LAUREN.ANDR.RAN.LAUREDANI.H1ERO.F.LEONARDI
AMPLIS.PRINCIPIS.VENETIAR.NEPOT.CASTRINO.ET.BARBANAE.DD.RC.M.D.XXXVI.
-
P. Kandler, 1876, p. 196. Fatta eccezione per io stemma di Pola,
quasi in tutti gli altri stemmi di questa famiglia a Barbana è messo
in evidenza il corno ducale La famiglia Loredan ha dato alia
Repubblica di Venezia tre dogi: il 75°, Leonardo Loredan (2 ottobre
1501 - 22 giugno 1521); I' 84°, Pietro Loredan (26 novembre 1567
-maggio 1570); il 116°, Francesco Loredan (18 marzo 1752 - 19 maggio
1762). Crf. E. Musati], 1973, p. 301 - 306.
- D. Klen, 1964, p. 23.
- Ritengo che sotto l'intonaco dell'attuale edifìcio del palazzo
parrocchiale probabilmente si nascon resti di questo "vecchio
palazzo".
-
M. Tamaro, 1893, p. 669, chiama questa località "Pessacco",
vecchio porto e attracco di Barbana. In Lago - C. Rossit, 1981, sia
sulla carta di G. Salmon del 1753 (p. 234) che sulla carta di P. Santini
del 1780 (p. 238), la località in questione è segnata con il nome "Pesciacco".
Fatta eccezione per il fondo sabbioso (cr. pisak, pjesak), questo toponimo potrebbe avere qualche legame con
l'abbondante presenza di pesci che si trovavano in questa località, dove
si mescolava l'acqua salata con quella dolce.
- D. Klen, 1964, p. 23. ritiene che si tratti del più antico
bagolaro della piazza di Barbana, dirimpetto alla casa Micoli.
-
Ibidem, p. 25.
- Ibidem, p. 26.
- Ibidem, p. 25-26: CIBARISSIMI LAUREDANI D.D. IMPERANTI
BARBANENSI POPULO PORTICUS ERECTA DIVI MARCI TUTELARIS FORTISS.
SIMULACRO PRAEMUNITA MANET JOANNE PETRO RAVENOLDO LINIACENSE REGIONIS
PRAEFECTO PROCURANTE - M.D.L.V.
- Ibidem, p. 26. Quel palazzo che esisteva prima di quello
dei Loredan, innalzato nel 1708 (n.d.a.).
- A causa dello stato rovinoso deila pietra e della poca
chiarezza de! rilievo, non alleghiamo le. foto di questi tre stemmi.
- D. Klen, 196. p. 27. Dopo questa data è sparito, probabilmente
negli ultimi adattamenti e devastazioni della torre.
- Ibidem, p. 28.
- M. Grakalić, 1991, ritiene che Barbana agli inizi
del secolo XV si sia servita dello stemma che aveva usato anche sul
sigillo impresso sul Documento di Pisino il 22 novembre 1409, al quale
si faceva già ricorso verso la fine del secolo XIV. Più oltre si rileva che: "Oggi {ossia
1991, n.d.a.) Barbana usa lo stemma con una croce verde sul campo bianco
dello scudo, motivo ricorrerne di tutta una serie di stemmi istriani",
senza citare la fonte di una lale informazione, per poter
successivamente affermare che è "Tolalmente sconosciuta la provenienza
di questo stemma che è stato affibbiato a Barbana" in aggiunta a
determinate supposizioni con le quali dissento anch'io. Da quanto è dalo
sapere, sembra che il Grakalić non abbia visto questo stemma destro sul
campanile, e soprattutto rende perplessi la sua costatazione secondo la
quale "Alcuni scrittori araldici erroneamente ascrivono lo stemma della
vicina Castelnuovo d'Arsa a Barbana" senza spiegare di quale stemma si
tratti.
La croce sullo scudo, con varie combinazioni di colore, è un
motivo frequente e molto antico sugli stemmi in lungo e in largo per 1'
Europa, e in Istria, oltre a Pola. se ne fregiarono altre undici citlà e
cittadine. È mia convinzione che anche questa croce barbanese sia stata
in auge come simbolo di Barbana già a partire dal secolo XVI, come del
resto anche quella di Pola descritta da Prospero Petronio nel 1681 con
una diversa combinazione di colore rispetto a quella acquisita nel
secolo XIX. Come avremo modo di vedere in seguito, probabilmente verso
la metà del secolo XIX, al momento delia ristrutturazione dei comuni
istriani, Barbana decise di cambiare il proprio stemma, onde evitare
confusioni con quello di Pola, che aveva colori simili con gli stessi
motivi. Quello che non fecero Dignano, Albona, Pinguente e Buie, lo fece
Barbana, presumibilmente dietro suggerimento del Kandler. nel 1846,
adottando quello stemma che per primo il Kandler stesso descrisse nel
1855 nella sua opera Indicazioni per riconoscere
le case storiche
del Litorale. Questo stemma storico rimase in auge da allora fino
alla fine della Seconda guerra mondiale.
- D. Klen, 1964, p. 23.
- I membri della famiglia patrizia veneziana dei Capello fecero uso
di ben sei versioni di stemmi, diversi per motivi e combinazioni di
colori, dei quali finora a Barbana non ne ho trovati nemmeno uno. Crf.
NOMI. COGNOMI, ETÀ E BLASONI, 1714.
- Cfr. M. Bertoša, 1995.
-
G. F. Tomasini, ! 837, p. 490 - 492.
- P. Petronio, 1968, p. 310.
- l.GRAH, 1987, num. 20:64.
- La corsa venne rinnovata 280 anni dopo (1976) e da allora si
ripete ogni anno nella seconda quindicina di agosto.
- D. Klen, 1964, p. 28.
-
Ibidem, p. 24.
- Ibidem.
- Non mi è nota la provenienza di questo "stemma".
Forse appartiene a qualche simbolo di cu questa nota e antica famiglia
di Barbana.
- D. KLEN, 1964, p. 24, 25, 27.
-
M. Tamaro, 1893, p. 680.
-
P. Kandler, 1855, p. 196. "Scudo."
- P. Guelfi Camajani, 1921: 92, 122, "Barbio": ENCICLOPEDIA,
1928, p. 475, "Balbi"!.
-
M. Tamaro, 1893, p. 699, fa menzione dell'affitto per la pesca nel
porto di "Pessacco" per 150 ducati all'anno. Nei vecchi statuti di
Pola (Cfr. P. Kandler, 1843) al primo posto, in quanto a prezzo, tra
tutti i pesci figura il barbone, "De barboni". Questa specie di pesce,
cosiddetta
MULLUS BARBATUS, BARBUS, BARBO, BARBO DE MAR deve essere stata
mollo numerosa sul fondo melmoso e sabbioso del porto di Barbana (cfr.
BARBUN, BARBULJ, BARBUN OD BLATA e tutta una lunga serie di nomi
croati). Si tratta di un tipo di pesce dal ventre piatto con doppi
barbigli sotto il labbro inferiore, che si differenzia dal
MULLUS
SURMULETUS che vive su fondi rocciosi, anch'esso con doppi
barbigli tna con un ventre tondeggiante (Cfr. MULTILINGUAL D1CT1ONARY, 1980, p. 226-227). Sull'abbondanza e sulle varietà del
pesce in questo porto ne parla, nel i 640, il vescovo di Ciltanova
G.F.Tomasini, 1837.
- Con tutta probabilità nell'incendio del Palazzo comunale del
1893, tutto è finito in cenere.
- DIZIONARIO COROGRAFICO. 1867, p. 589, fig. 114.
- M. Tamaro, 1893, p. 679.
- Ibidem, 694. Lo stesso Autore si trova in contraddizione
con sé stesso, poiché quando descrivi: lo si dei Loredan cita
correttamente la presenza di sei rose e non di stelle.
- G. Caprin, 1905, p. 265.
- Qui sono riportali olire a quello di Barbana alcune decine di
stemmi storici di città e di cittadine de Istria. L'unico errore
commesso su questo stemma è il colore bianco (argento) del ponte sul
campo giallo I dello scudo. L'errore in questione è stato commesso
soltanto qualche anno fa, quando si provvide al riassetto de facciata
della Facoltà di pedagogia.
- Alla fase iniziale preparatoria delia proposta grafica dello
stemma storico e della bandiera di Barbi lavorato Donilo Dragoxavac,
sulla scoria delle mie indicazioni e della mia collaborazione.
- C. Baxa, 1920. Di tali inesperti ed erronei disegni ce ne sono
e riguardano la maggioranza dogli a stemmi (60 in tutto) del suo
"Blasonario" delle cilià istriane.
- Documento del 3 luglio 1926 dell' Archivio di Stalo di Pisino.
Dubito che Barbana abbia ottan Roma il permesso di esibire tale corona.
- Documento del 21 luglio 1937 che si custodisce nel!' Archivio di
Stato di Pisino. Tali disegni pasticciati erano tipici di quasi tutti
gli stemmi di quel tempo. Nella recente letteratura italiana (p, es.,
Foscan, 1992) ancor Sempre invece dei barbigli o barbe vengono descritte
le tre stelle.
- La cittadina di Arsia non esisteva nel periodo austriaco. Mirabile
esempio di urbanistica moderna in Istria, essa è stata costruita nel
1936 nella valle del torrente Carpano, affluente de! fiume Arsa.
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