Etimi di toponimi istriani - Matterada

Introduzione dalle Pagine Istriane, gennaio-giugno 1986:

La nostra rivista è lieta di ospitare un articolo sui toponimo di «Matterada», lavoro che Mario Doria, cattedratico di glottologia all'Universita di Trieste, ha pubblicato per il numero «speciale» della rivista «ONOMATA» di Atene, dedicato a Gerhard Rohlfs. L 'Autore ringrazia il dott. L.A. Thomopoulos e la redazione per il permesso accordatogli; qualche ritocco e qualche aggiunta sono però dedicati particolarmente ai nostri lettori.

Matterada o Materada è, com'è noto, la denominazione di due, o meglio tre località istriane, di un grosso borgo circa a metà strada tra Umago e Buie, di un villaggio, in prossimità della costa, immediatamente a N. di Parenzo, nonchè di una punta nelle immediate vicinanze di questo. Il nome è diventato - in un certo senso - d'attualità alcuni anni fa, con la pubblicazione del romanzo omonimo di Fulvio Tomizza, uscito nel 1960, romanzo che diede il via al successo dell'allora giovane scrittore istriano. Tuttavia, nonostante i queste circostanze, il nome non ha avuto, sinora, l'onore di una spiegazione etimologica degna di essere qualificata come tale. G. Gravisi1, sulla scia del Babudri2, ritiene che alla base di Matterada stia un istriano *matta, «fattoria», evoluzione di un originario ital. massa, secondo il rapporto del greco glossa/glotta, thàlassa/thalàtta e, confrontato, oltre il Matteria (slov. Materija) del Carso fiumano-triestino, anche il trevisano Maserada (che sarà poi senz'altro un Macerada, quindi Mat. MACERIES). Su tale etimo, in mancanza di meglio, ritorna anche A. Benedetti, «Porta Orientale», 1965, p. 129 n. 17. Evoluzione assurda, che potrebbe valere eventualmente, ma non sempre, per territori compattamente grecofoni o estesamente grecizzati (es. Penisola Salentina), non certo per l'Istria, dove l'influsso linguistico greco è stato, in tutti i tempi, episodico e marginale! Il Gravisi riporta anche una spiegazione, altrettanto gratuita del Borri3, il quale ritiene Materada (o Matterada) un'evoluzione di un Marturada, a sua volta derivato da Marturaga, nome prediale in -ACUM (ce n'è qualcuno, qua e la, in Istria) da lat. MARTYR o simm. Anche se nelle attestazioni, che fra breve vedremo, c'è posto per un Mataraga, nulla ci spinge a credere che questa sia forma più genuina e a ricostruire la trafila avanzata dallo studioso. L'etimo, come vedremo, è assai più semplice - è anche ovvio - quasi un uovo di Colombo. Tuttavia, prima di esporlo, converrà passare in rapida rassegna le testimonianze relative ai due (tre) toponimi, raggruppandoli, come al solito, in più categorie, a seconda del tipo di varianti che essi via via presentano. 

Cominciamo con il Matterada più noto, quello del distretto di Umago (chiamato anche, per questo motivo, Matterada di Umago, «Voce Giuliana», 1-1-1981 p. 7, 16-4-1985 p. 9). 

Le attestazioni, che non risalgono mai al di là della soglia del '500, si possono elencare sotto due gruppi, quelle che comportano in seconda sillaba -ar- e quelle che presentano nella medesima sede -er-. Per scrupolo si sono, poi, distinte le forme con la doppia e con la semplice t, ma è ovvio che in dominio dialettale veneto esse siano di scarso rilievo: -tt- representerà la forma più letterarieggiante, ossia italianeggiante, -t- la forma locale, ossia di tipo più «dialettale». 

A. Tipo Mat(t)erada. L'attestazione più antica di questo tipo è un «Matterada» dell'a. 1538 (Statuto di Cittanova, L. Parentin AMSIA 15, 1967, p. 118). La forma ricompare il 2-8-1555 (Schedario Derossi), nonchè nell'a. 1590 «villa di Matterada», cfr. G. Be- nedetti, «Umago II», Trieste 1976 p. 76 n. 1) e a. 1602 «di contadini di Materada» (Benedetti o.c. p. 115). Anche le carte geografiche dell'Istria comportano le forme tipo Matarada o Materada a partire dell'a. 1620 (Lago-Rossit, «Descriptio Histriae», Trieste 1982, c. LXXII), giù giù fino al 1780 (Lago - Rossit, cit., CXV). In epoche più vicine a noi predomina, come si sa, Matterada, ma anche Materada è abbastanza comune (cfr. P. Kandler «L'Istria» 1848, ff. 84-85, timbro collettoria postale, a. 1910 -, cfr. «Borgolauro» IV, 4, 1983, p. 28, P. Skok Dolazak, 1934) p. 240 ecc.) ed è la grafia adottata dal Tomizza stesso nel suo romanzo, nonchè in altre occasioni, ad es. in un racconto, «Le campane dl Materada» (a. 1968), per cui si veda anche «Il Piccolo» di Trieste, del 31 gennaio 1985, ed è anche la grafia oggi comunemente usata (benchè recentemente stigmatizzata) nella stampa jugoslava in lingua italiana (un es. per tutti «La Voce del Popolo» 29-3-1984 p. 3). Materada, con la t semplice, è, anche, forma dialettale veneta (cfr. «El nostro almanaco», Gorizia 1983, p. 90) e, anche, croata. Al tipo Mat(t)erada appartiene il Macerada di una carta geogr. dell'a. 1799 (Lago - Rossit, cit., CXII), ma si tratterà, evidentemente, di errore dell'incisore; mentre autentico potrebbe essere il Matera che incontriamo, una volta sola però, in un opuscolo edito a Pirano nel 1783 (per il rever. Capitolo della Chiesa di Umago, p. 79, v. Sched. Derossi): accentando Materà potremmo pensare ad una forma dialettale veneta più evoluta, con -àda passata regolarmene ad -àa, poi contrattosi in -a (cfr. chiogg. padeltà «padellata»). Mat(t)erada, inoltre, sta alla base del toponimo composto Monte di Matterada (G. Gravisi «Monti» e «ville», 1931, p. 6, Rosamani Vocabol. Giuliano, 1958, s.v.) nonche dell'etnico matteradese, di cui conosco testimonianze solo recenti (es. «Il Piccolo», cit., 3-5-1978, 18-3-1983,4-3-1984).

B. Tipo Mat(t)arada. L'attestazione piu antica (antica anche in senso assoluto per quanto riguarda il nostro toponimo) e dell'a. 1525 (Carta Geogr., del CoPpo.. Lago- Rossit cit., XVI). Segue un documento dell'a. 1529 «in vila Matheradae» Stat. di Umago, cfr. Benussi AMSIA 8, 1895, p. 308, dallo Schedario Derossi). Il tipo ricompare per l'a. 1566, «Matarada» Catasto F. Canal, ed. Klen, VHARP 11- 12 (1966- 67) p. 208, e per l'a. 1579 «in loco Mataradae» Tacchella -Tacchella, il cardin. Agostino Valier, Udine 1974, p. 108). Mat(t)arada, comunissimo per tutto il '600, ricompare per l'a. 1775-76 nel Ca- tasto di V. Morosini IV (ed. Bratulic, Trieste 1980), pp. 156, 160,161,174) ed è forma che era stata usata anche dal Manzuoli (a. 1611), dal Tommasini e in altri catasti (di «Umago e Cittanova», ed. Bertosa, ACRSR 9, 1978 -79, pp. 438, 444 ecc.). Essa sopravvive ancora nel dialettale Matarada (lirica di P . Grassi «Umago Viva» N. 22, Gennaio 1978, p. 31). Su Matarada si e formato il topon. composto Fontana Maggior di Matarada, Catasto Umago e Cittanova, cit., p. 478 (con la variante...mazor...ib. p. 443). Vi si riattacca, inoltre, la forma ipercorretta - secondo il rapporto Visinada/Vicinata - (con «t» a1 posto dell'originario «d» nell'ultima sillaba) dell'a. 1721 (Vesnaver, «Portole», p. 53, nota).

A parte va collocata la forma Tamat.r.s. (bis), attestata in Idrisi, sui cui v. recentemente Gorlato «Pag. Istr.» 1,1960, pp. 1-2, p. 56, nonchè F. Crevatin BDVI I, 1972, a. 39. A prescindere da1 fatto che l'identificazione di questa forma con Matterada (v. avanti) non è affatto sicura, la medesima non ci dà nessuna indicazione util per l'identificazione del vocalismo della seconda sillaba (-e- od -a-), cruciale per l'etimologia della parola in questione.

Piuttosto, converrà dare un'occhiata alle attestazioni riguardanti la meno nota Materada (le attestazioni con la doppia Matterada, sono qui estremamente rare) di Parenzo. Essa comporta le medesime oscinazioni che contraddistinguono il Matterada di Umago, segno evidente che ci troviamo in presenza di una medesima designazione: Tipo A: Materada a. 1845 (tra Porto Cervera e Parenzo; G. Rieger, Costa Occidentale dell'Istria, miglio 32°), «punta Materada» a. 1865 (M. Zanini «Voce Giuliana» 1-2-1981 p. 4), «Materada» G. Borri, art. cit. p. 20, Materada, Toponim. Zapadne Istre (Zagreb, 1956) p. 78 (punta e vinaggio), «La Voce del Popolo» 13-10-1982 p. 9 ecc.); Tipo B, Matarada: a. 1753 «P. Mattarada», carta geogr., Lago - Rossit, c. CXIII), a. 1775 -76 «Bosco detto Matarada», V. Morosini IV, Catast., ed. Bratulic, Trieste 1980, p. 228, a. 1784 «punta Matarada» Carta Istria Settentr. di Giov. Vane, Venezia, «Matarada» lapide in glagol. dena chiesa locale, Topon. Zapadne Istre cit. p. 78. Anche qui le forme con -tt- sono molto rare: in compenso troviamo un abbastanza interessante Mataraga «Pun. Mataraga»), Lago  - Rossit cit., CXIV. Dato il suo isolamento - e tardività - non si potrà certo considerarlo forma primigenia del toponimo: tutt'al più uno sviluppo secondario di Matarada, passato a * Mataràa e, prima di contrarsi (cfr. il Matarà sopra citato), sviluppatosi in Mataraga, con -g- inserito per evitare lo iato (come ad es. in ita1. ant. pagura da paura).

Ad ogni buon conto quest'ultimo gruppo di attestazioni è alquanto prezioso ai fini dell'etimologia che stiamo cercando, se si riesarnina la locuz. del Catasto Morosini «Bosco detto Matarada»4. Dopo quanto dimostrato da F. Crevatin (AMSIA 24, 1976, p. 38), l'esistenza di un prelatino (preindoeuropeo) MATTA «cespuglio, macchia» e sim. in Istria, e chiaro che questo matta, oltre a spiegare brillantemente l'etimo di San Pietro dell'Amata ossia San Pietro della Matta) ci da la chiave, anche, del nostro Matterada: partendo dalla forma, anticamente più usata, Mat(t)arada, ci accorgiamo che detto toponimo non e che un «matta rada», ossia «bosco di cespugli (o macchia) rada». Tutto qui. La variante Mat(t)erada non è altro che un caso assai banale di «Satzphonetik»: una volta persa la coscienza della giustapposizione (o composizione) Matta rada, il parlante inseri Mat(t)arada nella serie delle formazioni dia1ettali (venete) tipo porcarìa, biancarìa, scrovarìa, ecc. Dato che esistevano anche le forme a1temanti porcherìa, biancherìa, scroverìa, ecc., Mattarada si trasformò, automaticamente, in Mat(t)erada, senza riguardo alcuno al fatto compositivo, ossia alla concordanza di sost. matta con agg. femm. ra- da (rado «rado, non fitto, raro», e voce commune anche nei dialetti veneti, oltre che nella lingua letteraria).

Naturalmente c'è un prezzo da pagare all'etimo suesposto: una volta spiegato Matterada come matta + rada, cade ogni possibilità di collegare con il nostro toponimo il tamat.rs. di Idrisi, il quale presupporrebbe, piuttosto, un radicale * mattar(a), amplificato con altro suffisso. Ma è proprio sicuro che Idrisi menzioni il nostro toponimo? Il dubbio mi pare legittimo in vista di due considerazioni: primo, il nostro toponimo comincia ad essere attestato in epo- ca piuttosto recente; secondo, il centro abitato di Matterada è sorto in seguito ad un'aggomerazione di frazioni fra loro inizialmente indipendenti (cfr. Gravisi, «Toponom. Umago», 1921, p. 8), quindi in una situazione non troppo ideale perchè venisse citato dal geografo arabo nel XII secolo.

Mario Doria
Istituto di Glottologia, Università di Trieste

Note:

  1. G. Gravisi, «Pag. Istr.» 7 (1956) f. 25, p. 22s.
  2. F. Babudri, «Arch. Tr .», s. III, 11 (1924) p. 397.
  3. F. Borri, «Pag. Istr.» 13 (1922) pp. 19-26.
  4. «Nel bosco di Zuanne Darese in Contrada del- la Matta» (Parenzo) a. 1508, M. Bonifacio «La Voce di San Giorgio» 2-4 febbraio-aprile 1981 p. 6. Cfr. anche «bosco della Matta nel territorio Polesano» (NSP 397), Schiavuzzi presso Matijasic, ACRSR 14 (1983-84) p. 332, «in contrada della Matta» (presso Pirano) a. 1566, Catasto F. Cana1,Klen, VHARP 11-12 (1966-67) p. 74.

Le Abbreviazioni:

  • AMSIA: Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria (Parenzo, poi Venezia e Trieste).
  • ACRSR: Atti del Centro di ricerche storiche di Rovigno, Rovigno -Trieste. ATr.: Archeografo Triestino, Trieste.
  • BDVI: Bollettino della Società per lo studio dei dialetti veneti dell'Istria, Trieste. P. Istr .: Pagine Istriane, Capodistria, poi Trieste, ora Genova.
  • VHARP: Vjesnik historiskog Archiv. na Rijeka i Pazin, Fiume.

Tratto da:

  • "Etimi di toponimi istriani - Matterada". Pagine Istriane, gennaio-giugno 1986. Rivista timestrale di Cultura Fondata a Capodistria nel 1903, organo del Centro di Cultura Adriatica con il patriocinio della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, Genova. p. 71-4.

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Created: Sunday, June 25, 2000; Last updated: Sunday, May 29, 2022
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