E luce fu
di Ardea Stanišic
Fiume vanta una delle più ricche tradizioni industriali in Europa. Uno
sviluppo che, in passato, era accompagnato anche dal progresso della tecnologia.
Nel 1881 i magazzini del porto erano già illuminati da lampade a corrente.
Quattro anni dopo la città ebbe anche un teatro i cui splendidi lampadari erano
alimentati da luce elettrica. Nel 1918, in città, quasi tutti i vecchi lampioni
a gas erano oramai stati rimpiazzati dalle lampadine. E alla "luce"
dell'allestimento di un 'interessante mostra e della recente pubblicazione di
una splendida monografia scritta da Nana Palinić, ed edita in occasione dei 125
anni dell'arrivo della corrente elettrica a Fiume dall'Archivio storico, in
collaborazione con l'Ente elettroenergetico nazionale croato e
dall'"Elektropimorije", Ardea Stanišić ci conduce, in questo primo numero del
2006 di "Storia e ricerca", in un viaggio a ritroso nella Fiume del passato,
La luce è vita. Il fatto che da quasi 3000 anni si usino luci di tipo
artificiale, dimostra quanto essa è necessaria per la vita dell'uomo. La
storia dell'illuminazione ha radici molto antiche. La prima forma di luce
artificiale fu ottenuta dalla combustione del legno.
Il passo successivo al fuoco e all'utilizzo delle torce fu quello
dell'invenzione e dell'utilizzo delle lucerne. Ciotole chiuse e modellate in
terracotta, o in vetro soffiato come testimoniano i ritrovamenti in area
Pompeiana, dotate di manico per impugnatura, foro centrale per la carica
d'olio e nell'estremità un beccuccio dal quale usciva la fiammella. Dopo le
lucerne iniziò la gloriosa epoca del lume delle candele. Testimonianze
riportano che erano già in uso dagli Etruschi e probabilmente anche dagli
antichi Egizi. Venivano dapprima realizzate utilizzando del grasso animale
frammisto a paglia e successivamente in cera d'api. La prima candela, come
la conosciamo noi, prese luce nel 1818, quando i francesi Braconneau e
Simonin inventarono la candela stearica.
Ci vollero poi circa 15 anni per perfezionare i materiali, anche se il
problema più grosso fu lo stoppino, elemento fondamentale per il normale uso
di un cero, il quale venne realizzato nella maniera ottimale per un
regolare consumo della candela appena nel 1835. Nel 1783 il chimico
svizzero François Ami Argand inventò la lampada ad olio. Pochi anni più
tardi quest'invenzione innovativa,
che acconsentì di godere di luce più diffusa rispetto a quella delle
candele, permise l'introduzione del petrolio ma soprattutto del suo
derivato, il cherosene, che risultò efficace per rifornire le lampade.
L'olio ha continuato ad essere utilizzato per la produzione di luce fino al
XX secolo e oltre. Nel 1792 l'ingegnere scozzese William Murdoch riuscì a
sfruttare per l'illuminazione industriale il gas naturale. Furono i primi
passi verso l'illuminazione globale e le città iniziarono ad essere meno
buie e più frequentate anche durante la notte. Intorno al 1850 fu
inaugurata la distribuzione del gas di carbone.
Questo gas sostituì l'olio quale combustibile principale per la produzione
di luce artificiale. Nel 1879 Edison realizzò la prima lampadina elettrica
al mondo, ricorrendo a un filamento di cotone carbonizzato.
Nel 1891 Gerard Philips fondò la sua fabbrica di lampadine. A cavallo fra il
XIX e il XX secolo l'elettricità iniziò a diffondersi e divenne subito molto
popolare perché non comportava alcun rischio di esplosione. E la luce
poteva essere ottenuta premendo semplicemente un interruttore.
Dal fioco lume di candele allo sfavillio di mille
lampadine
125 anni fa, quel vortice di progresso che
a cavalla tra due secoli fece di lei una delle città più moderne dell'Impero
Ausburgico, portò a Fiume anche la corrente elletrica
La storia dell'illuminazione a Fiume segue il corso delle più importanti
città europee.
Fino a che la città era esclusivamente quella arginata entro le mura che
circondavano l'odierno nucleo storico, e durante la notte le porte
dell'urbe venivano chiuse (dunque fino a gran parte del XVIII secolo), non
c'era esigenza per un'illuminazione notturna delle vie cittadine che
gravasse sulla spesa pubblica. Bastava poco. Nella Fiume di quell'epoca
erano due soltanto le lanterne che davano luce alla città addormentata ed
entrambe si trovavano in Piazza comunale, ossia nell'odierna Piazza Kobler,
di fianco alla Torre civica e alla porta principale della città che guardava
verso il mare. Chi voleva uscire di notte, doveva portarsi dietro per forza
un lume o una lampada.
Lanterne ad olio e fabbriche di candele
Quando, dopo il 1775 la città iniziò fortemente ad espandersi anche fuori
le mura e con l'aumento del numero della popolazione, del traffico
commerciale e portuale e l'arrivo a Fiume di tantissimi nuovi abitanti,
anche stranieri, nacquero nuove strade, nuove piazze e nuovi rioni, il
potere cittadino diede disposizione per comperare e far entrare in funzione
20 nuove lanterne. Nel 1800 erano già 70. Nel 1825 erano 150. Nel 1837
Piazza Fiumara, oggi Piazza Jelacic- raccontano i documenti d'archivio -
era illuminata da una lanterna ad olio a cinque braccia.
Anche per far luce all'interno degli edifici in quegli anni, a Fiume
venivano usate ancora candele e lampade ad olio. La più antica fabbrica di
cera fiumana, segnata sulle vecchie piante topografiche della città,
esisteva alla prima metà del XVIII secolo in Via Dolac, e si trovava là
dove oggi c'è l'edificio che ospita la Scuola media superiore italiana.
Una seconda fabbrica di cera, segnata su una piantina della città del 1776,
realizzata da Hauptmann von Benk, si trovava ad est della Chiesa dei
Cappuccini. Ma Fiume era una città in continua crescita ed espansione e
l'esigenza di luce aumentava di anno in anno. Per cui all'inizio del XIX
secolo di fabbriche di cera che vendevano candele ne furono costruite altre
due.
I primi dati riguardo l'illuminazione del teatro risalgono al 1765, quando
fu inaugurato il Teatro Bono (che sorgeva più o meno dove oggi si trova la
Biblioteca universitaria, ossia dirimpetto l'albergo "Bonavia), che era
illuminato da 54 lampade e da 5 lanterne. Simile era l'illuminazione per il
Teatro Adami-ch, costruito nel 1805, che appena nel 1833 fu rinnovata con
lampade per l'orchestra, le scene, le quinte, il palcoscenico.
Il 1859 segna l'avvio dell'industria petrolifera e a Fiume inizia la
produzione dell'olio e del petrolio per l'illuminazione. Nel 1883 viene
fondata la Raffineria per gli oli minerali, che con i suoi prodotti riesce
a far fronte non solo al fabbisogno della città ma anche alle necessità di
un terzo del territorio della Monarchia austroungarica.
Ma ecco che arriva il gas
Con l'inizio dell'utilizzo del gas per l’illuminazione pubblica in Europa,
anche Fiume si adegua alle innovazioni. Nel 1852 viene inaugurato il primo
sistema di illumina-zione pubblica cittadina che ha in tutto 226 lanterne.
Il primo stabilimento di gas sorse in zona Troyer, già Via Roma, oggi Via
Martiri Antifascisti, mentre il secondo entrò in funzione nel 1874, in zona
Kerner. L'illumina-zione pubblica stava usando oramai sempre di più il gas.
L'inizio del XX secolo infatti, vede solamente una parte della Cittavecchia
ed i sobborghi cittadini illuminati ancora dalle vecchie lampade ad olio.
Intanto, una nuova, sensazionale invenzione sta per rivoluzionare non solo
la vita degli abitanti di Fiume, ma quella dell'intera umanità: è
l'energia elettrica.
Il primo accenno riguardo all'uso della corrente elettrica a Fiume è legato
alla figura del dottor Girolamo Fabris, che nel 1838 riuscì ad ottenere
dalla Municipalità i fondi necessari per l'acquisto di una macchina
elettrica "utile per la guarigione da diverse malattie", ad uso
dell'ospedale di Santo Spirito. Della macchina, in seguito, non si hanno più
notizie.
Sono state ritrovate negli archivi invece, alcune fatture del 1870,
confermanti l'acquisto di alcuni pezzi necessari per il "completamento
degli apparati di luce elettrica" per l'illuminazione del Teatro Comunale
(ex Adamich) e il trasporto di alcuni riflettori. Anche se non ci sono
notizie conseguenti sull'uso di queste apparecchiature, che si presume
servissero per l'illuminazione
del palcoscenico, tanto basta per sapere che il teatro fiumano era stato uno
dei primi se non forse il primo in assoluto, nell'odierna Croa-zia, a
disporre della corrente elettrica (a Zagabria arriverà soltanto nel 1873).
Gli esperimenti del signor Langdow sul molo Zichy
Il 1881 segna a Fiume il coronamento di tutta una serie di esperimenti che
vedono protagonista l'energia elettrica in funzione dell'illuminazione
pubblica. L' 1 aprile del 1881 il quotidiano locale "La Bilancia" scrive:
"Veniamo informati, che questa sera, alle ore 8, se il tempo non sarà
soverchiamente cattivo, l'ingegnere signor Langdow di Londra, di passaggio
per la nostra città, farà un esperimento d'illuminazione elettrica, sistema
Jablokoff, da esso perfezionato, sul molo Zichy".
Il 24 agosto dello stesso anno a Fiume soggiorna l'inventore del
trasformatore, ingegner Karoly Zipernowsky, della fabbrica "Ganz" di
Budapest, giunto in città per supervisionare la messa in funzione di un
apparecchio per l'illuminazione elettrica sullo stesso Molo Zichy, voluto
per facilitare le operazioni di scarico e di imbarco delle merci sui
mercantili anche durante le ore notturne.
Il primo esperimento, tentato nella notte tra il 29 e il 30 agosto del 1881,
riferiscono le fonti storiche, non riuscì a causa di "imperfezioni dei cavi
elettrici". La sera seguente tuttavia i risultati furono più che
soddisfacenti: le lampade che si accesero furono quattro. Due illuminarono
l'interno di altrettanti magazzini lungo la riva orientale del molo e altre
due l'esterno degli stessi. "Le lampade erano alimentate da una locomobile
a vapore" - riportò il giorno seguente "La Bilancia".
Niente più notti al chiar di luna in porto
Il 12 ottobre del 1881, per la prima volta sotto la luce di una lampada
elettrica che illuminava Riva Szapary, venne effettuato l'imbarco notturno
delle merci a bordo del piroscafo "Aleppo". Soddisfattissime, le autorità
portuali fiumane iniziarono subito le trattative con la "Ganz" per disporre
l'acquisto di nuove apparecchiature per l'illuminazione delle rive, dei moli
e dei magazzini. Intanto, l'illuminazione elettrica è già di casa anche al
silurificio "Whitehead".
Negli anni seguenti l'energia elettrica divenne sempre più popolare,
soprattutto per quanto riguarda il sistema di illuminazio-ne, che nel 1882
tocca anche Udine e Trieste. Fiume, che in quel periodo era il principale
porto austroungarico, con un'industria fiorente e centro multiculturale per
eccellenza, aveva bisogno di un teatro più grande. Il nuovo Teatro
Comunale, che porterà la prestigiosa firma degli architetti viennesi
Fell-ner e Helmer, verrà inaugurato il 3 ottobre del 1885 e sarà dotato di
un moderno impianto di illuminazione elettrica.
Il Teatro nazionale di Budapest e la Scala di Milano la corrente l'avranno
soltanto due anni dopo. La nuova geniale invenzione si allarga intanto
ovunque a macchia d'olio. Tanto che Fiume accarezza già il progetto di
costruzione di una vera e propria centrale elettrica.
La prima, commissionata dall'Amministrazione portuale alla Società
internazionale elettrica di Vienna, entrerà in funzione l' 1 novembre del
1890, nella zona franca del porto, nell'edificio che aveva fino ad allora
ospitato una sala macchine. Un generatore di 22 kW messo in funzione da una
macchina a vapore della potenza di 40 Cavalli Vapore. La seconda, un
progetto firmato da Carlo Centuriani, entrerà in funzione nel 1892, in Via
dell'Industria, e sarà a forma di lettera L. Nel reparto caldaie avrà tre
macchine a vapore, ciascuna di 120 CV di potenza, camino e reostato per la
regolazione della corrente e della tensione, una sala macchine con tre
generatori monofasi di corrente alternata da 120 kW e un quadro di
distribuzione. La produzione giornaliera di luce sarà di 900 kWh. Sarà la
prima centrale di corrente alternata a Fiume, in Croazia e in
Austro-Ungheria.
Quell'anno stesso il Comune di Fiume bandisce un concorso pubblico per la
costruzione di un tram per il trasporto di merci e persone, alimentato da
energia elettrica. A vincerlo è il barone Oscar Lazza-rini. Viene istituita
la Società anonima del tram elettrico fiumano con la quale la Municipalità
sottoscrive nel 1896 un contratto per una concessione della durata di 50
anni. La linea tramviaria ha un binario, è lunga 4 chilometri e 413 metri e
collega Scoglietto e la Fiumara al rione dei Pioppi.
La terza centrale elettrica fiumana, denominata "Ponsal" fu costruita nel
1897 nella parte settentrionale della strada per Volosca; la quarta nel
1908, in zona Zvir. Quest'ultima comprendeva tre caldaie di marca
"Bab-cock-Wilcox" di 300 metri quadri di superficie combustibile, provviste
di due gruppi turbo elettrogeni "Erste Brunner" con generatori "Ganz" da
1500 kWh, 5 CV, 42 Hz ciascuno.
Arrivano il tram e il forno crematorio per la spazzatura
Era la prima centrale elettrica di Fiume provvista di generatori a tre fasi.
Nel 1900 Fiume contava 200 fruitori di energia elettrica, con circa 300
contatori. Nel 1906 il numero salì a 730 utenti con 940 contatori. Nel 1905
il sistema di cavi elettrici comprendeva 5.336,6 metri per quanto riguarda
i cavi principali e 2.943,6 metri per i cavi secondari. Lo stesso anno, a
Fiume fu costruito il "forno crematorio delle spazzature": un inceneritore
per le immondizie insomma, alimentato da corrente elettrica.
Con il passare degli anni aumentarono gli allacciamenti e il costo della
corrente elettrica continuava a diminuire. Fino all'inizio della Prima
guerra mondiale la maggior parte degli stabilimenti industriali, i vari
impianti pubblici ed il traffico erano stati "elettrificati".
Con lo scoppio della Grande Guerra l'importazione del carbone per la
termocentrale divenne un grosso problema ma in seguito, finita la guerra,
tutto ritornò alla normalità. Nel 1921 la Società nazionale per lo sviluppo
delle imprese elettriche di Milano realizzò un progetto per la costruzione
di un'idrocentrale a Fiume che alimenterà con corrente anche la parte di
Sušak. Nel 1931 la rete si estende anche all'Abbaziano. Tutta la costa del
Quarnero oramai, è illuminata dalla corrente elettrica.
Tratto da:
- Ardea Stanišic ,
"E luce fu", La Voce del Popolo, La Voce in Più,
7 gennaio 2006 - https://www.edit.hr/lavoce/inpiu/storia060107.pdf
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